/Primo Giorno/

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"Mai avrei creduto mai,
che fosse tutto così.
Forte così fragile, forte da resistere,
leggero come l'aria, come nuvole.
Mai avrei sperato, mai.
E invece è tutto così;
forte così fragile, forte da resistere.
E io insieme a te scriverei le pagine"

Elisa - Bruciare per te.

(L'ascolto della canzone è facoltativo.)

Stéphane, era partita per le isole tropicali con tutte le più buone intenzioni del mondo. Stanca della sua monotona estate, senza interpellare nemmeno suo fratello maggiore, aveva prenotato il primo volo disponibile.
La sua valigia, era piena da scoppiare, inoltre, si era portata dietro anche il bagaglio a mano, ed uno zainetto vuoto di riserva.
Era atterrata verso mezzogiorno, un taxi l'aveva accompagnata fino all'hotel sulla spiaggia. Spento il cellulare, si era presa del tempo per sistemare i bagagli nella stanza matrimoniale, e per indossare il nuovo bikini. Era pronta per scendere e gustarsi un bell'aperitivo.
Aveva appena compiuto diciannove anni, ma già dalla maggiore età, ella aveva sfruttato al meglio la sua libertà. Nella sua famiglia, si erano ormai rassegnati al carattere sfuggente della più piccola.
Era appena tornata in Giappone, si era trasferita in America per frequentare il primo anno di liceo artistico. Avrebbe voluto continuare anche il quinto, ma Caleb, non glielo aveva permesso a causa di alcune complicazioni lavorative.
La ragazza si distingueva dalle altre, forse perché un'artista, è un soggetto a se stante: diverso da tutti gli altri, sotto ogni punto di vista. Partendo da quello estetico, fino ad arrivare a quello caratteriale.
Stare spesso con la testa sulle nuvole, equivaleva a perdersi la dura e cruda realtà. Realtà, che si era presa il suo spazio quando aveva compiuto diciotto anni: troppe responsabilità e forse, iniziava anche a comprendere il lamentarsi costante dei suoi genitori.
Era anche per questo, che ora si trovava lontana da tutti. Amava stare sola, soprattutto in un luogo dove regnava la pace.

Dopo aver messo una sorta di prendisole ricamato a mano, scese nella reception è consegnò le sue chiavi. Si diresse con il portafoglio in mano al bancone, e si accomodò ordinando un Aperol Spritz.
Non voleva ubriacarsi il primo giorno, anzi, dopo quella bella bevuta, voleva noleggiare un pick-up e partire all'esplorazione del luogo che tanto l'aveva affascinata.
<<Per essere una donna che è sola, non sei così triste.>> Una voce severa, ma molto pacata la fece girare di scatto, si ritrovò davanti un uomo molto giovane dallo strano abbigliamento.
Indossava con orgoglio un costume bordeaux, che contrastava perfettamente la carnagione molto chiara. Ma la particolarità, stava nel viso: due pietre rosse incastonate in occhi dai tratti orientali, lunghi rasta castani semi-raccolti, e degli strani occhiali poggiati sopra.
Pensò fosse bellissimo, nonostante le sue stranezze.
<<È stata una mia scelta quella di venire in vacanza da sola.>> Rispose girandosi per fare alcuni sorsi del drink. Doveva essere sicuramente di poco più grande di lei, anche se quest'ultima, poteva vantarsi di sembrare molto matura.

Dall'altra parte, Jude Sharp era rimasto profondamente colpito dalla bellezza particolare della donna seduta al bancone. La chiamava così, perché non ne conosceva il nome.
Era arrivato quella mattina presto, completamente solo, senza compagnia.
Doveva prendersi un po' di meritata pausa, prima di dare vita alla ribellione contro il quinto settore. Un'associazione internazionale che regolamentava i risultati delle partite.
Non si era portato molto, gli bastava un bagaglio a mano, voleva semplicemente rilassarsi prima dello scatenarsi della tempesta.
Osservare una ragazza sorseggiare il suo cocktail, non era nei piani, ma non aveva potuto fare a meno di andare a parlarle.
<<Quindi non sono l'unico che preferisce stare da solo, piuttosto che con amici.>> Le sorrise sghembo, prima di accomodarsi al suo fianco ed ordinare a sua volta un Mojito.
L'aveva osservata, era diversa da tutte le altre. Sembrava non curarsi di tutto quello che le succedeva attorno, e sembrava anche non notare tutti gli sguardi che si posavano sulla sua snella, ma formosa figura. Il costume azzurro succinto, le stava divinamente, sembrava essere fatto su misura.
<<Ora però sei qua a parlarmi, quindi non è che ti piaccia così tanto stare senza compagnia.>> Lo spiazzò con la sua fredda e tagliente lingua, in poche parole, pane per i denti per il famoso regista.
<<Touché. Vuoi che vada via?>> Sperava gli dicesse di no, ed in questo modo avrebbe potuto ricambiarla con la stessa moneta.
<<Rimani pure, non mi dai fastidio.>> Sorrise sornione, buttando giù alcuni sorsi. Era abboccata all'amo.
<<Ora chi è quella che vuole compagnia?>> Le fece notare girandosi per guardarla negli occhi; due pozzi blu e verdi lo scrutavano dall'alto in basso.
<<Touché, mi hai risposto allo stesso modo.>> Si leccò le labbra, provocando al moro di fronte, una sorta di leggero fastidio nelle parti basse.
<<Posso sapere il tuo nome?>> Domandò, curioso di scoprire di più sulla bella fanciulla.
<<Questa domanda non mi piace, se mi presentassi ora, diventeremo conoscenti e poi, anche amici. Ti ho appena detto che non mi piace venire in questi posti con loro.>> In realtà ne sentiva solamente la mancanza, si era affezionata a tutti loro, dovergli dire addio per tornare nel suo paese, non faceva parte del pacchetto.
<<Sei strana, ma non rinuncio mai quando si tratta di giocare a cose del genere. Non ti dirò come mi chiamo, va bene?>> Il suo interesse, aumentava di minuto in minuto, ci aveva visto giusto.
<<Se vuoi rimanere in mia compagnia, per questa settimana non dovremmo dirci nulla del nostro privato. Voglio che tu rimanga uno sconosciuto, e quello che faremo, rimarrà su quest'isola.>> Spiegò il suo piano, e il rasta sembrò felice di questa risposta, perché strinse con vigore la mano tesa che gli era stata posizionata davanti.
<<Ci sto. Allora bella sconosciuta, cosa facciamo?>> Era passata più di un'ora da quando stavano allegramente conversando, così, scartò l'idea dell'esplorazione e propose di andare a fare un bel bagno.
Arrivarono in spiaggia -solo dopo aver recuperato il materiale- e presero posto sotto un ombrellone. Stéphane si spogliò e Jude ne rimase affascinato: non sapeva cosa fosse, solo che, non era mai stato attratto così tanto da una persona appena conosciuta.
<<Dopo che hai ammirato senza nessun ritegno, cosa pensi, posso andare bene?>> Lo provocò ancora, le piaceva giocare al gatto con il topo, specialmente con un ragazzo così misterioso, quanto provocante.
<<Penso sia meglio per te, che tu non lo sappia.>> Non si era mai comportato in maniera così audace, specialmente con il sesso opposto, di solito spegneva ogni focolare sul nascere.
Forse stare su quell'isola, faceva emergere il vero se stesso.
<<Io non ho peli sulla lingua, perciò ti dico che sei davvero un tipo attraente.>> Confessò senza nessun rossore sulle labbra, squadrandolo senza ritegno.
<<Non ci credo che tu l'abbia detto davvero.>> Scoppiò a ridere e nel muovere la testa, gli occhiali scivolarono sul viso.
<<Smettila di ridere. Lo sai che con questa montatura, assomigli vagamente ad un moscone?>> Questa volta fu lei a mantenersi la pancia per le troppe risate.
<<Mi hai appena offeso?>> Si fece serio tutto d'un colpo, però vedendo quel viso dolce prenderlo in giro, non potè che seguirla a ruota.
<<Mi hai ricordato troppo una persona, mi perseguita anche qua.>> Sbuffò spazientito, ripensando ad un suo ex compagno di squadra.
<<Sembri scocciato, ma scommetto che la compagnia di questo, o questa, non ti dispiaccia poi così tanto.>> Gli fece un occhiolino. Incredibile come grazie ai soli movimenti del corpo, aveva capito già alcune parti del suo carattere.
<<Uomo del mistero, ti andrebbe di fare un bagno?>> Si alzò dalla sdraio, invitandolo a fare lo stesso.
Acconsentì soprattutto per il bel soprannome con cui lo aveva chiamato, e nonostante non stesse giocando a calcio, il suo modo di fare rispecchiava comunque quella sua "famosa" caratteristica.
<<Alloggi al Gran Palace?>> Le chiese curioso, voleva passare ogni giorno con questa stramba sconosciuta. Aveva tratti semi-orientali, nonostante ciò, non sembrava essere di mentalità chiusa come tutte le solite ragazze giapponesi.
<<Si, è stato il primo che ho trovato.>> Rispose sfiorando col piede l'acqua fredda.
In un colpo solo, la caricò sulle sue spalle e nonostante urlò di lasciarla andare, non lo fece.
<<Lasciami immediatamente, ma come ti permetti?>> Lo prendeva a schiaffi sulla schiena, mentre per evitare di ricevere un calcio in faccia, teneva ferme le sue gambe con un braccio.
<<Vuoi che ti lasci nell'acqua fredda, ti accontento subito!>> Esclamò lanciandola di getto. Quando riaffiorò aveva uno sguardo glaciale, e se esso poteva ucciderlo, sarebbe morto sul colpo.
<<Brutto idiota, è congelata. Prendi questo!>> Iniziò a schizzargli contro, mentre quest'ultimo se la dava a gambe.
Stéphane però, era una delle più veloci della squadra di calcetto femminile, così lo raggiunse facilmente, e gli saltò sulla schiena facendolo perdere l'equilibrio.
Riemersero con un leggero affanno, ancora attaccati l'uno all'altro.
<<Hai detto che possiamo fare quello che ci pare, perché tanto rimane in questo angolo di paradiso, giusto?>> Le strinse i fianchi portando a contatto i loro bacini.
<<Cos'hai in mente?>> E non appena terminò la frase, lo sconosciuto poggiò voracemente le labbra su quelle della sconosciuta.

Si baciarono a lungo, sembrava quasi come se si conoscessero da sempre; si morsero le labbra a vicenda, lui, adorava il profumo di menta

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Si baciarono a lungo, sembrava quasi come se si conoscessero da sempre; si morsero le labbra a vicenda, lui, adorava il profumo di menta. Lei, poteva percepire un leggero odore di sigaretta, miscelato a quello dell'alcool.
<<Lascia che ti riveli una cosa, abbiamo avuto esattamente la stessa idea.>> Gli sussurrò in un orecchio, e lasciò che i brividi scorressero per tutto il corpo.

/Spazio Autrice/
Sono sincera, inizialmente avevo pensato di non inserire più un mio spazio personale. Tuttavia, ci ho ripensato. Ho scritto questa storia per dar vita a qualcosa di diverso, di più bello. Come avete già potuto notare, ho cambiato tante cose: partendo dal modo di scrivere. Ci saranno sicuramente alcune scene vietate ai minori di sedici anni. Quando arriverò a quelle, metterò un piccolo segno per farvelo capire. In questo modo chi vorrà, salterà quella parte.
La storia partirà davvero tra sei capitoli, quando entrambi, dopo aver vissuto una settimana insieme senza conoscersi davvero, si rincontreranno tra i banchi di scuola.
Spero vi abbia intrigato, ci sentiamo presto.
Lo spero, la vostra S.

Innamorarsi per caso - Jude Sharp - IN PAUSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora