Capitolo 32

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Qualche giorno dopo il compleanno di Diana, Amelie si trovava in spiaggia. Stava leggendo un libro per capire se potesse essere abbastanza semplice per la nipote.

 Nel frattempo, in casa, qualcuno bussò alla porta. Destino volle che fu proprio Diana ad aprirla ritrovandosi davanti le altre due zie: Isabelle e Marie. 

 «Oh, proprio la persona che stavamo cercando. Ci fai entrare?», chiese Marie. 

 La bambina si allontanò per farle passare. 

«Chi c'è in casa, piccola?». 

 «Mia zia è in spiaggia. Anne e George sono in giardino e Fernande è in cucina».

 Le sorelle si trattennero a malapena dalla gioia. «E allora... se non hai niente da fare in questo momento non è che ci faresti fare un giro della casa?».

 «Non so se...». 

 «Vorremmo solo fare un semplice giro», le disse sorridendo Isabelle. 

 «Ok...», rispose vaga Diana.

 Le due sorelle si guardarono soddisfatte. 

Dopo qualche minuto, arrivate in biblioteca, Marie non più nella pelle, diede una lettera alla bambina. «Diana, prima ho trovato questa lettera, qui in casa e ho pensato che forse dovresti leggerla... noi possiamo ascoltarti se vuoi». 

 Diana la prese in mano, la aprì e vide che era da parte della zia e cominciò a leggere.

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Un po' di tempo dopo Amelie rientrò in casa e sentì un gran baccano provenire dall'ingresso. Si diresse in quella direzione e fu sorpresa nel vedervi moltissime persone: per prime notò Marie e Isabelle che la guardavano sorridendo. Vicino a loro si trovava Anne e piangeva tra le braccia di George mentre Fernande le accarezzava la testa cercando di calmarla. Dietro di loro si stupì di vedere Alexa Smith. Per ultima vide Diana che piangeva e vedendola così le si spezzò il cuore. Amelie non riusciva a capire cosa stesse succedendo poi la voce di Alexa interruppe i suoi pensieri. 

 «Madame Lambert, salve», le disse tristemente. Quella gioia con cui si era presentata la volta scorsa era sparita del tutto. «Sono stata convocata dalle sue sorelle qui presenti», disse indicandole. «Mi è stato riferito che questa casa... insomma...». 

 «Cosa?», chiese aspramente Amelie. 

 «Riteniamo che questa casa non sia più idonea e sicura ad ospitare Diana e che nemmeno lei..», mosse una mano verso la padrona di casa. «... lo sia più». 

 Amelie, a quelle parole, le parve che il mondo le cascasse addosso. «Non di nuovo» pensò. Le sembrò per un momento di esser ritornata a quel pomeriggio di 12 anni prima quando le era stato portato via Tom. Ed ora anche Diana le sarebbe stata portata via. Amelie non disse niente.

 «Ho letto delle cose a dir poco... raccapriccianti. Non è più sicuro per la bambina vivere qui. Non era mai successo prima d'ora ma riteniamo tutti che sia giusto così». 

 Amelie però non sentì le sue parole. Si era completamente bloccata e chiusa in sé stessa. 

«E dove andrà?», chiese Anne tra le lacrime. 

 «Finché non troveremo una casa più adatta a lei resterà da noi in orfanotrofio». 

Alexa guardò Amelie tristemente, in cerca di un qualche segno, di una qualche spiegazione ma ricevette solamente uno sguardo vuoto, privo di emozioni. 

 «Dovremmo andare, ora. Nei prossimi giorni tornerò con delle carte». 

 Le sorelle accompagnarono fuori Diana, parlando tra di loro mentre Alexa, avvicinandosi ad Amelie, le porse la lettera. «Mi dica che non ha davvero scritto lei queste cose», disse speranzosa la donna.

 Amelie guardò il foglio ma sopra, non ci vide nulla di chiaro. Nonostante questo, lo prese in mano, con un movimento meccanico. Alexa interpretò quel gesto come un si e annuendo si voltò. Fece un cenno di saluto alla servitù e poi uscendo si chiuse la porta alle spalle lasciando Amelie completamente in ombra. Sulla sua guancia cadde la prima lacrima. 

La dolcezza delle nuvoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora