Chapter Two.

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«Come ti senti dopo aver rivisto Jungkook?»

Osservo attentamente Taehyung riflesso nello specchio, appoggiato allo stipite della porta del bagno. Sospiro e scuoto la testa, riprendendo a truccarmi la palpebra.

«Non lo so, Tae. È stato strano.» ammetto. «E anche doloroso.» Evito di proposito di menzionare il fatto che gli anni siano stati parecchio generosi con lui, trasformandolo da un grazioso ragazzo a un giovane e affascinante uomo. Decisamente affascinante. Fin troppo.

Lo guardo avvicinarsi lentamente per poi sedersi sul coperchio del water. «Penso che dovresti parlarci. Ti farebbe bene chiudere definitivamente una volta per tutte.»

Rido amaramente, dirigendomi nella mia stanza. È proprio questo il problema. Rivederlo dopo tutto questo tempo mi ha fatto capire una cosa importante, ossia che per me non è mai finita. Tutte le storie, le avventure da una notte non sono state nulla in confronto al suo sguardo su di me poche ore fa. Il tocco di sconosciuti non è stato ardente come la sua mano sul mio braccio. Ho cercato di dimenticarlo. Ho provato a trovare nelle altre persone le sensazioni che solo lui mi faceva provare, ma è stato un completo fallimento. E le farfalle nello stomaco che mi ha causato il solo averlo vicino ne sono una chiara testimonianza.

Apro l'armadio cercando attentamente qualcosa da indossare. Guardo per cinque minuti buoni i ripiani prima di scegliere una maglia nera a collo alto e un pantalone dello stesso colore. Li infilo velocemente, aggiustandomi in seguito i capelli.

«Sono serio, Chim.» riprende Tae quando torno in bagno, ancora seduto nella stessa posizione. «Non voglio dover di nuovo raccogliere i cocci del tuo cuore. »

Sbuffo, tirandomi leggermente la punta dei capelli per la frustrazione. «Non succederà, stai tranquillo. Non abbiamo nulla da dirci. Siamo solo due estranei che casualmente frequentano lo stesso corso, nulla di più.» Mento, sia a lui che a me stesso.

Lo guardo osservarmi cupo prima di annuire. «Se lo dici tu.»

Annuisco, cercando di fissare un ciuffo di capelli sulla testa, lasciando la fronte scoperta. Mi do un'ultima spruzzata di profumo prima di recuperare la giacca di pelle e lanciare le chiavi dell'auto a Taehyung. «Oggi guidi tu. Ho intenzione di bere come se non esistesse un domani.»

Il viaggio fino al locale è stranamente silenzioso. La musica della radio è spezzata solo ogni tanto dal rumore del clacson delle numerose auto in coda. Troviamo parcheggio poco distante dall'entrata, già affollata di gente. Il trillo di un messaggio mi richiama all'attenzione, mentre esco dall'auto sbattendo la portiera.

«Hobi dice che sono già seduti al tavolo.»

«Mmm...» mugola Taehyung.

Lo guardo torvo prima di dargli un leggero spintone con la spalla. «Non fare il musone, Taehyungie. Hai faticato tanto ad organizzare questa serata, dobbiamo divertirci!» Lo afferro per la manica della giacca e lo spingo dentro il locale, guardandomi intorno per trovare i nostri amici.

Le urla di Seokjin richiamano subito la nostra attenzione. Alza le braccia agitandole vistosamente, urtando col gomito la fronte di Namjoon seduto accanto.

«Jiminie! Tete!» esordisce Hoseok, spostandosi leggermente per farci spazio.

Mi butto di peso sul divano, cercando di scaricare lo stress della giornata.

«Hai la faccia di uno che ha corso una maratona per tutto il giorno.» ride Namjoon.

«Non ne hai idea.» mugolo. «È l'ultima volta che acconsento a uno dei tuoi piani strampalati.»

«Che cosa hai combinato, Namjoon?» domanda Hobi. «Quando è arrivato in palestra era totalmente tra le nuvole. Non ha azzeccato un passo tutto il pomeriggio!»

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