hachi : 𝚊𝚗𝚐𝚎𝚕

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Sentiva il cuore di Yoongi, batteva piano finché Jimin non intrecciava le dita con le sue e gli sfiorava la lattea epidermide con la punta del naso, finché non affogava nelle sue iridi di cioccolato ed era in quel momento che Jimin sentiva il suo di cuore bucargli la cassa toracica e mettersi a danzare sulle pareti della stanza.

«Yoon», le parole erano flebili sussurri che s'infrangevano sulla mascella del maggiore. «Passi così tanto tempo con me», mormorò. «Ci sei sempre quando ho bisogno di te, non hai null'altro da fare? Qualcosa di meglio che passare i pomeriggi con uno che ti parla solo di assurdi progetti utopici e di quadri obliati dal resto del mondo?» Yoongi si voltò e affogò nelle sue iridi.

«Non dire stronzate. Non esiste di meglio che passare interi pomeriggi con il pazzo color carota», affondò le dita nelle sue ciocche aranciate. «La Luna ci guarda, Jiminie», indicò la finestra: il sole stava dando spazio alla sua sorella oscura. «La senti che sussurra? Se lo domanda anche Lei dove hai trovato il coraggio di pensare che potrei trovare qualcosa di meglio», lo guardò negli occhi. «Passerei tutta la vita con te e ancora faticherei a trovare quello che tu definisci meglio.»

Jimin sentì il cuore perdere un battito, ingabbiato tra le sue ossa che si abbatteva furioso sulle costole, rosicchiato dall'amore cieco e dalle parole zuccherate che uscivano dalla bocca di Yoongi.

«Lei ci indica la via per l'iperuranio», continuò accarezzandogli le guance, obbligandolo a far scontrare i loro occhi. «È lì dove ritroverai la tua arte smarrita, Jiminie, non tormentarti.»

Le labbra si scontrarono impetuose come i battiti dei loro cuori. Jimin in quel momento capì che, forse, la sua arte l'aveva già ritrovata.

«Non hai nessuno che t'aspetta?» Jimin s'appoggiò al suo petto, le dita giocavano, s'incontravano e s'intrecciavano.

«I miei coinquilini non fanno caso a me. Sono uno che passa inosservato.»

«Se tu passi inosservato allora io sono Séraphine Louis.»

«Anche tu parli con gli angeli?»

«No», il tono altezzoso. «I demoni della notte sussurrano nella mia mente quando sparisci da quella finestra.»

Il demone in questione portava il nome di Min Yoongi, ed era bianca foschia che annebbiava la mente contorta di Park Jimin.

𝟑 𝐌𝐈𝐍𝐔𝐓𝐈 𝐃𝐎𝐏𝐎 𝐈𝐋 𝐓𝐑𝐀𝐌𝐎𝐍𝐓𝐎 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora