/Lontani/

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"Perché piccola potresti andartene dalle mie mani.
Ed i giorni dapprima lontani saranno anni,
e ti scorderai di me.
Quando piove i profili e le case ricordano te.
E sarà bellissimo,
perché gioia e dolore han lo stesso sapore con te.
Io vorrei soltanto che la notte ora velocemente andasse.
E tutto ciò che hai di me di colpo non tornasse.
E voglio amore e tutte le attenzioni che sai dare.
E voglio indifferenza se mai mi vorrai ferire"
Tiziano Ferro - Ti scatterò una foto.

(L'ascolto della canzone è facoltativo.)

Si erano allontanati, definitivamente. Non si sentivano da giorni e per il momento, andava bene così. Per Stéphane, non era stato facile accettarlo e dall'altra parte, Jude aveva altre cose di cui occuparsi, decisamente più importanti.
Gli allenamenti proseguivano senza sosta e la prima partita del girone di qualificazione, si stava avvicinando. Molti dei ragazzi della squadra, non volevano più giocare, troppo spaventati dalle conseguenze di tale gesto ribelle. Mark, aveva provato a spronarli in tutti i modi possibili ma senza riuscire a smuovere nulla.
<<Sei strana in questi giorni, sicura di stare bene?>> Quest'ultimo, l'aveva appena spaventata arrivandole di spalle. Ella si girò e per un attimo, sentì di potersi fidare di due pagliuzze castane così gentili.
<<Mister, mi ha spaventata!>> Aveva il respiro affannato, ed indietreggiò di poco vedendolo troppo vicino.
<<Chiamami Mark quando siamo da soli e soprattutto, dammi del tu, mi fai sentire vecchio.>> Le sorrise dolcemente e la castana finalmente si rilassò. Annuì, leggermente rossa di viso perché l'allenatore, le faceva uno strano effetto.
<<Va bene.>> Provò a svignarsela, così da non dover spiegare i suoi problemi ma il moro, la trattenne prendendole una mano.
Una stretta dolce, per nulla aggressiva e dominatrice come quella dell'uomo che costantemente appariva nei suoi pensieri.
<<Stonewall sputa il rospo, cos'è successo?>> Domandò diventando serio. Alla ragazza in questione, le vennero gli occhi lucidi e desiderò scomparire dalla sua traiettoria.
<<Se una persona a cui tieni, si allontanasse per fare qualcosa di molto più importante per lui, come ti sentiresti?>> Gli chiese, sperando di ricevere una sorta di conforto.
<<Penserei semplicemente che quella persona non ci ha mai tenuto quanto me e quindi, la lascerei andare.>> Rispose accarezzandole una guancia. Evans, era la persona più gentile e buona che avesse mai incontrato prima.
<<Lo penserei anch'io, ma è così difficile dimenticare.>> Disse chiudendo gli occhi per trattenere le lacrime.
<<Hai ragione, è difficile. Tuttavia, sono queste cose che ci fanno crescere per essere migliori di quello che siamo ora.>> Strinse un po' di più la presa -che non aveva mai lasciato- e iniziò a camminare attraversando tutto il corridoio.
<<Mark dove stiamo andando?>> Gli urlò dietro mentre provava a stare al suo passo.
<<Fidati di me, ti porto in un posto molto importante.>> In poco tempo, a differenza del rasta, non solo aveva capito come si sentiva, ma la stava anche aiutando.
<<Un posto che ti farà per un attimo dimenticare i problemi.>> Le sorrise rassicurante.

Proseguirono in silenzio, non c'era imbarazzo, ma fu stranamente piacevole

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Proseguirono in silenzio, non c'era imbarazzo, ma fu stranamente piacevole. Il venticello autunnale, accarezzava i loro volti sorridenti e i raggi del sole, allo stesso tempo, li riscaldava.

Dall'altra parte della città, era in atto una delle solite discussioni tra Anita e l'attaccante del Quinto Settore. Non era stata una settimana facile per la rossa, che costantemente minacciata dal blu, accusava un leggero senso di rimorso. Avrebbe tanto voluto rivelare tutto, ma non poteva.
<<Non ti azzardare a dire nulla, qua c'è in gioco il mio futuro ed anche il tuo!>> Le puntò un dito contro, arrabbiato con se stesso per quello che stava succedendo.
<<Ma come fai a rimanere impassibile? Spiegamelo, perché io non ci riesco!>> Esclamò spintonandolo all'indietro. La sua aggressività non era mai stata un problema, ma le sembrò di star per perdere il controllo.
<<Ma sei matta? Sta al tuo posto ragazzina!>> Ringhiò peggio di un lupo con i canini affilati.
<<Ti ho visto sai, ho visto con quanto amore e determinazione calci il pallone. Il calcio è la tua vita. Perché ti sei unito a quell'associazione di merda?>> Alzò la voce perdendo definitivamente il controllo delle sue azioni.
<<Questi non sono cazzi tuoi.>> La bloccò per le braccia perché gli girava la testa a furia di vederla gesticolare.
<<Però tu, i cazzi miei te li sei fatti ed anche più che volentieri, aggiungerei.>> Si avvicinò al viso del porcospino, i loro nasi si sfioravano.
<<Non per mio volere.>> Le labbra sottili di Blade erano leggermente spalancate e da esse, arrivava un buon sapore di dentifricio.
<<Puoi lasciarmi? Sei troppo vicino per i miei gusti.>> Assunse un'espressione infastidita, ma allo stesso tempo, le sue gote, si colorarono leggermente di rosa.
<<Cosa c'è ti imbarazzo?>> Spalancò al massimo lo sguardo al suono di quelle parole, perciò presa dalla ira, portò la testa indietro e poi in avanti, tirandogli una forte testata.
<<Ma sei matta?>> Si massaggiò la fronte, urlandole contro i peggiori insulti.
<<È quello che ti meriti, la prossima volta impari a provocarmi.>> Alzò le spalle e fece finta che la testa non le stesse sbattendo per il contraccolpo.
<<Sai cosa? Meriti esattamente tutto quello che sta succedendo alla tua famiglia. Ci credo che tuo padre non ti ha voluta più, chi vorrebbe una figlia così aggressiva?>> Le sue parole dette con rabbia e cattiveria la lasciarono di stucco. Aveva appena toccato un punto dolente per lei, senza nemmeno un briciolo di esitazione.
Si girò dandogli le spalle e senza dire nulla, preferì ritornare a casa.

Jude si trovava sulla torre quando da lontano, vide due figure conosciute camminare mano nella mano. Grazie ai suoi occhiali, li mise subito a fuoco e strinse i pugni nel vederli insieme. Infondo se lo meritava, aveva deciso lui di starle lontano, ma proprio non ci riusciva. Aspettò paziente per tutto il tempo che stettero lì a parlare, affacciati sul bellissimo paesaggio che da anni accompagnava la loro amicizia. Non riusciva a credere che proprio il suo migliore amico, sembrava essersi invaghito della stessa donna che gli piaceva.
La rabbia non scemò, nemmeno quando quest'ultimo la salutò con un bacio sulla guancia, anzi tutto il contrario. Ne approfittò per scendere e raggiungerla, magari urlarle contro una serie di cattiverie, ma si bloccò quando la vide piangere. Calde piccole lacrime le bagnavano il viso e cadevano lungo il collo.
La vide armeggiare con il cellulare e non riusciva a capire cosa stesse combinando; scrisse un messaggio e per cinque minuti interi, rimase a fissarlo, come se avesse paura di inviarlo.
Alla fine premette quella fatidica freccia blu e subito dopo, il suo telefono vibrò.
Due semplici parole che gli fecero tremare il cuore.
<<Mi manchi.>> Voleva tanto risponderle, probabilmente allo stesso modo, ma preferì evitare di mettere ulteriore benzina sul fuoco scoppiettante. Stava preferendo il lavoro all'amore e se ne sarebbe sicuramente pentito. Senza nemmeno accorgersene, la stava spingendo nelle braccia di un altro. Perché Stéphane, dopo la sua 'non risposta', capì che era arrivato il momento di lasciarlo andare:  meritava di più ed un certo ragazzo con la fascia arancione, sembrava il candidato perfetto.

/Spazio Autrice/
Buonasera ragazze, so che lo stavate aspettando da tanto e mi dispiace. Ho già scritto sulla mia bacheca che a causa di impegni, non farò più nessuna promessa di pubblicazione. Questo capitolo è un po' corto ed anche di passaggio. I nostri protagonisti sono distanti, Jude sta allontanando Stéphane e senza accorgersene la sta spingendo tra le braccia di Mark. Cosa pensate accada
nel prossimo capitolo?
Ci sentiamo presto, vi aspetto nei commenti. Un bacio la vostra Ste.❤️

Innamorarsi per caso - Jude Sharp - IN PAUSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora