«Non penso sia una buona idea, Tae»
Mi rigiro la tazza di caffè tra le mani mentre mi perdo a osservare il panorama dalla vetrata del bar. Sono tre giorni che non vedo Jungkook e oltre alla chiamata di mercoledì sera e qualche sporadico messaggio del buongiorno o della buonanotte, non lo sento da altrettanto tempo. Cosa siamo adesso? Nonostante il mio cervello continui ad elaborare domande senza sosta, ancora non sono riuscito a venirne a capo. Amici? È fuori questione. Gli amici non si baciano come facciamo noi. Amici di letto? Assolutamente no, perché non ci siamo spinti così oltre. L'opzione coppia non è nemmeno eligibile.
Perche devo essere così? Perché devo avere la costante certezza di non essere abbandonato? Sono un uomo, sono cresciuto ormai, eppure sento il bisogno di essere rassicurato e protetto da chi amo, troppo timoroso di essere nuovamente ferito.
Odio questa parte di me, quella debole che cede a pensieri negativi anche quando qualcosa di bello sta finalmente succedendo nella mia vita. È passato così tanto tempo da quando mi sono sentito bene l'ultima volta, non sono abituato. Vivevo la mia vita giorno per giorno, senza curarmi troppo del futuro o di ciò che mi aspettava, mentre ora mi ritrovo a desiderare ardentemente qualcosa di stabile e vorrei che a darmelo fosse Jungkook. Bramo la sua presenza nella mia vita come nemmeno nel fiore del mio amore adolescenziale ero solito fare. Siamo stati innamorati ed è stato meraviglioso, ma ora è tutto così intenso e travolgente che ne sono assuefatto.
Mi stringo la punta del naso cercando di scacciare i pensieri che mi frullano in testa da giorni almeno per qualche ora. È tutto così assurdo. Le domande continuano ad aumentare, ma non ottengo le risposte che desidero.
«Jiminie, mi stai ascoltando?»
Riporto l'attenzione su Taehyung, seduto di fronte a me. La sua espressione mi suggerisce che mi abbia domandato qualcosa, ma non ho assolutamente idea di che cosa.
«Scusa, mi sono distratto. Dicevi?» sospiro, bevendo un sorso dalla mia tazza.
Aggrotta le sopracciglia e mi scruta con attenzione prima di riprendere a parlare. «Che inviterò Yoongi alla cena a casa di Jin-hyung, voglio fargli conoscere i nostri amici. Tu dovresti invitare Jungkook.»
«E io ti ho già risposto che non penso sia una buona idea?» sbuffo alzando gli occhi al cielo.
«Per quale ragione? Sono bravi ragazzi, sono sicuro che andranno d'accordo.» risponde facendo il broncio.
Oh Tete, potrei stillare un elenco.
«Tanto per cominciare, Jungkook ha una figlia. Sarebbero costretti a chiamare la babysitter se entrambi si assentassero per una sera.» rifletto, contando con la mano. «Secondo, non possiamo invitare degli estranei a casa degli altri senza il loro consenso» Inoltre non ho ancora avuto l'occasione di chiarire a Jungkook il fatto che Namjoon è impegnato e non è minimamente interessato a me. «E terzo, non è una buona idea e basta.»
I penetranti occhi scuri di Taehyung mi osservano come a volermi trafiggere o in alternativa a voler rivelare ogni mio sporco segreto. Sicuro avrà già ampiamente captato le vibrazioni negative lanciate dal mio corpo in tensione.
«Lo Hyung stravede per i bambini, sono sicuro che non sarà un problema portare anche Hyejin.» ribatte. «E inoltre, per chi mi hai preso? Gli ho già chiesto il permesso per portare due amici e mi ha detto che va bene.»
Abbasso la testa e mi limito a osservare le mie dita, improvvisamente diventate la fonte di maggiore attrazione. E adesso come glielo spiego che quello che c'è tra Jungkook e me non è classificabile sul piano dell'amicizia?
«Mi stai nascondendo qualcosa, Jimin-ah?» dovrebbe essere una domanda, ma suona più come un'affermazione. È il mio migliore amico, capisce sempre quando qualcosa non va.
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Never Not
Fanfiction«Io non voglio essere tuo amico, Jimin.» «E cosa vuoi allora?» domando, incantandomi a fissare le due pozze nere nei suoi occhi. «Io voglio tutto di te.» ammette, facendo scorrere il pollice sul mio labbro inferiore. «Voglio che le tue braccia strin...