Ciao a tutti!
Non sono solita lasciare spazi autrice, non è proprio nelle mie corde, però non tutti hanno avuto la possibilità di leggere quello che ho scritto in bacheca, quindi ci tengo in qualche modo a farvi sapere che sono viva e non ho intenzione di abbandonare questa storia. Purtroppo passo nove ore al giorno a lavoro e quando torno a casa sono troppo stanca anche solo per accendere il pc, figuriamoci pensare a delle frasi di senso compiuto. Ultimamente riesco a scrivere a botte di trecento parole alla volta, ossia mi ci va un'era geologica a finire un capitolo. Vi chiedo solo di avere pazienza e aspettarmi, i capitoli arriveranno, anche se lentamente.
Vi ringrazio davvero. Grazie a chi commenta e lascia una stellina alla storia, a chi la aggiunge agli elenchi di lettura e a chi legge nell'ombra. Voi non vi palesate, ma vi ringrazio lo stesso!
E grazie per la pazienza e la fiducia che riponete in me, conta davvero tantissimo!
Ora vi lascio al capitolo, che col tempo che di ho messo a scriverlo è stato quasi un parto.
Buona lettura!
________________ ♡«Jimin-ah, non mi stai di nuovo ascoltando.»
Stringo tra le mani ghiacciate il bicchiere di carta contenente il mio Americano bollente cercando di scaldarmi, spostando lo sguardo dall'ennesima vetrina. Siamo in giro per negozi da almeno quattro ore e, nonostante sia riuscito a fare quasi tutti i regali, uno in particolare continua a tormentarmi: Jungkook. Ho valutato almeno un migliaio di ipotesi, arrivando alla conclusione che nulla di quello che ho visto fosse adatto a lui. Sono troppo pretenzioso forse, eppure vorrei riuscire a trovare qualcosa di speciale da donargli.
Sbuffo sonoramente, rilasciando una nuvola di condensa dalla mia bocca. Prendo l'ennesimo sorso caldo dal mio bicchiere e mi volto verso Taehyung, già intento a guardarmi con aria scocciata. «Lo ammetto.» confesso, mordendomi il labbro inferiore. «Scusa Tae, sto impazzendo. Non riesco a trovare nulla da regalare a Jungkook.»
Alza gli occhi al cielo con aria teatrale, spingendomi leggermente con la spalla. «A volte sei così stupido. Persino un cieco si accorgerebbe che potresti regalargli uno scolapasta e lui lo conserverebbe ugualmente come il migliore dei regali.»
Contraggo la fronte guardandolo con aria imbronciata, riprendendo a camminare al suo fianco. «Così non sei d'aiuto!» esclamo, abbassando la testa.
«Ma il mio era un consiglio più che valido.» conferma innocentemente, alzando le spalle. «Cercavo di farti capire che potresti prendergli qualsiasi cosa e andrebbe bene perché saresti tu a regalarglielo. Non è l'oggetto l'importante, ma la persona che te lo dona.»
Se possibile, mi incurvo ancora di più, appoggiando il mento sul mio petto. «Lo so, Taehyung. Eppure vorrei trovare qualcosa che sia in qualche modo, non so-» sospiro, riprendendo a guardarlo. «Speciale? Sai quanto vale per me, voglio che lo capisca pure lui.»
«Hm, sono sicuro che già lo sappia.» borbotta, prendendomi sotto braccio. «Andiamo, continuiamo a cercare. Vedrai che qualcosa uscirà.»
Annuisco, lasciandomi trascinare dal mio migliore amico per le vie trafficate della città in cui riecheggiano allegre le canzoni natalizie. Le luci colorate addobbano le strade e le vetrine, facendomi finalmente percepire lo spirito di questo periodo dell'anno. Il lavoro e la mia vita privata mi hanno risucchiato a tal punto da estraniarmi completamente dalla realtà. Osservo le persone andare di fretta alla disperata ricerca degli ultimi regali, genitori rincorrere i bambini incollati davanti alle splendenti vetrine di giocattoli e coppiette innamorate scambiarsi dolci baci sotto il vischio. In qualche modo mi ritrovo a pensare, a sperare quasi, di poter vivere tutto quanto insieme a Jungkook l'anno prossimo, creando nuove tradizioni natalizie tutte nostre. Penso alla piccola Hyejin, stretta tra me e Jungkook la mattina di Natale a scartare i regali, mentre noi ci teniamo la mano e ci sorridiamo amorevolmente. Solo immaginarlo mi provoca la pelle d'oca e una sensazione di spensieratezza. Sorrido tra me e me, immaginando la faccia della bambina quando scarterà il piccolo pacchettino dorato contente il peluche di Iron Man, ridacchiando al ricordo di quando mi disse che le ricordava il suo papà perché era forte e la proteggeva dai cattivi.
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Never Not
Fanfiction«Io non voglio essere tuo amico, Jimin.» «E cosa vuoi allora?» domando, incantandomi a fissare le due pozze nere nei suoi occhi. «Io voglio tutto di te.» ammette, facendo scorrere il pollice sul mio labbro inferiore. «Voglio che le tue braccia strin...