Nella carriera scolastica di John Watson, c'erano stati molti rientri a scuola tragici. Fin dall'asilo, aveva capito che quella cosa del "Così rivedi i tuoi amici, sii felice" era una fregatura bella e buona. Specie negli anni in cui, di amici, se ne hanno ai minimi storici. Del resto, se si è amici, non ci si limita certo all'incontrarsi a scuola.
Ma al rientro, che sarebbe avvenuto il giorno dopo, avrebbe ripreso a condividere una camera con Sherlock. Ormai non si parlava neanche di felicità, ma di qualcosa che andava ben oltre. E andava oltre i modi di Sherlock, oltre i suoi malumori. Sapeva che nel giorno del rientro, sarebbe stato scontroso. Se per John la scuola era una scocciatura, su Sherlock sembrava avere l'effetto della peggiore delle punizioni. Ma sperava di riuscire a infondergli la sua gioia, in qualche modo.
Avevano deciso di incontrarsi sotto casa di John, era il 31 ottobre e Sherlock amava andare a caccia di crimini in occasioni del genere, diceva che la gente cominciava a svegliarsi e a essere originale.
John era già pronto ad aspettare. Era pronto da un po'. Forse troppo. Sherlock, invece, arrivò perfettamente in orario. Di sicuro, il malumore non era ancora arrivato, anzi, se fosse stato il tipo, avrebbe camminato saltellando. John sorrise a vederlo così.
-Allegro oggi, eh?- gli chiese quasi ridendo.
-Abbiamo già tre scene del crimine da visitare. E sono solo quelle di cui hanno parlato sul giornale.-
***
-Tu che ne pensi?- un uomo era stato ritrovato morto in un vicolo adiacente a un teatro. Per tutto il giorno, Sherlock aveva chiesto i pareri di John, prima di annunciare come si fosse effettivamente svolto il crimine. Quel caso era piuttosto singolare: il sangue della vittima era verde.
-Beh... Di sicuro quel sangue non è naturale. Cioè, è il suo, ma probabilmente gli avranno fatto ingerire qualcosa per farlo diventare di quel colore.- Sherlock annuì, per farlo continuare, notando che voleva aggiungere qualcosa -Non è morto per le ferite: sono state fatte dopo. È morto per quel che ha ingerito. I tagli sono solo per far scena.- si sforzò di arrivare a una conclusione finale, ma le sue osservazioni si fermarono lì.
-Hai detto "gli avranno". Hai dato per scontato che ci siano più colpevoli.- gli fece notare Sherlock.
-Oh... Sì, ma era giusto per dire...-
-No. Va bene. Ti ricordi cosa ti avevo detto riguardo le sensazioni?- John ci pensò per qualche secondo, poi capì e fece cenno a Sherlock di continuare -Ha a che fare con il suo lavoro nel teatro. Sono stati in due: uno si è occupato della sostanza per il sangue verde, l'altro beh...- diede un'altra occhiata alla scena del crimine. Di certo era la più impressionante che, John sicuramente, avessero mai visto: il sangue non era l'unica cosa verde presente, ma c'era anche una specie di aura circolare, disegnata forse con dei pastelli, che si andava a focalizzare verso il morto, il quale era vestito con un completo nero risalente a circa il 1800 -Deve aver pensato alla scena. Erano suoi colleghi. Lui era un attore, mentre gli assassini si occupavano delle scenografie, rimanevano dietro le quinte.- si rivolse ai poliziotti -Vi basterà trovare chi lavora come capo scenografo e chi come addetto agli effetti speciali.- gli agenti si guardarono tra di loro, dubbiosi, ma entrarono nell'edificio senza fare domande. Pochi minuti dopo ne uscirono con i due colpevoli.
Sherlock e John si allontanarono, tornando a girovagare per le strade di Londra. nStava per arrivare il buio e cominciavano a vedersi molti più bambini mascherati che andavano a fare dolcetto o scherzetto accompagnati dai genitori. Ma c'erano anche persone più grandi, persone dalle quali lo sguardo di Sherlock era attirato quasi involontariamente.
-E con quello li hai risolti tutti e tre. Che si fa ora?- domanda scontata. Sherlock avrebbe potuto perfettamente continuare fino a notte fonda. Ma qualcosa gli disse che avrebbero potuto anche fare altro. Qualcosa che magari era più tra le abitudini di John.
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REMEDY || Johnlock (in pausa)
FanficJohn si sentiva oppresso dalla folla da tutta la vita. Ogni giorno, quando apriva bocca per dire qualcosa, doveva sempre ponderare attentamente ciò che avrebbe voluto dire. A volte mentiva, molto più di quanto voleva. "Sono gay". Questo non doveva n...