Capitolo 18

14 2 0
                                    


Amelie si trovava in biblioteca a leggere quando sentì Diana ridere al piano di sotto. Si affacciò sul corrimano delle scale a vedere: il maestro Dubois era arrivato. 

 Diana lo osservava contenta.

 «Oh eccola. Io torno a sbrigare le mie faccende. È stato un piacere rivederla», Anne salutò il maestro e se ne andò. 

 Intanto Amelie li aveva raggiunti. 

 «Amelie, com'è cresciuta!», la accolse il vecchio signore.

  «Sono passati parecchi anni, Pierre», gli rispose lei gentilmente.

 Il Signor Dubois era un uomo alto e magro. In testa aveva ancora molti capelli, ormai diventati tutti bianchi. Pierre si rivolse a Diana. «Sai, Diana un po' di anni fa ho insegnato a tua zia, era piccola come te». 

 «Davvero?», chiese la bambina stupita. 

 «Si e pure a suo figlio». Si rivolse poi ad Amelie «Come sta Tom?». 

 «Non faccia domande su questo, la prego. Le chiedo di capire».

 Pierre annuì. Per un momento tutti tacquero. «Che dici, Diana? Cominciamo?». 

 «Si, si si!», rispose la bambina, entusiasta. 

 Amelie li accompagnò in biblioteca dove cominciò la lezione, dopo aver chiesto al vecchio maestro se, data l'età, volesse tenere la lezione al piano di sotto ma lui aveva negato categoricamente ma sempre sorridendo. Si sentiva ancora abbastanza agile. 

 Amelie prima di chiudersi la porta alle spalle si fermò a guardarli. 

 «Cominciamo con l'alfabeto». 

 «Va bene». 

 Pierre estrasse un piccolo libretto dalla sua borsa e lo aprì su una pagina in cui erano presenti tutte le lettere dell'alfabeto in vari caratteri. 

 Amelie, poco dopo, ebbe un déjà-vu e, infastidita, se ne andò.

---

Finita la lezione, Pierre e Diana scesero le scale ai cui piedi li aspettava Amelie che chiese: «Come è andata?». 

 «Benissimo!», rispose Diana. «So l'alfabeto: a,b,d...». 

 «Oh, oh ci vorrà ancora un po' di esercizio mia cara», le disse sorridendo il maestro. 

 «Si credo di si». Diana vide Fernande in cucina. «Fernande! So l'alfabeto!» e le corse incontro. 

«Sentiamo quest'alfabeto allora», la accolse calorosamente la cuoca. 

 Rimasti soli, il Signor Dubois, si rivolse alla donna. «Amelie, mi ha chiesto di non farle domande, ma mi permetta di fargliene una sola. Lei sta bene? Intendo, davvero?». 

 «Si Pierre, sto bene. Davvero».

 «Bene. Sa che se le serve qualcosa e le mie gambe birichine me lo permettono, non esiti a chiedere». 

 «Grazie Pierre». 

 Il maestro annuì. «Alla prossima settimana allora». 

 «Si, alla prossima settimana».

La dolcezza delle nuvoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora