Chapter Eleven.

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«Questo posto fa i migliori hamburger di tutta la città, secondo le recensioni.»

Aggrotto le sopracciglia ispezionando attentamente l'entrata del ristorante scelto da Taehyung. O fast food, per quel che vale. Facendo valere il mio status di migliore amico del mondo, ho tenuto fede alla mia promessa portando Tae fuori a cena per offrirgli un delizioso hamburger con la mia percentuale della vincita. Osservo l'interno del locale attraverso l'enorme vetrina e rimango affascinato. Il diner richiama lo stile degli anni Cinquanta americani, con divanetti rossi e bianchi alternati a tavolini del medesimo colore. Il muro è decorato da scritte al led luminose e numerose insegne dei più famosi brand. Rimango a bocca aperta quando scorgo al centro diversi tavolini a forma di auto d'epoca, come in Pulp Fiction, proprio accanto a una piccola pista da ballo illuminata da piccoli faretti posti sul soffitto.

«È pazzesco, Tae!» esclamo, infilandomi la t-shirt nera dentro ai pantaloni di pelle e aggiustandomi la giacca sulle spalle. Mi controllo un'ultima volta nello specchietto laterale dell'auto e mi aggiusto il ciuffo argentato sulla testa prima di ritornare in posizione eretta per incamminarmi verso l'entrata.

«Non hai ancora visto niente. Dopo mi ringrazierai di averti obbligato a indossare questi pantaloni super aderenti.» ghigna il mio amico, sul volto stampato un sorrisetto furbo.

«Hm?» domando distratto. «Cosa intendi?»

Non mi accorgo nemmeno dell'espressione compiaciuta sul volto di Taehyung quando la sua mano schiaffeggia una mia natica con forza, facendomi saltare sul posto. «Ti fanno un culo spaziale, amico mio. Se solo non mi piacesse prenderlo, ci avrei già fatto un pensierino.»

Corruccio la bocca in una smorfia imbronciata mentre con una mano mi strofino il sedere dolente. «Dio, Tae. Sei così imbarazzante!»

Ridacchia sonoramente mentre mi cinge il collo con un braccio, riprendendo a camminare. «No, sono il migliore amico del mondo. Avanti, entriamo. Così scopri perché.»

La musica di Elvis Presley mi culla appena mettiamo piede all'interno e un delizioso odore di patatine fritte riempie le mie narici, facendomi venire l'acquolina in bocca. Non ricordo nemmeno l'ultima volta che mi sono concesso di mangiare qualcosa di simile.

La ragazza al bancone ci accoglie sorridente e, quando Taehyung la informa di avere una prenotazione a suo nome, ci riferisce che gli altri ragazzi sono già arrivati. Aspetta, cosa? Altri ragazzi?

«Tae, pensavo fossimo solamente io e te» bisbiglio al suo orecchio trattenendolo per un braccio, mentre la cameriera ci scorta a uno dei tavoli centrali a forma di auto.

Alza gli occhi al cielo e riprende a camminare, trascinandomi con lui. «Avanti, cammina brontolone.»

Appena alzo lo sguardo, una familiare testa corvina perennemente spettinata e una verde menta entrano nel mio campo visivo. Sgrano gli occhi quando mi rendo conto che gli altri ragazzi sono proprio Jungkook e Yoongi. Dio, rivedere Jungkook dopo la mattinata allo studio mi provoca un uragano nello stomaco che mi fa tremare le gambe. La sua presenza è così imponente che non credo riuscirò mai ad abituarmi a questa sensazione.

Il suo viso si illumina quando i suoi occhi incrociano i miei, regalandomi un sorriso da mozzare il fiato. All'improvviso è come se ci fossimo solo noi due dentro il diner, non riesco a vedere altro che lui. È sempre così, attira la mia attenzione e mi abbaglia come un gatto in tangenziale.

«Jiminie!»

La vocina di Hyejin attira la mia attenzione riportandomi coi piedi per terra e sorrido quando la vedo correre nella mia direzione a braccia aperte. Senza pensarci mi abbasso alla sua altezza e la sollevo senza fatica, stringendomela al petto. «Mi sei mancato.» esclama, baciandomi una guancia.

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