/Terzo Giorno/

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//Attenzione! In questo capitolo, sono
presenti scene da bollino rosso,
che potrebbero urtare la vostra sensibilità!//

I put a spell on you.
Because you're mine.
You better stop the things you do.
I tell you I ain't lying.
I ain't lying,
you know I can't stand it
you're running around.
You know better daddy I can't stand it cause, you put me down.
Oh no.

Annie Lennox - I put a spell on you.

(L'ascolto della canzone è facoltativo.)

Il terzo giorno, Jude aveva deciso di cambiare il loro itinerario: sul giornale degli avvisi che arrivò in camera, c'era scritto dell'apertura di questo locale sulla spiaggia. Così, era andato a bussare alla sconosciuta, avvisandola di prepararsi per la lunga serata.
Agitato come non lo era mai stato prima, andò a immergersi sotto il getto freddo della doccia. Esso però non calmò i suoi pensieri. Solo ieri, la mano di quella donna, gli stava sfiorando il sesso senza il minimo pudore.
Anche in quel momento, una strana eccitazione lo pervase; sentiva il fastidio nel basso ventre aumentare sempre di più. Era un uomo, e da tale, aveva sviluppato con il tempo un certo autocontrollo: non era più un ragazzino.
Eppure, il solo pensiero di averla anche solo per una notte, lo fece eccitare maggiormente.
Poteva negarlo davanti a chiunque, ma in quella stretta cabina, era inutile nascondersi.
Non ce la fece più, così iniziò a toccarsi grazie all'aiuto della mano destra: la immaginò senza vestiti, completamente nuda sotto di lui mentre ansimante, sussurrava di volere di più, in preda al tocco delle sue dita.
Pensieri del tutto poco casti gli attraversarono la mente, e dopo appena cinque minuti, lasciò gocciolare sulle mattonelle il suo liquido seminale.
Si asciugò sentendosi molto più in forma del solito, era da tanto che non faceva sesso con una ragazza, forse troppo.

Alcune stanze poco distanti da quelle del regista, la castana girovagava nuda per la camera, alla ricerca della sua amata biancheria di pizzo nero. Aveva deciso di indossare un vestito molto particolare: presentava una profonda scollatura, sia sulla schiena, sia sul seno. Inoltre i due profondi spacchi sulle gambe, mettevano in risalto le curve posteriori. Il suo obiettivo, era provocare fino allo sfinimento il rasta che aveva conosciuto due giorni prima. Proprio per questo, infilò solo le mutandine, lasciando scoperta la zona superiore.
D'altra parte, non poteva di certo immaginare che il ragazzo, era pronto a tutto pur di possederla.
Si arricciò i lunghi capelli nocciola, e quando si vide allo specchio, si auto-complimentò per la sua bellezza: la ragazzina scialba di prima, era scomparsa.
Doveva solo allacciarsi i sandali argento, quando bussarono alla porta. Si accorse solo dopo, che era in leggero ritardo.
<<Eccomi, giuro che sono quasi pronta.>> Si giustificò con l'occhialuto, osservandolo dalla testa ai piedi. Indossava una camicia di lino ed un pantalone abbastanza stretto, che metteva in risalto le muscolose gambe.
<<Va bene, ti aspetto fuori.>> Fece per andarsene, ma fu bloccato dalla mano della giovane, che lo invitò ad entrare.
<<Vieni pure.>> A quelle parole, Jude accusò ancora una volta le stesse sensazioni del pomeriggio. Avrebbe voluto strapparle quell'abito per vedere cosa si celava sotto, abbassarsi in ginocchio davanti alle sue gambe, e baciarla esattamente in quel punto. E lo avrebbe fatto davvero, se solo ne avesse avuto il coraggio.
Aveva davanti a se il gusto del proibito, e questo, lo mandava nel pallone.

Arrivarono in soli dieci minuti di camminata, fortunatamente, era a due passi dal loro hotel. Pagarono i biglietti d'entrata, e dopo un piccolo sguardo, decisero subito di bere qualcosa per sciogliere i muscoli.
<<Hai deciso di farmi impazzire? Sai che vestita così, posso non rispondere più delle mie azioni?>> L'alcool stava già facendo il suo effetto, bastava ascoltare le parole che gli aveva appena sussurrato vicino al collo scoperto, per capirlo.
<<Motivo in più per fare questo.>> Si abbassò verso il bancone, poggiandosi con le natiche esattamente sul gonfiore della stoffa. Iniziò a muovere il bacino a ritmo di musica, sembrava un serpente pronto ad accerchiare la sua preda.
Si alzò di colpo camminando a passo lento verso la pista, lo guardò intensamente prima di iniziare a ballare per lui.
Uno spettacolo davvero mozzafiato, tanto che molti di loro, si girarono ad ammirarla. Non era volgare, la sua figura era solamente sensuale.
Alzava le braccia, muoveva con calma i fianchi accarezzandosi il corpo: pane per i suoi denti.
La raggiunse in poche falcate, la tirò a se e poggiò avidamente le labbra sulle sue.
Sharp aveva appena perso il controllo.
Si assaporarono, avevano aspettato, anche troppo tempo per farlo. Si sentirono diversi rispetto alla prima volta. Ora oltre alla passione, in questo scambio di saliva, c'era un forte desiderio sessuale represso.
La strinse forte per i fianchi portandola ancora più vicina al suo corpo, mentre Stéphane gli tirava leggermente i capelli.
<<Lasciati andare a me.>> Disse baciandola il collo scoperto, era veloce. In poco tempo si ritrovò coperta da alcuni segni rossi e quelli, indicavano il suo passaggio.
<<Sarebbe sbagliato, non ti conosco neanche.>> Al suono di queste parole, la prese sulle spalle e lasciò di corsa il locale, spintonando tutti coloro che gli capitavano davanti. La portò dietro le mura esterne dell'edificio, così, non c'era nessuno che potesse scoprirli.
Indietreggiò leggermente spaventata, ma questa sensazione di malessere, lasciò spazio al desiderio quando il centrocampista, la baciò ancora una volta.
Le prese un seno con una mano, notando che non portava la biancheria e con l'altra, alzò leggermente il vestito sfiorando le morbide gambe. La udì gemere, completamente immersa in un altro universo, e non poté fare altro che ghignare.
<<Moscone, ti prego fermati.>> Parlava, ma non riusciva ad allontanarlo veramente.
<<Fallo tu se veramente lo desideri.>> Le baciava il petto scoperto: amava provocarla in questo modo sfacciato.

Non ci fu una risposta, così continuò quello che aveva iniziato: strinse con forza l'interno coscia, e successivamente con frenesia, sfiorò le mutandine esattamente nel suo centro

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Non ci fu una risposta, così continuò quello che aveva iniziato: strinse con forza l'interno coscia, e successivamente con frenesia, sfiorò le mutandine esattamente nel suo centro.
<<Ti prego...>> Lo incitò a continuare, voleva farlo senza alcun rimpianto.
Aveva avuto un solo fidanzato nella sua vita, ma le cose non erano andate bene come sperava; non riusciva a perdonarlo, l'aveva tradita senza pensarci due volte.
<<Hai visto che alla fine mi stai pregando di continuare? Eppure sono uno sconosciuto, non mi conosci.>> Le rinfacciò quanto era stato detto, ed ancora una volta, aveva vinto.
<<Sai che sei proprio un bastar...do?>> Non la fece terminare la frase che due dita lunghe, si fecero spazio in lei. La prese violentemente, tanto che le mancò il fiato in gola: non aveva mai incontrato una persona in grado di farla sentire così bene con pochi gesti.
Si muoveva abile e veloce, le smuoveva punti che neanche sapeva di possedere: non era un principiante qualsiasi.
<<Ah davvero, quindi sono un bastardo?>> Le morse il labbro inferiore e smise di muoversi.
<<Ora che ti sei fermato, lo penso ancora di più.>> Si guardarono negli occhi, le due pietre rosse, scintillavano grazie al riflesso della luna.
<<Questa era solo una prova. Volevo farti capire che le tue parole erano inutili. Poi, non sognerei mai di farlo in un posto così squallido, preferisco la camera da letto.>> La prese per mano e senza dire più nulla, presero la strada del ritorno.
<<Mi gira la testa, non credo di sentirmi molto bene.>> Espose i suoi pensieri ad alta voce, purtroppo entrambi avevano bevuto più del normale.
<<Vieni da me questa notte.>> Propose l'altro sostenendola per il bacino.

Decisero di dormire insieme. Avevano entrambi prenotato una stanza matrimoniale, quindi Jude, che stava sicuramente meglio, le fece strada per la sua camera.
Entrarono, e tutto era perfettamente in ordine.
<<In confronto, la mia camera sembra uno zoo.>> Gli disse ridendo, quest'uomo non presentava un difetto.
<<Semplicemente mi piace essere ordinato. Fai con comodo.>> Lo prese in parola, e senza pensare più a nulla iniziò a spogliarsi.
<<Hey uomo del mistero, mi presteresti una maglia?>> Si girò mostrandosi quasi completamente nuda.
<<Per me puoi dormire anche così.>> La divorò con sguardo famelico. Cercava di coprirsi con le braccia, ma era quasi del tutto inutile.
Provò a rimettersi il vestito, si sentiva troppo spoglia, ma non glielo permise. Venne presa per le natiche e poi, la lanciò sul letto. Recuperò una sua maglia da calcio consumata, e gliela fece indossare.
<<Ora dormi, sono le quattro del mattino.>> Annuì poggiando la testa sul cuscino, e quest'ultimo, odorava di muschio bianco.
Cullata da una strana sensazione di benessere, chiuse gli occhi e finalmente, si lasciò andare al mondo dei sogni.
Il moro era andato a cambiarsi e di solito, dormiva solo con i boxer; ma questa volta, indossò anche un pantaloncino di basket che si era portato dietro come unico pigiama.
Rientrò in quelle quattro mura, e la trovò già addormentata: ripensò a quello che solo poche ore fa aveva immaginato, e desiderò provare a metterlo in pratica.
Si stese nel lato opposto, e dopo aver meditato su quanto accaduto quella notte, la strinse al suo petto con il braccio. Crollò qualche minuto dopo, ascoltando il dolce respiro della donna che inconsapevolmente, stava svelando nuove parti del suo carattere.

/Spazio Autrice/
Buongiorno a tutte voi, mi scuso per avervi fatte aspettare, ma ho avuto un lutto in famiglia, e non stavo molto in vena di scrivere nuovi capitoli.
Spero che questo appena postato vi sia piaciuto; il vero inizio di questa storia si avvicina sempre di più, e con il quarto giorno, avrete una bella sorpresa. Sta sera, uscirà anche il terzultimo capitolo della storia su Caleb: in qualche modo, devo farmi perdonare per l'immenso ritardo.
A presto, S.

Innamorarsi per caso - Jude Sharp - IN PAUSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora