Sento una bellissima sensazione di pace in questo momento su questa spiaggia. E' sera e il cielo è limpidissimo e coperto di stelle, il mare calmo e il leggero movimento dell'acqua penso sia il suono più bello del mondo. E' questo il genere di serata che amo, le serate da inguaribile romantica a guardare le stelle in riva al mare, perché è questo che sono.
"Bello vero?"
Un ragazzo si siede alle mie spalle, lontano ma non troppo.
"Bellissimo" rispondo senza nemmeno girarmi verso questa persona sconosciuta.
Sento che sta giocando con la sabbia passandoci la mano su. Non credo di conoscerlo, non mi sono nemmeno girata per guardarlo, potrebbe essere chiunque e io potrei ritrovarmi in una situazione ambigua, ma l'atmosfera che c'è nell'aria non mi smuove minimamente.
Il ragazzo mi mette una giacca in pelle nera sulle spalle e mi sfiora leggermente con le dita il collo fino a dietro l'orecchio. Penso di non aver mai sentito una sensazione più bella.
"Tieni questa, starai meglio" e lascio fare tranquillamente non curante ancora della situazione e continuando a non girarmi per vedere il viso di questa persona. Sento che si sta muovendo, credo si stia alzando.
"Buona luna!" e solo in quel momento mi giro e anche non guardandolo bene in viso ho la certezza che si trattasse di Cesare.
Lo guardo allontanarsi lungo la spiaggia e vorrei tanto corrergli dietro e dirgli qualcosa, parlargli, ma non faccio nulla.
Improvvisamente un fastidioso allarme si sente chiaramente in spiaggia diventando sempre più rumoroso e snervante, finchè non apro gli occhi e la prima cosa che vedo è Benji ai piedi del mio letto.
Niente spiaggia. Niente mare. Niente cielo stellato. Niente Cesare.
Spengo quella dannata sveglia che non ho ancora cambiato, prendo il telefono e mi cade l'occhio prima sulle notifiche e poi sull'orario.
8 chiamate perse I❀
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"Cazzo, cazzo, cazzo cazzo è tardissimo!"
Ho appuntamento tra 10 minuti a casa di Irene la miglior collega universitaria e amica che io abbia mai trovato, ma ciò nonostante in questo momento preferirei fingermi morta piuttosto che richiamarla per dirle di non aver sentito la sveglia.
"Non uccidermi, faccio un po' di ritardo"
"Cazzo Sele, lo sai che dobbiamo studiare! Lunedì abbiamo la consegna e siamo già in ritardo!"
"Sto correndo, sto volando, arrivo in un batter d'occhio" e attacco prima di sentirmi la sua ramanzina. Corro a prepararmi e recupero un jeans e una t-shirt bianca e una felpa nera, non ho nemmeno il tempo per mettermi un filo di mascara, recupero i miei occhiali che uso solo quando sono in onda e li indosso per cercare di non attirare l'attenzione su un viso completamente acqua e sapone sveglio da meno di mezz'ora, trovo un cappellino nero e mi soffermo 20 secondi davanti lo specchio, in queste vesti mi sento la persona più anonima del mondo, e va bene così. Riempio la ciotola di Benji e scappo fuori di casa. Fortunatamente casa di Irene non è molto distante da casa mia, faccio una passeggiata svelta e l'aria fresca del mattino più o meno mi sveglia. Arrivo e entro nel bar sotto casa sua per prendere due brioches, dalla fretta non ho fatto colazione e così cerco anche di addolcirla e farle passare la rabbia mista all'ansia provocata dalla consegna che abbiamo fra due giorni che ancora non abbiamo iniziato per un corso universitario.
"Aprimi, ho anche un regalo per te!"
Appena entro le mostro subito la bustina con le brioches.
"Metti su un caffè, dai!" e ho quasi la certezza di averle fatto passare la rabbia che provava verso di me.
Facciamo colazione e perdiamo qualche altro minuto per fumare una sigaretta e iniziamo subito a studiare.
Mentre faccio le mie cose al computer mi viene in mente un flash del sogno che ho fatto, penso al perché non mi sono girata e non ho dato confidenza a Cesare, e penso anche al gesto della giacca per non farmi prendere freddo. La mia parte razionale da una spiegazione a tutto ciò, ieri sera durante la diretta quel commento con il suo nome mi hanno fatto questo effetto, aggiunta all'ansia per la puntata di venerdì in cui lui e gli altri ragazzi saranno in diretta con me. Forse dovrei inviargli una mail per chiedere se hanno sentito la diretta di ieri sera.
Ma non vorrei apparire ridicola.
Ma nulla mi vieta di chiedergli se hanno bisogno di altre informazioni o se hanno preferenze sugli argomenti o sulle domande. Fra qualche giorno scriverò una mail cercando di apparire professionale, voglio comunque lasciare un bel ricordo. Potrei lasciare un mio contatto, per rendere il tutto più semplice.
Lo schioccare delle dita di Irene mi riporta sul mondo reale.
"Principessa allora? Sei ancora nel tuo regno dei sogni?"
"Scusami, ci sono!"
Le sorrido e torno a concentrarmi sulle mie cose.
Dopo un paio di ore squilla il cellulare ed è Andrea.
"Buongiorno Andre, dimmi!"
"Raggio di sole, ti disturbo?"
"Sono da Ire a studiare che ti concede due minuti di telefonata!"
"Sarò breve, sei libera stasera, ho la febbre!" mi ero dimenticata di avergli promesso di fare serata insieme stasera, faccio un sospiro di sollievo e mi fingo disperata.
"Dai tranqui Andre, rimandiamo, ora riprenditi! Ci sentiamo, ciao!"
Irene mi guarda, ha capito che mi ero dimenticata della promessa e che sono sollevata.
"Vieni con me e Edo, andiamo a bere qualcosa!"
"Tesoro, mi evito una serata a fare compagnia ad una coppia! Vado dai miei, avverto mia madre di prendere Benji con se e va bene così"
"Come vuoi, continuiamo?"
Questo è il primo spazio autrice qui, oddio, sono emozionata.
Allora, in questa "puntata speciale" di RadioLuna ci tenevo a ringraziare la mia amichetta @appver che ha deciso di menzionare e dare una piccola parte a Selene e la sua radio nella sua bellissima storia riptide || celson (che vi invito a leggere, è davvero bellissima, giuro!).
Questo capitolo è per te, mi odierai, lo so. tvb 💜
RadioLuna tornerà di nuovo venerdì. BuonaLuna.
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RadioLuna [spacevalley]
Fiksi Penggemar[DA REVISIONARE] "Bentornati e bentornate su RadioLuna, io sono Selene e per due ore sarò io ad ascoltare voi. Qui su RadioLuna chiacchieriamo insieme, ascoltiamo musica insieme, ci scambiamo pensieri e parole e riempiamo un po' i silenzi. E perché...