go : 𝚜𝚞𝚖𝚖𝚎𝚛 𝚍𝚎𝚙𝚛𝚎𝚜𝚜𝚒𝚘𝚗

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«Jimin-ah, capisco il cazzo che vuoi ma è da una fottuta settimana che dici "domani ci sarò " e beh?» sospirò. «Senti, dopo cena siamo a casa di Namjoon-hyung. Se vuoi fare un salto, sei il benvenuto. Ti fai vedere e ti fai due risate, ok? Ci vediamo.» Riascoltò il messaggio di Taehyung davanti casa Kim, la mano indugiava sul campanello e Jimin sentiva che la sua voglia di entrare svaniva più rimaneva fermo davanti alla porta.
Suonò il campanello, si ritrovò Taehyung davanti, gli occhi un attimo spaesati poi la bocca si disegnò di un sorriso squadrato prima di stringerlo tra le sue braccia.

Il soju era buono e le battute di Seokjin lo facevano ridere, Taehyung gli stava vicino, faceva il buffone e gli tirava cuscini addosso.

Il viso di Jimin era tempestato di petali cremisi, i gigli bianchi erano in bilico tra la vita e la morte sul mobiletto in fondo alla stanza e Michel Faber bisbigliava parole di latta che stridevano nelle sue orecchie. E Jimin si sentiva circondato da sconosciuti.

𝟑 𝐌𝐈𝐍𝐔𝐓𝐈 𝐃𝐎𝐏𝐎 𝐈𝐋 𝐓𝐑𝐀𝐌𝐎𝐍𝐓𝐎 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora