Capitolo 11.

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Continuo a guardare di sottecchi Andrea da quando è entrato in casa mia, aveva bisogno di studiare e mi ha chiamato chiedendomi se poteva venire da me e approfittare della mia compagnia. Lo sbircio, lo scruto e lo studio, cercando in qualche modo di immaginare una possibile sua reazione a quello che vorrei dirgli.

"Va tutto bene Sele?" mi chiede e sentirmi chiamare così, da lui che non l'ha mai fatto, mi ha pietrificato. Mi si presenta davanti agli occhi l'immagine di Cesare al telefono che mi saluta e mi chiama così.

"Certo, perché?" chiedo con un nodo alla gola, con quel "perché" che è uscito a fatica. "Ultimamente sei strana" mi dice con gli occhi ancora fissi al suo pc. Lo ringrazio mentalmente per questo.

"No Andre, ho un po' di pensieri per la testa" dico cercando di tastare il terreno, studiando ancora una sua possibile reazione. "Cosa mi nascondi, stronzetta?" mi chiede alzando lo sguardo verso di me, toccando i miei sensi di colpa. Lo guardo per un tempo indefinito, cercando una risposta o un briciolo di coraggio che credevo di avere "Mi nascondi sicuro qualcosa" continua, con i suoi occhi fissi nei miei, mi leggono dentro e mi fanno sentire minuscola, codarda e falsa.

"Ho capito!" dice sorridendomi e avvicinandosi un po' a me "ti sei innamorata" aggiunge e mi da un pizzicotto sulla guancia, un gesto che odio e lui lo sa bene.

"Ma che dici?" dico e prendo la sua mano per dargli un morsetto ma lui si scansa "ti conosco raggio di sole, hai gli occhi che brillano più del solito" mi dice.

"Andre, smettila" dico solo con un tono più serio del dovuto.

"Beh, quando vorrai parlarmi finalmente di questa persona che ti ha rubato il cuore, ti ascolterò con immenso piacere" mi dice e sorride, trasmettendomi tutta la calma e la tranquillità del mondo. Mi sento confusa ora.

"Beh, cosa ti va per pranzo?" chiedo, da brava codarda.

***

"Il treno alta velocità 9916 proveniente da Napoli Centrale e diretto a Torino Porta Nuova delle ore 8:40 è in arrivo al binario 12" l'altoparlante della stazione mi fa sobbalzare, ero persa nei miei pensieri. Mi avvio verso il binario con la velocità di una lumaca, quasi a volerlo perdere di proposito. Una cosa inutile perché il binario è a pochi metri da me e il treno si sta fermando proprio ora. Arrivata alla porta mi rendo conto che non ho nessuna possibilità, devo salire.

Cerco il mio posto e fortunatamente noto che sono sola, non c'è seduto nessuno accanto a me. Mi accomodo e tiro fuori le cuffie e apro immediatamente la mia playlist che ascolto in momenti d'ansia e nessuno riesce a calmarmi come Cesare Cremonini, faccio partire Una come te e respiro profondamente.

Il segnale del treno indica che le porte si stanno chiudendo e che siamo in partenza. E' la seconda volta che vado a Bologna in vita mia, anche se non sono riuscita a visitarla, spero di riuscirci prima o poi. La voce di Cesare Cremonini ha il suo effetto su di me e mi fa appisolare in treno, il viaggio non è lungo e riposare un po' non mi sembra una cattiva idea visto che non ho dormito per nulla la scorsa notte.

La suoneria del cellulare nelle cuffie mi fa svegliare e sobbalzare, mi guardo attorno e fortunatamente il posto accanto a me è ancora vuoto. Il telefono smette di squillare dopo pochissimi squilli e vedo che è un numero che non ho registrato, qualcuno avrà sbagliato numero penso, ma qualcosa mi dice che dovrei richiamare.

Faccio partire la telefonata e dopo due squilli mi risponde una voce che, ormai, riconosco.

"Selene?"

"Cesare?"

"Si, sono Cesare! Volevo dirti che io e Nelson siamo già in stazione, ti aspettiamo davanti il bar che sta sulla destra, ok?"

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