Capitolo 25

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Diana
Sono subito scappata.
Appena varcata la soglia della camera, con ancora il corpo bagnato, ho indossato prima l'intimo e poi i vestiti.
Non ho la benché minima idea di cosa stia realmente facendo.
Scendo le scale correndo, le gote sono rosse per l'imbarazzo e per l'affanno; se ripenso alla provocazione che gli ho fatto, alcuni brividi mi attraversano la schiena. Caleb mi porta a compiere azioni che non farei mai, scombussola la mia solita routine -come un fulmine a ciel sereno- e ne diventa il padrone indiscusso.
Non posso negare che i baci irruenti, le sue carezze nei punti giusti, hanno scatenato un impulso nella parte più nascosta del mio essere. Mentirei se dicessi che essi, non hanno avuto alcun effetto sui miei sentimenti.

Quello stupido idiota, mi è entrato dentro.

E seppur il mio cuore, mi stia urlando di lasciarmi andare a questo nuovo sentimento; il mio cervello, non fa altro che ricordarmi quanto è successo.
Quelle foto, rimaranno per sempre una macchia indelebile, all'interno di un curriculum quasi perfetto. Come se potessi davvero paragonare la mia vita, ad un misero pezzo di carta.
Stringo le mani sulle tempie, devo smettere di pensare anche solo per un secondo.
'Il mister ci ha dato la giornata libera, che ne dici di uscire?' Domanda una voce familiare alle mie spalle. Mi giro, ed una cresta bianca mi compare davanti agli occhi.
'Non saprei, credo di non essere in vena' rifiuto a testa bassa l'offerta, anche se effettivamente, l'uscita potrebbe aiutarmi a staccare la spina.
'Andiamo insisto, scaccia via le tue preoccupazioni, e vieni con me a prendere un gelato' si avvicina, sorridendo dolcemente al mio volto corrucciato.
'Va bene, se proprio ci tieni, andiamo' accetto un po' scocciata, avrei preferito la compagnia di Sharp anche per questa volta.
Ci avviamo verso l'esterno e visto il forte caldo, prima di uscire, mi guardo allo specchio facendo una coda alta.
'Ma che brava, passi velocemente da un giocatore all'altro' il suo tono carico di rabbia, arriva dritto alle mie orecchie. Stringo i pugni e chiudo gli occhi, se dovessi girarmi ora, per la sua faccia da stronzo: sarebbe la fine.
'Blaze andiamo. Non mi va di ascoltare il parere di persone, che non contano un cazzo' faccio finta di non sentirlo, prendo per mano l'attaccante ed usciamo dai dormitori.

Vuole davvero giudicarmi per questo?

'Non pensare a quello che ti ha detto Stonewall, è fatto così, dovresti averlo capito' il numero dieci, mi poggia una mano sulla spalla in segno di rassicurazione.
'È così dannatamente insopportabile, se pensa di avere anche solo un minimo di controllo su di me, si sbaglia di grosso!' Esclamo alzando la voce, mentre il mal di testa, aumenta con lo scorrere delle ore di questa giornata.
'Però, è la prima volta che sembra essere così interessato a qualcuno che non sia se stesso. Ti ronza sempre attorno, dove ci sei tu, compare sempre quella testa pelata' guarda l'asfalto grigio del pavimento, con aria quasi rancorosa.
'Deduco mi odi più degli altri' ed il solo pensiero che possa essere davvero così, mi provoca una crepa sul cuore.

Le ore a venire, passano all'extremis del sano divertimento. Passando davanti al parco giochi, ho insistito affinché passassimo la giornata all'interno, ed il porcospino, è stato più che felice di accontentarmi.
Ha persino vinto un peluche alla bancarella del tiro a segno: un piccolo Olaf, che mi ha subito regalato.
Ci salutiamo al bivio dei nostri dormitori, promettendo di passare al più presto un'altra giornata così spensierata, senza pensare alle solite preoccupazioni.
Spalanco la porta della mia stanza e sul letto, come al solito, ci trovo steso il castano: ormai, è diventata un'abitudine, non mi scandalizzo neanche più.
'Ti sei divertita a prendere per il culo un altro ragazzo? È caduto come tutti nel tuo tranello, o si è reso conto della vipera viscida che in realtà sei?' Dice Caleb guardandomi con ribrezzo, e se uno sguardo potesse uccidere, ora sarei morta.
'Pensi davvero questo di me?' Domando a mia volta, ferita dalle sue parole.
'Se non lo pensavo, non te lo chiedevo non credi?' Si alza minaccioso, e solo dopo, si rende conto del pupazzo che stringo tra le mani.
'Oh, vedo che non hai perso tempo, vi siete anche baciati? Forse dovrei dirgli che poche ore prima, quelle labbra si posavano sulle mie' ghigna convinto che così facendo, mi rovinerà ancora una volta la vita.
'Pensavo fossi cambiato' lascio il pupazzo di neve sul tappeto e senza girarmi, guardando la piccola scrivania, aspetto una risposta che non tarda ad arrivare.
'Non cambierò mai per nessuno' sento le ginocchia venire meno, e sono costretta a sedermi sul bordo del materasso.
'Ma puoi sempre migliorare, se ne vale la pena' e in cuor mio, spero vivamente risponda che se si tratta di me: può accettare qualsiasi cosa.
'E tu credi di valerne la pena, è questo che mi stai dicendo?' Parla scoppiando a ridere, e sento qualcosa, nella parte più remota del mio animo spezzarsi definitivamente.

Ora basta, non posso più tollerarlo.

Mi alzo in piedi e con rinnovato rigore, mi avvicino alla maniglia, spalanco l'asse di legno e con sguardo di ghiaccio espongo: 'esci immediatamente da questa stanza' ed i miei occhi d'orati, non sono mai stati così seri.
Prova a dire qualcosa, ma non appena vede che sto per perdere le staffe, esce lanciando a terra una maglia familiare.
Precisamente, quella che gli avevo lasciato prima di partire per l'Italia.
Mi accascio a terra, ed una piccola lacrima scivola sulla mia guancia: ancora una volta, la sua cattiveria è venuta fuori, e ancora una volta, stavo per cedere e fidarmi di quella fottuta testa d'ananas.
Accasciata al pavimento, neanche mi rendo conto, che qualcuno sta bussando sul muro per richiedere di entrare.

'Shawn, dimmi tutto' gli faccio cenno di entrare, ma nonostante ciò, si limita a sedersi al mio fianco

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'Shawn, dimmi tutto' gli faccio cenno di entrare, ma nonostante ciò, si limita a sedersi al mio fianco.
'Hurley mi ha detto di quanto ha visto, tranquilla, sono l'unico che lo sa. Passavo qua fuori, e ho visto un Caleb furioso uscire dalla tua stanza. Ho fatto due più due, che succede piccolina?' Apre le braccia e mi immergo al loro interno scoppiando definitivamente a piangere.
Stringo la sua polo grigia, e immergo la testa nel suo collo che sa di muschio: sa sempre come consolarmi.
'Non ne posso più! Credo di star perdendo la testa appresso a quell'idiota, che la sola ed unica cosa buona che sa fare: è ferirmi con le sue spregevoli parole' singhiozzo rumorosamente, e l'albino inizia di conseguenza, ad accarezzarmi la schiena.
'Sta tranquilla, ci siamo noi qua a darti una mano' mi asciuga con il pollice le gocce di "coccodrillo" e con un sorriso, prova a rassicurarmi.
'La cosa peggiore di tutto questo, è che per un attimo, pensavo davvero ci tenesse a me' concludo accantonando per un po' la rabbia.

Narratrice
Nessuno dei due, immaginava che fuori quella stanza, nascosto nell'ombra del corridoio, in preda -forse- ai sensi di colpa: c'era il diretto interessato, che dopo averla sentita parlare, prendeva a pugni il muro.

Ne aveva combinata un'altra delle sue, e questa volta, non era in grado di rimediare.

Spazio Autrice
Questo capitolo mi piace particolarmente, perché nonostante il forte litigio per la gelosia di Caleb, anche Diana sembra essersi accorta che qualcosa inevitabilmente sta per cambiare.
-Cosa succederà nel prossimo?
-Riusciranno a chiarire, o ci sarà bisogno di un avvenimento esterno?
A presto, stefy❤️

Niente è come sembra - Caleb StonewallDove le storie prendono vita. Scoprilo ora