jū shichi : 𝚖𝚘𝚍𝚎𝚛𝚗 𝚕𝚘𝚗𝚎𝚕𝚒𝚗𝚎𝚜𝚜

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«Jiminie, possiamo parlare?»

Venne braccato non appena salì le scale per andare a continuare la sua benamata arte sgozzata.

«Che c'è, papà?» si sedette a fianco a lui, non incontrò le sue iridi traditorie. Vedeva ritratto sul suo viso le parole di Hoseok e la consapevolezza che aveva creduto a tutto ciò che gli era stato detto e Jimin non riusciva ad accettare che perfino suo padre non gli credeva.

«Senti, Jiminie... ultimamente ti vedo un po' strano.»

Ecco che inizia.

Jimin sbuffò. «Non fare il finto tonto, papà.»

Daehyun aggrottò le sopracciglia.

«Ti ho sentito parlare con Hoseok», e l'espressione sul volto di suo padre cambiò radicalmente.

«Jiminie, posso spiegarti-»

«Non sono pazzo, papà», lo interruppe. «Yoongi esiste, è reale, te lo giuro», Jimin lo guardò. «Tu mi credi, vero?»

Daehyun boccheggiò e sul viso di Jimin si dipinse un'espressione di pennellate deluse.

«Non sono pazzo», lo ripeté, si morse le labbra con forza. «Yoongi è reale, non è una ridicola fantasia», scattò in piedi. «Te lo dimostrerò che è reale, te lo presenterò e quando lo conoscerai capirai che tuo figlio non è un malato di mente come pensi.»

E Jimin, che non era mai stato così convinto in tutta la sua vita, non sapeva che si sarebbe scontrato su un'enorme muraglia di delusioni e avvilimenti.

𝟑 𝐌𝐈𝐍𝐔𝐓𝐈 𝐃𝐎𝐏𝐎 𝐈𝐋 𝐓𝐑𝐀𝐌𝐎𝐍𝐓𝐎 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora