/Perseguitate/

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"Preferisco vivere senza mai più chiedere,
preferisco stringere che lasciare perdere.
Vivo nel confronto di un secolo e un secondo
e non trovo così assurdo che il mondo
sia un istinto.
Ti va se ci lasciamo che torna il desiderio,
poi vieni qui vicino e raccontami un segreto.
Io so di un vecchio pazzo che parla alle persone
di cose mai accadute per vivere un po' altrove"
Ultimo - 22 Settembre.

(L'ascolto della canzone è facoltativo.)

I giorni da frequentare prima di richiedere il cambio scuola, erano finalmente arrivati. La Raimon, aveva approvato la loro iscrizione: sia alla scuola, che al club calcistico. L'ambiente era completamente diverso da quello della Royal; alberi di ciliegio appena fioriti che coloravano il sentiero dell'ingresso, il colore azzurro per decorare le pareti della struttura ed i ragazzi, decisamente più timidi ed educati.
<<Non ci posso credere, finalmente ce ne siamo andate!>> Urlò a squarciagola Stéphane, che presa dall'euforia, abbracciò forte l'amica.
<<Che differenza vero?>> Ricambiò con vigore la stretta e senza indugiare ulteriormente, superarono il cancello dell'entrata.
Nonostante tutto, la castana aveva un brutto presentimento. Per tutta la settimana, non aveva fatto altro che ignorarlo e Jude, tantomeno si era degnato a cercarla. Le andava bene ma sentiva che qualcosa di imminente, stava per sconvolgerle la quiete. O per meglio dire, 'qualcuno'.

Dall'altra parte, c'era la rossa con i suoi continui problemi legati alla madre. Non aveva più ricevuto messaggi minatori, ma come di comune accordo, teneva aggiornato il quartier generale tramite lo sconosciuto. Il numero che le aveva dato, era proprio il suo. Questo la metteva in soggezione: non che avesse paura, ma le sembrava ancora rancoroso per il calcio che gli aveva tirato nelle parti basse. Era giovane e sicuramente frequentava il liceo.
<<Sei sicura di stare bene? Sembri pensierosa.>> Disse la mora, ridestandola dai suoi stessi pensieri negativi.
<<Si tranquilla, ho solo una leggera ansia.>> Sorrise fintamente e l'altra lo capì senza aggiungere nulla a riguardo: preferiva lasciarle i suoi spazi.
Da quando aveva messo piede all'interno, Anita si sentiva costantemente osservata, solo non riusciva a capire da chi. Che la stessero tenendo d'occhio?
Arrivate a metà percorso, furono accolte dalla vicepreside, pronta a farle da guida. Tuttavia, prima di entrare a visitare l'edificio, non poté far ameno di notare un paio d'occhi scrutarla da dietro un albero: esattamente uguali alla fonte dei suoi pensieri.
Si bloccò non appena lo vide; lui parve accorgersene ed invece di scappare, le mostrò un bel ghigno di benvenuto. Era appena arrivata all'inferno e nemmeno ci aveva dato peso. Almeno fin quando lo schermo del cellulare non si illuminò, segnalandole l'arrivo di una notifica.
<<Ti sei appena trasferita nella tana del lupo, non lo sapevi?>> Rabbrividì non appena lo lesse ma per il momento, preferì non pensarci.

La giornata passò tranquilla, avevano conosciuto molte nuove persone e soprattutto, la Stonewall, si era già informata sulle 'voci del corridoio'. Un inviato del Quinto Settore, si era divertito a dare spettacolo distruggendo tutta la seconda squadra della Raimon. Il suo nome, era Victor Blade. Giovane dai bei lineamenti e con occhi ambrati, pronto a bruciare tutti coloro che si intromettevano sul suo cammino.
Il mister Travis era stato appena cacciato, ed ora i ragazzi, aspettavano con ansia il nuovo arrivato.
Si presentò in ufficio prima dell'orario prestabilito e firmò le carte per potersi subito recare nel luogo dove avrebbe dato inizio alla sua missione. Non aveva parlato con Caleb, anzi il termine adatto, era che non voleva. Lei sapeva essere molto vendicativa, quindi non c'erano occasioni migliori di quella per ricambiarlo con la stessa moneta.
Uscì di corsa, andando a sbattere contro il petto di qualcuno che stava per entrare al suo posto. Alzò la testa e con grande piacere, si ritrovò davanti il grande Evans.
<<Mi scusi, non ho visto dove mettevo piede.>> Parlò agitata, nella speranza che potesse essere lui il nuovo allenatore.
<<Oh figurati, ci siamo già visti da qualche parte?>> Probabilmente la somiglianza col fratello maggiore, era più grande di quanto pensasse.
<<Non credo proprio, forse mi ha scambiata per qualcun altra. Ora mi spiace ma devo scappare, a presto!>> Arrossì di botto davanti al suo idolo e abbassò la testa, in segno di rispetto per salutarlo ed andare via.
Il giovane era davvero un bell'uomo, i tratti da bambino avevano lasciato spazio ad un'aria più che mascolina.
Arrivò in largo anticipo, notando che nella stanza, c'era per il momento solo un ragazzo dai capelli blu. Lo squadrò dalla testa ai piedi, notando che la descrizione del bulletto che le era stata fatta, rispecchiava esattamente la sua.
Più il tempo passava, più l'aula iniziava a riempirsi. Perciò, a Stéphane, le venne in mente un'idea.
<<Oh, tu devi essere 'colui che non deve essere nominato'. Come ti senti ad essere odiato da tutti?>> Il diretto interessato, udì la provocazione e si girò per guardarla. La ragazzina possedeva un viso dolce, che rispecchiava davvero poco il suo pessimo carattere, perciò molto spesso, veniva presa alla leggera.
<<Tu chi sei, non mi sembra di averti mai vista mocciosa.>> Come se non bastasse, l'aveva anche scambiata per una quattordicenne.
<<Punto primo, il moccioso sei tu visto che frequenti il terzo anno ed io l'ultimo. Punto secondo, non c'è bisogno di offendere, ti ho semplicemente fatto una domanda. Punto terzo, scendi dal piedistallo che non sei nessuno.>> Concluse il suo discorso con un pizzico di soddisfazione.
<<Cosa succede qua dentro?>> La dolce voce dell'ex portiere dell'Inazuma Japan, risuonò forte e chiara.
<<Nulla di che.>> L'attaccante preferì rimanere in silenzio. Si voltò solo quando dietro la figura di Mark, sbucò la compagna leggermente imbarazzata.
<<Meglio così, non voglio ci siamo litigi all'interno della squadra. Penso che tutti voi mi conosciate, perciò vi avviso subito, sarò io il vostro nuovo allenatore. Vi aspetto oggi al campo al fiume, ci alleneremo lì.>> Salutò tutti con un sorriso, ed uscì senza guardarsi indietro. Chiunque in quelle quattro mura, sembrò sconcertato dal ritrovarselo davanti. Uno dei più grandi giocatori del mondo, aveva appena fatto la sua apparizione; ci fu chi lo osservò con ammirazione e chi invece, con preoccupazione.
<<É completamente diverso dal tuo comandante, non trovi?>> Annuì alle silenziose parole della rossa. A pensarci bene, le manie di protagonismo, il carattere prepotente ed il suo fare dominante, le mancavano terribilmente. Non serviva a nulla stargli lontano, appena qualcuno lo nominava, la sua mente riviveva inspiegabilmente tutti i bei momenti passati con lui.

Poche ore dopo, si avviarono nel luogo indicato. Alcuni giocatori si erano presentati, provando a conoscere le due belle arrivate, altri invece si erano mostrati non molto disponibili nel fare amicizia.
<<Ragazze, sapevo che sareste venute.>> Le salutò a braccia aperte il loro nuovo mister.

<<Credo che arriverranno anche gli altri

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<<Credo che arriverranno anche gli altri.>> Spiegò fiduciosa Stéph, soprattutto per Arion e Jp, perché si erano mostrati curiosi di parteciparvi.
Si allontanò dal gruppo solo per rispondere al cellulare. Il numero non salvato in rubrica, aveva attirato la sua più completa attenzione.
<<Pronto, con chi parlo?>> Inizialmente, non avvertì nessun rumore, né tantomeno una risposta.
<<Ma come bambina, ti sei già dimenticata di me? Sono bastati gli occhi dolci del mio migliore amico per distogliere la tua attenzione?>> Dopo settimane di silenzio, si rifaceva vivo con una banalissima chiamata.
<<Da quando sei nei miei pensieri?>> Utilizzò lo stesso tono provocatorio, voleva seriamente urlargli i peggiori insulti.
<<Da quando ti ho vista gemere sotto il mio tocco.>> Il suo viso, assunse una diversa colorazione non appena il rasta pronunciò sensualmente quelle parole.
<<Smettila di dire scemenze, non é affatto vero. Ed ora, dimmi il vero motivo della tua chiamata!>> Si appoggiò con la testa al tronco di un albero. Sentiva seriamente il bisogno di fare sesso e parlare a telefono con quest'ultimo, le aveva risvegliato gli ormoni assopiti.
<<Ma nulla, sono venuto a casa tua per Caleb, ma non l'ho trovato. Così mi sono chiesto, perché non mi raggiungi? Sbaglio o abbiamo molte cose di cui parlare?>> Chiese Jude, mentre aspettava una 'sicura' risposta affermativa.
<<Arrivo, ma solo per parlare, sia chiaro.>> Specificò bene le sue intenzioni, così inviò un messaggio nel gruppo dei ragazzi dove l'avevano appena inserita e poi, si mise a correre verso casa. Stava per compiere la cosa più stupida della sua vita, ma necessitava di molte risposte.

Anita, venne bloccata da una grossa mano che si poggiò sulla bocca per non permetterle di urlare.
<<Dove scappi rossa? Tu rimani qua, perché dovrai aiutarmi a distruggerli.>> L'incubo dei suoi sogni, era davanti a lei.
Indossava una t-shirt rossa ed il mantello viola che gli copriva le spalle. I capelli, erano fissati in alto con la gelatina e lo sguardo duro, se possibile, lo rendevano ancora più inquietante.
<<Stavo semplicemente andando a casa, non hai bisogno di me. Puoi cavartela benissimo da solo da quanto ho sentito dire.>> Cercò di scappare, ma l'altro, non glielo permise.
<<Ricordati chi é che comanda. Ci vediamo domani, sta attenta a te.>> Non lo disse con preoccupazione, ma quasi come se potesse essere lui la causa di un suo possibile non rientro nell'abitazione.
<<Tu ricordati del calcio nelle palle, se non ne vuoi un altro.>> Ribatté acida mentre si allontanava, e con la mente, gli lanciava diverse maledizioni.

/Spazio Autrice/
Quanto vi ho fatto aspettare per questo capitolo? Si, sono imperdonabile. Tuttavia, avete tutte scoperto l'identità del famoso sconosciuto che tormenta la nostra piccola Anita. Volevo dirvi, che in questa storia Mark non é sposato, né tantomeno sta insieme a Nelly. Inoltre Victor, va al terzo anno, ma in realtà, dovrebbe stare al quarto.
(Quindi ha solo pochi mesi di differenza con la rossa, leggermente più grande di lui.)
Jude ha telefonato Stéphane, ma cosa faranno in casa da soli?
Lo scopriremo nel prossimo, un bacio.
(Mi scuso per gli errori, dopo pranzo
lo rileggo e correggo tutto.)
S.❤

Innamorarsi per caso - Jude Sharp - IN PAUSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora