/Quarto Giorno/

1.9K 80 59
                                    

//Attenzione! In questo capitolo, sono
presenti scene da bollino rosso,
che potrebbero urtare la vostra sensibilità!//

"Respiri piano per non far rumore,
ti addormenti di sera e
ti risvegli con il sole.
Sei chiara come un'alba.
Sei fresca come l'aria.
Diventi rossa se qualcuno ti guarda,
e sei fantastica quando sei assorta.
Nei tuoi problemi.
Nei tuoi pensieri"
Vasco Rossi - Albachiara.

(L'ascolto della canzone è facoltativo.)

Avevano dormito per tutta la notte abbracciati, o meglio, Jude l'aveva stretta a se mentre dormiva. Stéphane, era stata svegliata da un tenue raggio di sole, fermo proprio sul suo sguardo. La sera prima, si erano anche dimenticati di chiudere le tende: aveva aperto leggermente gli occhi, per poi sbadigliare. Si sentiva accaldata e percepiva dietro di se, un corpo grande e muscoloso.
Non si era mai comportata in questo modo con nessun uomo, che poi "uomo" era un grande parolone: il primo ragazzo, aveva avuto la sua stessa età.
Sapeva che il rasta al suo fianco fosse più grande, lo percepiva dai suoi comportamenti. Dopo averlo studiato a fondo per tre giorni, aveva capito che la persona davanti a lei, fosse intelligente, matura, ma soprattutto con la testa sulle spalle.
Si girò con fatica, cercando di non svegliarlo. Lo osservò a lungo: i capelli completamente sciolti cadevano in parte sul viso, i lineamenti rilassati, lo facevano sembrare un angelo e le labbra carnose, la invogliavano ad assaggiarle.
Si liberò dalla sua presa, solo per salire a cavalcioni sul suo bacino; la sera prima, si ricordava benissimo di quando in preda al piacere, l'aveva portata al limite senza concretizzare nulla.
Voleva ricambiarlo con la stessa moneta.
Si abbassò baciandogli il collo, iniziando a muovere con estrema lentezza il bacino, e dopo nemmeno pochi secondi, avvertì la sua presenza premerle sull'intimità.
Il ragazzo fu svegliato da un leggero fastidio nel bassoventre, e quando aprì le due gemme rosse, si ritrovò in completa estasi.
Non ebbe il tempo di parlare, né tantomeno di riflettere su quanto stava succedendo: in un semplice gesto, la mano della giovane, si era intrufolata al di sotto dei boxer.
Lo accarezzò dolcemente, aveva una presa leggera, ma decisa. Non gli sembrò fosse un'incompetente, lo aveva sicuramente già fatto prima. Ed il solo pensiero che qualcun altro l'avesse potuta sfiorare prima di lui: lo faceva infuriare. Nonostante ciò, il desiderio di possederla aumentava col passare dei secondi.
I movimenti si facevano man mano sempre più veloci, sentiva di star arrivando al culmine; lei se ne accorse e sul più bello, si fermò tutto d'un colpo.
<<È così brutto non concludere vero? Bene, ora sai come mi sono sentita ieri.>> Disse mostrando un bel ghigno. Fece per alzarsi e andare in bagno, ma la presa possente del castano, la trascinò al suo fianco.
Invertì le posizioni, ora lui dominava il gioco; era arrabbiato, l'avrebbe seriamente fatta impazzire, tuttavia, vederla inerme con solo una misera maglia addosso, lo mandava fuori di testa. Così bella e sensuale, da non rendersene nemmeno conto.

<<Prima mi tenti, poi vuoi scappare? Non te l'hanno mai detto di non provocare il comandante assoluto del campo?>> Disse con tono di voce rauca, citando nel mezzo anche il classico soprannome con cui veniva chiamato

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

<<Prima mi tenti, poi vuoi scappare? Non te l'hanno mai detto di non provocare il comandante assoluto del campo?>> Disse con tono di voce rauca, citando nel mezzo anche il classico soprannome con cui veniva chiamato.
Se c'era una cosa che sapeva di far bene, era manipolare e controllare le persone: questo, valeva anche nel sesso. Odiava non poter prendere le redini, doveva essere il più forte, ma soprattutto, doveva starle sopra.
<<Fermami ora, dopo sarà troppo tardi.>> Sospirò iniziando ad accarezzare con le dita un seno. Il fatto che non portasse il reggiseno, rendeva il tutto più elettrizzante. Voleva strapparle quella maglia da dosso, e assaggiare con la bocca, tutto quello che ci fosse sotto.
<<E se non volessi farlo?>> Rispose avvicinando le labbra al suo orecchio. Alzò i fianchi, facendoli scontrare più e più volte.
<<Beh, allora inizierò a giocare forte. Spero non ti dispiaccia.>> Sfilò in una sola mossa quel fastidioso tessuto rosso, ritrovandosela con indosso solo le mutandine. Chiuse in una morsa i due sottili polsi, e con l'altra mano libera, si fece subito spazio in lei. Prima dolcemente, sentendo subito quanto in realtà fosse bagnata; poi con velocità, facendola gemere per l'irruenza di tali gesti.
<<Fa silenzio piccola, non vorrai farti sentire da tutto il piano.>> La stimolò inserendo un altro dito. Ammise a se stesso, che ella, vista da quella prospettiva: fosse davvero paradisiaca.
Non si accontentò, uscì dalle sue pareti e la mise con la pancia sul materasso. Un sonoro schiocco risuonò nella camera: aveva appena colpito il suo sedere all'aria con uno schiaffo. Era persa nel mondo della lussuria per accorgersi che nel frattempo, lo sconosciuto si era spogliato completamente.
Indossò un preservativo, e dopo averle alzato la pancia per farla posizionare a gattoni, le entrò dentro con aggressività. Si sentì subito appagato, era davvero molto stretta e questo, non faceva altro che incitarlo a continuare. Lei accompagnò le spinte, era da troppo tempo che desiderava averlo e lasciarsi andare in questo modo. Senza alcun dubbio il migliore della sua vita: non era stato violento, ma l'aveva fatta sentire voluta, desiderata. Come se non avesse occhi per altre donne, solo ed esclusivamente per lei.
Non come quel pallone gonfiato del suo ex fidanzato. Il tempo passava, forse minuti, forse un'ora intera, si sentiva come se dovesse scoppiare da un momento all'altro, più spingeva, più desiderava esplodere.
<<Lasciati andare, ci sono io qua con te.>> Le sussurrò l'altro con un certo affanno. Chiuse le palpebre e si liberò sulle lenzuola, mentre il moro, dava le ultime spinte prima di arrivare a sua volta nella protezione.
Non si scambiarono nessuna parola dolce, semplicemente si accarezzarono a vicenda. Stéphane giocherellava con i suoi lunghi capelli, l'occhialuto invece, sfiorava le sue natiche con i polpastrelli.
A vederli dall'esterno, sembravano una vera e propria coppia: invece, non sapevano nulla dell'altro.
<<Non mi sono mai sentito meglio di così.>> Confessò i suoi pensieri, stringendola in un forte abbraccio.
<<Sei un uomo, il più strano e bello che potessi mai incontrare.>> Lo strinse a sua volta, poggiando la testa sul torace. Non c'era niente di strano nel sentire il suo cuore battere, tranne per il fatto, che iniziò a pompare più forte, soprattutto dopo quanto gli aveva rivelato.
Il diretto interessato, ne aveva ricevuti di complimenti, ma mai così strani. Tutto ciò che la rappresentava lo era: i modi di porsi, le frasi che usava. La trovava genuina, in pochi giorni, aveva dato alla sua monotona vita, un botto di felicità. Per qualche ora si era pure dimenticato, che tra meno di pochi giorni, sarebbe dovuto partire per il Giappone: lì, c'erano degli amici ad attenderlo.
Il problema era solo uno: non voleva più lasciarla andare. Per scappare via, avrebbe dovuto tirare fuori tutto il coraggio che aveva.
Tuttavia, non doveva pensarci, sarebbe stato solo più doloroso.

/Spazio Autrice/
Mi scuso per l'immenso ritardo, purtroppo tra il telefono rotto, e i disegni per l'esame da fare, non ho molto tempo da dedicarmi a questo. Perciò, vi avviso che uscirá un capitolo a settimana, non più due per ogni storia. Mi dispiace se c'è qualche errore, appena ho tempo, li correggerò.
Spero comunque che esso vi sia piaciuto, e sono felice che questa storia, stia già raggiungendo dei numeri così alti in soli quattro capitoli. É grazie al vostro sostegno se oggi, sono qua.
A presto, S.

Innamorarsi per caso - Jude Sharp - IN PAUSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora