Capitolo 30

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Non appena il detective se ne andò, Amelie riferì la notizia del presunto omicidio alla servitù, al che Anne si portò le mani alla bocca sbarrando gli occhi, George abbassò la testa mentre Fernande scuoteva la testa.

 «Chi può essere stato? Povera piccola», disse Anne. 

 «Se avessi quel farabutto tra le mani io...», esclamò invece Fernande. 

 «Ha idea di chi potrebbe essere stato?», domandò George. 

 «No, nessuna. Il detective indagherà ancora e poi ci farà sapere non appena scopriranno qualcosa». 

 In quel momento arrivò Diana che, trovandosi davanti delle facce sconvolte, chiese: «Cosa c'è?».

 «Niente Diana, niente. Torna a giocare». 

 La bambina alzò le spalle e uscì nuovamente.

 «Dovremmo dirglielo?», domandò timidamente Anne.

 «Certo che no Anne! Come puoi dire ad una bambina che qualcuno, molto probabilmente, ha ucciso i suoi genitori?», rispose la cuoca. 

 «Si non penso sia il momento giusto per dirglielo. Non è nemmeno sicuro. E poi tra due giorni è il suo compleanno, pensiamo a quello», acconsentì Amelie. 

 «E cosa ha in mente, madame?», chiese Anne. 

 «Ho in mente di festeggiare», rispose Amelie con un piccolo sorriso. «Tra di noi, certo. Fernande? Puoi preparare una torta?».

 «Certo che si!».

 «E tu Anne, puoi pensare a qualcosa di... speciale?». 

 «Certamente madame». 

 «George, mi porteresti in paese domani? Ho una commissione importante da fare».

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Due giorni dopo tutto era pronto. Quella mattina Diana, scendendo a fare colazione, andò in cucina ma non vi trovò nessuno. Confusa si guardò intorno ma non c'era davvero nessuno. Eccetto una torta. Si avvicinò e si sedette al suo posto. Era una torta abbastanza grande, ricoperta di zucchero con della frutta sul bordo di ognuno dei due strati. In cima si trovava una ciliegia. Si guardò intorno ma essendo ancora da sola, decise di prenderla. Poco prima che la toccasse entrarono tutti gli altri urlando: «Sorpresa!». 

 Diana lanciò un urletto, li guardò meravigliata e sorrise. 

 «Stavi per prendere la ciliegia non è vero?», le chiese la cuoca ridendo. 

 La bambina sorrise imbarazzata, poi domandò. «Perché avete fatto così?».

 «E' il tuo compleanno oggi». 

 «Oggi? Davvero?».

 La domestica annuì. 

 «E questa torta è per me?».

 «Si, finché riesci a mangiarla», rise Fernande.

 «E' davvero molto bella», disse Diana guardando la torta. 

 George tirò fuori dalla tasca della giacca un piccolo sacchetto. «Ti abbiamo fatto un piccolo regalo». 

 «Davvero?», chiese entusiasta la bambina. 

 George annuì mettendo sul tavolo il sacchetto. 

 «Posso aprirlo?». 

 «Certo». 

 Diana lo aprì e ci trovò all'interno un grazioso cappellino rosso che subito indossò. 

 «Per quest'inverno. Così terrai a caldo le orecchie», spiegò Anne. 

 Diana rise. «Grazie, mi piace». 

 Poi parlò Amelie che fino a quel momento non aveva aperto bocca. «Anch'io ho una cosa per te». Si alzò e le porse un pacchetto. Poi tornò al suo posto. Diana lo scartò incuriosita e ci trovò un piccolo libro rilegato in legno.  Lo aprì e vide che era vuoto. Guardò la zia confusa che le spiegò: «E' vuoto perché sarai tu a scriverci qualcosa». 

 «E cosa?». 

 «Qualsiasi cosa. I tuoi pensieri, una storia .Tutto quello che vuoi». 

 La bambina cominciò a guardare il regalo con occhi diversi, avendone capita la funzione. Scese dalla sua sedia, andò dalla zia e la abbracciò. «Grazie, è il regalo più bello di sempre». 

 Amelie ricambiò l'abbraccio, sorridendo. 

La dolcezza delle nuvoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora