Capitolo 24

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Diana
'Dove credi di andare ragazzina, io e te non abbiamo ancora finito' sto per aprire la porta della camera, quando la sua voce familiare sempre più vicina, mi blocca sul posto.
'Non abbiamo nulla da dirci, ora se non ti dispiace vado a dormire' poggio la mano sulla maniglia, ma quando sto per abbassarla, la pressione al di sotto, non mi permette di compiere l'azione progettata.
Il suo fisico tonico, incombe in confronto al mio.
L'ombra sul legno, segna che si trova esattamente alle mie spalle. Questa situazione è così eccitante, da mettere in subbuglio i miei poveri assopiti ormoni. Il mio respiro è irregolare, faccio fatica a controllarlo.
Il cuore, inizia a pompare più velocemente il sangue nelle vene, in modo particolare, quando le sue dita fredde, mi sfiorano le spalle ed il collo.
'Per quanto tempo hai ancora intenzione di scappare via da me?' Domanda osservando la mia reazione ai suoi gesti.
Mi fa girare con poca delicatezza, e mi sbatte sulla superficie liscia: sono di nuovo in trappola.
'Non ti avvicinare...' non riesco nemmeno a terminare la frase che le sue labbra, sono prepotentemente di nuovo sulle mie. Provo ad allontanarlo con le braccia, ma appena lo nota, me le immobilizza ai lati del capo.
Mi morde il labbro inferiore, esattamente come ho fatto io in ascensore, ma a differenza sua, non gli concedo l'accesso.
Quello di prima è stato solo un momento di debolezza, ora a mente lucida, so che mi sta solo prendendo in giro.
Pochi giorni fa, ha detto che per lui non conto niente e che di me, non gliene frega nulla: perché ora dovrei credergli?
Lo allontano con una ginocchiata, lo sento imprecare, ed io ne approfitto per entrare nella stanza. Provo a richiudere subito, ma il suo piede riesce ad intercettare nel mezzo.
Entra tutto d'un botto, e senza chiedermi nulla, chiude la serratura e si nasconde la chiave nella tasca dei pantaloni.
'Caleb, non stai bene con la testa. Sembri uno psicopatico, lasciami stare' indietreggio fino ad arrivare sul letto.
'Se vuoi che esca da questa stanza, vieni a recuperarla' con lo sguardo sicuro di se, indica la sua biancheria intima.
'Puoi scordartelo!' Urlo lanciandogli contro un cuscino del letto. Si avvicina insaziabile, e nonostante gli chieda di andarsene, in verità, non voglio che lo faccia.
È un bastardo pervertito, ma quest'ultimo, provoca in me sensazioni mai provate con nessun altro.
'Bene, allora ci toccherà dormire insieme' si toglie la maglia del pigiama, rimanendo a torso nudo, ed io non riesco a guardare altrove.
È semplicemente erotico: tutto di lui emana verso quel tipo di sensazioni.
'Solo perché sei tu, rimango con i pantaloncini... o forse, da come mi stai mangiando con gli occhi, vuoi che rimanga in mutande?' Chiede ghignando mentre si avvicina.
Il volto si colora di rosso, l'imbarazzo di essere stata colta in fragrante mi porta ad indietreggiare ancora.
'Ancora non l'hai capito? Non puoi scapparmi' afferra le mie caviglie trascinandomi al bordo del materasso.
'Fino all'altro giorno non contavo un cazzo, ora che cos'è cambiato?' Mi alzo sui gomiti, mettendolo alle strette con questa mia voglia di risposte.
'Quando capirai di non credere sempre a tutto quello che dico?' Parla mentre si abbassa su di me, dandomi un bacio nei capelli.
'Sei strano, sicuro di stare bene?' Alzo la testa, ritrovandomelo a pochi centimetri di distanza.
'Sei a gambe aperte sotto di me, con una gonna cortissima. Sai che sforzo sto facendo per non abbassare la testa lì in mezzo e continuare quello che abbiamo lasciato in sospeso?' Rivela leggermente imbarazzato, non sapevo di causargli questo effetto.
Come se non avesse detto nulla, semplicemente si allontana, e fa cenno di alzare le coperte per metterci a dormire.
'Brutta testa pelata, tutto questo non ha senso lo sai?' Troppe domande senza alcuna risposta. Lo sento sbuffare sulla mia spalla, il ciuffo mi solletica il collo e il suo muscoloso braccio, mi stringe un fianco.
'Sta zitta e dormi' ordina come al solito, e decido di accontentarlo solo perché sono stanca.

Anche perché non ci sto capendo nulla: è così strano.

Il mattino seguente, al mio fianco non c'è più nessuno: quando ho aperto gli occhi, l'unica cosa che ho trovato, sono state le lenzuola del cuscino stropicciate.

Vorrei davvero comprenderlo, ma appena provo ad entrare nella sua mente, l'unica cosa che trovo: è il caos

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Vorrei davvero comprenderlo, ma appena provo ad entrare nella sua mente, l'unica cosa che trovo: è il caos.
'Cosa mi sta succedendo?' Espongo i miei problemi ad alta voce, nella speranza che la coscienza, mi dica cosa fare. Mi spoglio rimanendo solo in intimo, recandomi a passo lento verso il bagno.
Con la testa ancora offuscata dal sonno, non faccio neanche caso a cosa calpesto, o alla figura avvolta in vita da un misero asciugamano.
'Se volevi recuperare quello che abbiamo iniziato, bastava dirlo' sobbalzo dallo spavento mettendo una mano sul cuore.

Che ci fa ancora qua?

'Pensavo te ne fossi andato' mi giro come se nulla fosse, e poi con non calanche, entro in doccia, lanciando fuori quello che rimaneva sul mio corpo.

Sì, lo sto provocando.

Caleb
Quella stronza mi sta tentando fin troppo, sa che la desidero, e sfrutta questo per farmi penare. Da quando ho capito di provare qualcosa per lei, il mio cervello è andato completamente a puttane.
Non che io sia cambiato, semplicemente ho trovato una ragazza -in questo caso Diana- che mi ha scombussolato la tranquillità.
In sua compagnia perdo il controllo, non ho mai voluto così tanto qualcuna.
Avere quella bambolina sotto agli occhi, senza poterla neanche toccare, mi manda in bestia.
E se penso che c'ero quasi, mi viene solo più voglia di spalancare le ante bianche della cabina, e concludere il lavoro iniziato poche ore fa.

Al diavolo, la desidero troppo.

'Non puoi comportarti in questo modo, e sperare che me ne stia buono' tolgo la salvietta dalla vita, e subito mi infilo sotto al getto d'acqua bollente.
Il mio occhio non può non ricadere sulle sue piccole, ma graziose curve del seno, e sul rotondo e sodo sedere al vento.
Prova a coprirsi, ma decido subito di passare all'azione: ora vediamo se quello che ha detto, lo pensava sul serio.
'Se non vuoi, basta respingermi' le sussurro in un orecchio, mentre con i polpastrelli inizio a fare su e giù ai lati delle gambe.
La sfioro con dolcezza, e man mano, i nervi tesi scompaiono del tutto sotto il tocco delle mie carezze.
'Vuoi davvero giocare a questo gioco con me Caleb?' Inaspettatamente, prende l'iniziativa iniziando a baciarmi il collo. Siamo entrambi completamente nudi, e ci metterei davvero poco a farla mia, se non fosse che devo assolutamente trattenermi.
Questa sorta di tensione sessuale tra noi due, non ci porterà a nulla di buono, ma per il momento me la godo.
Si muove esperta, mi stringe e bacia nei luoghi giusti: è aggressiva, ma allo stesso tempo molto passionale. Chiudo gli occhi, e alzo la testa sussurrando il suo nome.
'Chi è il ghepardo adesso?' Mi prende in giro sgattaiolando fuori in pochi secondi.
Calmo il respiro, ancora una volta è riuscita a scappare dalle mie grinfie: mi ha fregato.
Respinto ancora una volta.

Ma di una cosa sono certo, perderò completamente la ragione.

Spazio Autrice
Bentrovate con un capitolo forse un po' troppo lemon. Entrambi provano una forte attrazione verso l'altro, tuttavia, Diana appare sempre più sfuggente.
-Riuscirà il nostro amato protagonista a farla innamorare?
A presto❤️

Niente è come sembra - Caleb StonewallDove le storie prendono vita. Scoprilo ora