CAPITOLO 39

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-Non sono affari che ti riguardano.- borbottò sedendosi sul letto.
Ieri notte non avevo chiuso occhio,ero rimasta tutto il tempo a riflettere. Riflettere su Cameron,su Cloe,su Konstantin e su Dimitri.
Appena vidi l'alba mi alzai subito dal letto,cercando di dare delle risposte alle mie domande.
Ero entrata da circa un minuto nella stanza del russo,che nel frattempo stava alzando dei pesi enormi.
-Ma non ti ho fatto nessuna domanda.-
-So già cosa vuoi chiedermi.- sbottò lanciandomi un'occhiata e riprendendo in mano quegli aggeggi.
Abbassai il capo e mi feci coraggio.
-Te lo chiedo per favore Dimitri,dimmi solo perché Konstantin ti ha definito....in quel modo-
-Un assassino?- scoppiò a ridere da solo come se avesse detto la cosa più divertente al mondo.
Alzai un sopracciglio,e automaticamente l'occhio mi cadde sui muscoli dei bicipiti che flettevano ad ogni singolo movimento.
Il ragazzo davanti a me sbuffò e mi raggiunse.
-Puoi credere a quello che vuoi ragazzina. Di certo non mi offendo.- continuò fissandomi con le sue iridi scure.

-Ti prego,Dimitri.- lo supplicai con lo sguardo,sperando che almeno questa volta potesse raccontarmi qualcosa di sé.
Il russo mi fissò per qualche altro secondo,per poi sospirare e sedersi nuovamente.
Mi accomodai di fianco a lui,mantenendo una certa distanza.
-È iniziato tutto il 31 dicembre di qualche anno fa,ero ad una festa con molte persone per festeggiare l'arrivo del nuovo anno. Era appena iniziato il countdown,quando di fronte a me vidi una delle ragazze più belle che avessi mai notato. Come uno scherzo del destino quella ragazza si voltò subito,sorridendomi. Inutile raccontarti come sono andate le cose. Ci siamo conosciuti,e siamo stati insieme per molto tempo. Lei era diversa,non come le altre donne di oggi. Non sapeva dell'altra vita di suo fratello,finché non arrivò quel fatidico giorno.
Io avevo bisogno di soldi,la mia famiglia stava cadendo in rovina,così parlando con un paio di amici,tutti mi consigliarono di andare da un certo Konstantin Sergevič. Ero solo un ragazzino all'ora,e l'idea di guadagnare dei soldi facili mi attirava molto. Sono andato da questo ragazzo,che aveva pochi anni più di me,e lui subito mi ha riconosciuto,facendomi giurare di non dire mai niente a Valerie. Io ovviamente acconsentii non aprendo mai bocca. Un giorno però,durante un'importante incontro di affari,vidi Val entrare nell'edificio e iniziare ad urlare su quello che stessi facendo. Mi aveva seguito. La sorella di Konstantin mi aveva seguito perché pensava che avessi un'altra. Le altre persone con la quale dovevamo concludere uno scambio pensarono che fosse una forma di imboscata,o non so che cazzo pensarono. Iniziarono ad allontanarsi,e quando uno dei nostri cercò di fermarli loro si allarmarono,iniziando a sparare. Erano alle prime armi,si vedeva,erano stati incaricati di portare a termine quell'incarico da qualcun altro,ed essendosi spaventati iniziarono a fare l'ultima cosa che non dovrebbe mai accadere.
Perdere il controllo.

Ovviamente iniziò una specie di guerra,dove Valerie ne rimase coinvolta. Uno stupido ragazzino le sparò dritto in fronte.- Dimitri si fermò solo in quel momento,cercando di prendere aria.
Guardò altrove,per poi continuare.
-Cercai in tutti i modi di soccorrerla,anche se sapevo già che era finita. Appena mi inginocchiai per aiutarla qualcosa mi colpí dietro la testa.
Quando mi svegliai trovai le auto di Konstantin,con lui che osservava il corpo di sua sorella,immobile.
Appena vide che avevo ripreso i sensi mi iniziò ad accusare di cose orribili. E quando collegai tutti i fili del cervello iniziai a guardami intorno,in mano avevo una pistola,quella che l'aveva uccisa. Avevo il suo sangue sulle mani,non so come. L'unica cosa di cui sono certo è che quei figli di puttana mi avevano incastrato,ma nessuno mi ha mai creduto. Era sparito tutto,prove che c'era stato uno scontro,telecamere di sorveglianza,tutto.
Era stato tutto architettato alla perfezione,facendo credere che in quella stanza ci fossimo solo io e lei. Per questo motivo poi ho deciso di evitare l'argomento. Sarebbe stato inutile continuare a difendermi. Nessuno mi avrebbe mai creduto.
Da lì poi è iniziata la faida con Konstantin,lui ha iniziato ad uccidere persone che mi erano care,e lo stesso io. L'unica differenza è che lui si limitava ad ucciderle,io invece le prendevo,e le torturavo per giorni,per cercare di ricavare quante più informazioni possibili su Sergevič. Volevo trovare il suo punto debole,e farla finita una volta per tutte. Per questo motivo lui mi chiama assassino,lui come tutti d'altronde. Perchè io uccido le persone che mi tradiscono o che mi intralciano senza pietà. Non c'è una vera e propria differenza tra me e lui,tranne che io non ho mai,e mai lo farò,ammazzato donne,bambini,o persone innocenti,a differenza sua.- si fermò di nuovo alzando lo sguardo.

-Ora pensa quello che vuoi. La parte più importante della storia la sai,e sta a te decidere cosa pensare. Sappi che a me non farà alcuna differenza il tuo pensiero.- borbottò girandosi dall'altra parte.
Per tutto il tempo del racconto ero rimasta in silenzio,incredula su ogni singola parola che usciva da quella bocca. Dimitri era stato innamorato,gli era stata uccisa la ragazza,e successivamente incastrato della sua morte.
Dio solo sa cosa ha passato,cosa ha dovuto subire,e che io possa finire all'inferno per quello che sto pensando,ma per me questo ragazzo non ha fatto nulla di male. Ha ucciso molte persone si,ma solo quelle che ce l'avevano con lui. Forse i suoi metodi sono sbagliati,ma io non sono nessuno per giudicarlo.

In quel momento feci l'unica cosa che mi venne in mente.
Lo abbracciai velocemente,avvolgendo le braccia attorno al suo collo. Strinsi gli occhi sperando che non mi scansasse per poi cacciarmi fuori dalla stanza. Avevo fatto tutto in fretta per non dargli il tempo di rendersi conto di quello che stava succedendo. Anche se non lo avesse mai ammesso,un abbraccio in situazioni del genere non nuoce a nessuno. Avrebbe potuto spostarmi,urlarmi contro,non mi interessava. L'unica cosa che volevo è che si sentisse capito per almeno qualche secondo.
Spalancai gli occhi quando sentii le sue mani sulla schiena. Mi voltai abbastanza per avere le mie labbra vicino il suo orecchio.
-Tu non sei ne un mostro,ne un assassino,Dimitri Ivanov. Sei solo un uomo pieno di dolore. L'unica cosa che devi fare,è ritrovare la forza di tornare a vivere.-

Il russo mi allontanò dolcemente,guardandomi negli occhi. Mi accarezzò una guancia,per poi chiudere gli occhi e voltarsi.
Scosse la testa,e finalmente aprí bocca.
-Va ora.-
Sospirai e abbassai lo sguardo. Me lo sarei aspettato,ma speravo con tutto il cuore che quel momento non arrivasse mai.
Annuii e uscii,chiudendo la porta alle mie spalle.
Dimitri si era aperto con me,mi aveva raccontato una parte della sua vita,facendomi capire come era arrivato a diventare così.
Lo apprezzavo molto. Senza rendersene conto aveva migliorato la mia giornata,facendomi sentire importante. Non importa se per lui rappresentavo un'insignificante ragazzina che non sapeva in cosa si cacciava ogni giorno,finalmente si era aperto con me,facendo un passo in avanti.
Dimitri Ivanov non aveva bisogno della morte,o della galera,aveva solo bisogno di essere salvato.










Dimitri's pov
Presi in mano i pesi e continuai ad allenarmi duramente. Non avevo mai raccontato a nessuno di quella parte della mia vita,i miei familiari conoscevano la storia,ma non così dettagliata. Ogni volta che cercavano di tirarmi fuori qualcosa,io evitavo l'argomento.
Poi è arrivata questa stupida ragazzina,che con la sua aria da principessa pensava di poter risolvere i problemi di tutte le persone che la circondano.
È una sognatrice,una sognatrice che non sa cosa c'è al di fuori del mondo che lei si aspetta. Quello in cui si sta cacciando è solo un assaggio della vita che le spetta se continua di questo passo.

Posai bruscamente gli attrezzi sul tappeto,prendendo in mano il cellulare che aveva appena vibrato.
Era un messaggio,un suo messaggio.
Ti ringrazio per esserti aperto con me. Mi dispiace di non averterlo potuto dire di persona,ma so che se lo avessi fatto mi avresti riso in faccia per il mio essere così infantile.
Apprezzo davvero tanto quello che hai fatto,potrà sembrare stupido ma so quanto ti sia costato farlo.
Non cedere Dimitri,non farlo. È l'unica cosa che ti chiedo.




Quella ragazza sembrava un angelo. Non in senso sdolcinato o metaforico. Ma un vero e proprio angelo mandato da Dio,per chiedermi di non cedere a questa vita di merda,e di continuare ad avere la speranza. Come se un giorno tutto questo schifo potesse ad un tratto cambiare,e tornare a darmi la felicità.
Tutto questo era completamente stupido. A furia di starla a sentire,quella ragazzina mi stava trasmettendo le sue stronzate.
Avrei voluto scrivergli che non so perché mi sono aperto con lei,perché le ho raccontato una parte così importante della mia vita,e che se potessi tornerei sicuramente indietro,ma l'unica cosa che mi venne da fare era quella di sorridere. Sorridere per uno stupido messaggio di una stupida adolescente che non sapeva in cosa si stava cacciando,e soprattutto con che mostro lo stava facendo.














SPAZIO AUTRICE:
Ciao a tutti! Ho cercato di finire questo capitolo il prima possibile. Come vedete è un po' diverso dagli altri,qui ho deciso di concentrarmi su Dimitri per farvi capire meglio che tipo di personaggio sia.
Spero vi piaccia,aspetto ovviamente i vostri commenti!!
Xoxo

BAD GIRL 2 ||C.D Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora