Capitolo 5

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La convivenza con Sherlock non era poi così terribile, o comunque era molto meglio dell'Apocalisse descritta da Philip.

Certo, Sherlock suonava il violino anche ad orari improponibili, ma in realtà John si addormentava più facilmente quando la notte sentiva le dolci melodie del violino, anche se c'erano volte in cui quelle melodie sembravano prese da un film d'azione e in quei casi dormire non era esattamente semplice.

Faceva anche esperimenti, che a volte erano interessanti e tranquilli, altre forse altrettanto interessanti, ma John non avrebbe potuto mai saperlo, dato che finivano spesso col distruggere qualcosa. Qualcosa che poi capitava anche che appartenesse a John e in quei casi le incazzature non gliele toglieva nessuno.

La cosa più problematica era il cibo. O meglio, ciò che spesso John, distratto da altro, confondeva per cibo. Bisogna dire che in effetti i barattoli con sangue coagulato somigliano molto alla marmellata, specie se mentre te lo spalmi sul pane sei occupato a non togliere gli occhi di dosso al tuo compagno di stanza.

Ma alla fine John sapeva a cosa era andato incontro e non gli sembrava poi tanto giusto lamentarsi troppo, aveva scelto lui di cambiare camera.

Inoltre, avrebbe sopportato molto volentieri tutte le stramberie di Sherlock in cambio di stare semplicemente in sua compagnia. Era assurdo e totalmente insensato, ma sentiva che avrebbe perdonato qualsiasi cosa a quel ragazzo.

Più che farlo arrabbiare, di solito Sherlock lo incuriosiva. Aveva già appurato che il suo intuito era fuori dalla norma e che in chimica andava davvero forte, anche se poi per tutto il resto non sapeva davvero nulla, al massimo le cose che non conosceva le capiva intuendole. Non lo vedeva mai aprire un solo libro di scuola, quello di scienze a parte, anche se si capiva bene quanto poco lo apprezzasse. Ciò che John avrebbe voluto sapere era come faceva una persona del genere, una persona che sarebbe potuta essere facilmente lo studente migliore della scuola, forse dell'intera Inghilterra, a non sapere cose che si insegnano a bambini della scuola elementare. E non è un'esagerazione. Anche John si era cimentato in un po' di esperimenti negli ultimi giorni, ponendo a Sherlock ogni tanto delle domande che per chiunque sarebbero dovute essere scontate, facendo finta che fossero per i suoi compiti di scuola. Sherlock non diceva mai "Non lo so", ovviamente, ma non serviva il suo intuito per capire che non aveva idea che la regina fosse a capo dell'Inghilterra al momento. Le sue conoscenze, poi, erano completamente azzerate non appena si andava a parlare di un argomento come il cinema o la musica, violino a parte, tutto ciò che riguardi il sociale e la mente umana, anche se quest'ultima è da precisare: sapeva perfettamente come reagiscono le persone a ciò che succede loro, ma non aveva idea del perché e neanche gli interessava, per lui i sentimenti erano solo delle frivolezze, qualcosa che lui si imponeva di evitare. E quindi a John non poteva che venire in mente una frase: "Anche io vorrei chiarire una cosa: non volevo trattarti male." Non è una frase che si dice se vuoi tenerti alla larga dai sentimenti.

E poi c'era il fratello, quello che aveva praticamente corrotto il preside della scuola affinché il cambio di stanze fosse effettuato. Quello che c'era di strano era che Sherlock non sembrava tipo da chiedere aiuto e non sembrava gliene importasse tanto da far corrompere il preside. E poi la loro ostilità reciproca, anche quella era strana. Il fratello l'aveva aiutato, anche se non ne sembrava entusiasta, eppure Sherlock l'aveva trattato come se gli avesse fatto un torto. Non ne avevano mai parlato, non si conoscevano abbastanza da parlare di fatti personali, ma John contava di arrivarci abbastanza in fretta, anche se sarebbe stato difficile visto quanto era distaccato Sherlock.

Inoltre, spariva di continuo. Spesso John tornava in camera, dopo le lezioni, e la trovava vuota. Non c'erano orari precisi in cui Sherlock tornava, poteva essere dopo mezz'ora così come dopo molte ore e non si lasciava mai sfuggire un commento su cosa aveva fatto. John moriva dalla voglia di sapere dove se ne andava e aveva deciso che glielo avrebbe chiesto. Il momento migliore per farlo era la domenica, quando non avevano lezioni e avrebbero potuto parlare senza fretta.

REMEDY || Johnlock (in pausa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora