Era riuscito a evitare le domande di John.
Aveva fatto finta di dormire e si era coperto con le lenzuola, in modo da non far vedere quanto fosse messo male. John la mattina si svegliava molto presto, praticamente arrivava sempre in anticipo alle lezioni. Sherlock, invece, era già tanto se le frequentava. Quel giorno sarebbe andato, ma di certo avrebbe prima aspettato che John fosse uscito.Appena sentì la porta chiudersi, lanciò via le coperte e si alzò dal letto. Per prima cosa controllò i lividi sul proprio viso, il torace aveva smesso di fargli male. Il naso non era messo terribilmente, le labbra erano molto increspate e aveva uno zigomo violaceo.
Si vestì e andò a lezione.
***
La professoressa non aveva ancora cominciato a spiegare, di conseguenza la classe stava riempiendo la stanza con le proprie chiacchiere. Ma questo non salvò Sherlock dal ritrovarsi gli occhi di tutti addosso. Già di norma non era strano che accadesse, in più aveva l'aria di un reduce da una rissa e puzzava particolarmente di fumo. Ma ciò che gli creava problemi era che l'unico posto libero fosse, come d'abitudine in realtà, quello vicino a John. Andò a sedercisi, come se John non avesse avuto gli occhi spalancati fissi su di lui.
Aveva deciso di provare davvero a seguire la spiegazione. Ma non poteva farci molto se questa non iniziava.
-Holmes?- la professoressa si stava avvicinando -Hai bisogno di...-
-Oh per piacere.- probabilmente avrebbe potuto interrompere anche il discorso di un dittatore con quel tono -Veda di dedicarsi alla lezione. Provare a farne una pensando anche a qualcosa che non la riguarda la renderebbe solo più penosa.-
Silenzio.
Il rumore dei tacchi della donna che tornava alla lavagna.
-Dove eravamo arrivati l'ultima volta, ragazzi?-
***
In qualche modo, Sherlock era riuscito ad arrivare alla fine delle lezioni. Ma non avrebbe resistito un secondo di più. Appena suonata l'ultima campanella della giornata, uscì dall'aula per andare verso l'uscita della scuola. Ma ovviamente doveva ancora fare i conti con John. Quest'ultimo, gli era andato subito dietro, fermandolo appena fuori dalla classe.
-Sherlock chi ti ha ridotto così?- non rispose subito. Prima fissò lo sguardo sulla mano che John gli aveva stretto intorno al braccio per fermarlo. L'amicizia con John aveva smussato molto il suo carattere, almeno in presenza del biondo e quando era di buon umore, ma il contatto fisico continuava a infastidirlo. John capì e gli lasciò il braccio, ma continuò a tenerlo incatenato con lo sguardo -Sherlock.-
-Visto che avevi da fare, ieri sono andato a Londra da solo. Ho trovato un caso e ho fatto arrestare un uomo che ha pensato di lasciarmi un regalino.- era bravo a mentire, ma se c'era qualcosa in cui John era nettamente più bravo di lui, era capire le persone.
-No. Non è vero.- Sherlock alzò gli occhi al cielo sbuffando -Dimostramelo. Dimmi come si chiama e cosa ha fatto.- fortunatamente, aveva letto sul giornale di un assassinio avvenuto il giorno prima e non l'aveva ancora rimosso dalla mente.
-Ha soffocato un collega facendolo poi sembrare un suicidio. Il nome non l'ho chiesto, lo faccio solo se mi è necessario per le indagini, ma lui è rimasto sempre sulla scena del crimine, credendo fosse una mossa furba.- parlando non aveva mai interrotto il contatto visivo, sapeva che le persone la ritengono una prova di sincerità. In realtà John non era ancora affatto sicuro, ma lasciò correre.
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REMEDY || Johnlock (in pausa)
FanfictionJohn si sentiva oppresso dalla folla da tutta la vita. Ogni giorno, quando apriva bocca per dire qualcosa, doveva sempre ponderare attentamente ciò che avrebbe voluto dire. A volte mentiva, molto più di quanto voleva. "Sono gay". Questo non doveva n...