/Cambiamento/

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"Tu portami via, quando torna la paura
e non so più reagire.
Dai rimorsi degli errori che continuo a fare,
mentre lotto a denti stretti
nascondendo l'amarezza dentro una bugia"
Fabrizio Moro - Portami via.

(L'ascolto della canzone è facoltativo.)

Quella giornata così angosciante, si era conclusa nel peggiore dei modi possibili. Stéphane, aveva provato a contattarlo tramite messaggi per più di una volta, ma dall'altra parte del telefono, non vi erano state risposte.
Dopo aver passato una notte infernale, era arrivata ad una conclusione: doveva provare a dimenticarlo, soprattutto per se stessa.
<<Buongiorno fiorellino, oggi sei più raggiante del solito.>> Suo fratello, le comparve davanti prendendola in giro per le grosse occhiaie.
<<I tuoi dolci commenti, mi rallegrano ogni volta.>> Sorrise ironica, scompigliandogli la massa di capelli castani che aveva deciso di far crescere.
<<Smettila di darmi fastidio e pensa a mangiare, ogni giorno che ti vedo sei sempre più magra.>> Sbuffò rumorosamente per farsi sentire e si sedette al solito posto, pronta ad assaggiare i famosi pancake del maggiore.
<<Con Jude come va, l'hai più sentito?>> Domandò curioso. Infondo, anche con lui, all'inizio i rapporti, non erano dei migliori.
<<Sinceramente no, non mi interessa.>> Aveva mentito, ma non poteva rivelargli nulla di quello che era successo tra loro. Purtroppo, lo conosceva bene e avrebbe sicuramente dato di matto.
<<Voi due siete strani. Scoprirò cosa mi state nascondendo.>> Caleb non era di certo uno stolto, aveva già intuito qualcosa e aspettava solo che uno dei due, si facesse avanti per raccontarglielo. Stranamente non si era sentito offeso, anzi, l'idea di vederli insieme non gli dispiacque per nulla.
<<Spero tu possa riuscirci, perché nemmeno io ci sto capendo nulla.>> In un certo senso, la minore aveva confermato le sue ipotesi.
<<Sta attenta, ci vediamo sta sera.>> La salutò con un bacio sulla fronte e quest'ultima, uscì dalla porta pronta a recarsi a scuola.

Arrivata davanti all'edificio nettamente in anticipo, la prima cosa che vide, fu Anita che discuteva animatamente con il nuovo membro della squadra. Si nascose dietro al muro del cancello e osservò preoccupata la scena. Sapeva che la rossa poteva benissimo cavarsela da sola, ma non appena vide il blu stringerle con forza il polso, scattò in avanti per fermarlo.
<<Lasciala immediatamente.>> Disse seria, utilizzando un tono di voce che lasciava poco spazio all'immaginazione.
<<Ragazzina, la tua amica è arrivata in tempo. La prossima volta, non te la caverai così facilmente.>> Udì quello che aveva da dirle, poi si girò di spalle andando via.
<<Perché ti ha minacciata, cosa vuole da te?>> Domandò ad alta voce andando ad abbracciarla.
<<Non preoccuparti per me, non gli avrei permesso di andare oltre. Ora scusami, ma devo andare a consegnare queste carte in segreteria.>> Concluse guardandola dritta negli occhi. La piccola Stonewall, sapeva abilmente leggere tra le righe e quindi, capì che voleva essere lasciata sola.
<<Ci vediamo più tardi, se hai bisogno, sai dove trovarmi.>> L'altra, acconsentì di rimando lasciandola immersa nei suoi pensieri.
<<Cosa mi stai nascondendo?>> Parlò a bassa voce a se stessa andando a sedersi su una delle panchine libere. Desiderava con tutta l'anima aiutarla, tuttavia, non sapeva da dove partire, dato che, non era nemmeno a conoscenza dell'origine del problema.
<<Speravo che il panorama della città ti avesse rallegrata un po', ma sei più triste di ieri.>> Mark, comparve al suo fianco facendole prendere un colpo.
<<Purtroppo questa volta, il cattivo umore non è dovuto ai miei problemi.>> Sorrise appoggiando la testa sulla sua spalla.
<<Posso aiutarti in qualche modo?>> Chiese accarezzandole i capelli con la mano destra.
<<In effetti si. Ho lo strano presentimento che Blade, stia in qualche modo infastidendo Anita.>> Il mister a quell'affermazione annuì infelice, purtroppo, lo aveva capito perfino lui che qualcosa non andava con quei due.
<<Ci sto già lavorando, me ne sono accorto il primo giorno. Non preoccuparti, non sarà nulla di grave.>> Disse una piccola bugia a fin di bene; si stava affezionando alla giovane al suo fianco e desiderava vederla sempre felice.
<<Signor sì, signore.>> Lo prese in giro scoppiando a ridere.
<<Brava, è così che voglio vederti! Prima che mi dimentichi, mi stavo chiedendo, ti andrebbe di uscire una di queste sere?>> L'imbarazzo sul volto dell'allenatore era evidente, ma allo stesso tempo, anche quello della mora sedutagli accanto. Sentiva come se il cuore stesse per uscirle dal petto.
<<Molto volentieri, anche domani sera. Che ne dici di vederci dopo la partita, così almeno nessuno dei due ha mille pensieri per la testa.>> Espose i suoi piani arrossendo ancora di più.
<<Ottima idea, allora a dopo.>> Le baciò una guancia e subito dopo, si incamminò verso il campo da calcio. Stava nascendo qualcosa di inevitabile, entrambi sentivano di potersi lasciar andare tra le braccia dell'altro.

Il giorno dell'appuntamento, era finalmente arrivato. La partita contro quelli del Collegio Via Lattea, era stata vinta dalla Raimon giocando solo in quattro. Seduta in panchina, aveva anche notato lo scambio di sguardi tra Victor e la manager, ma soprattutto il piccolo sorriso spuntato sulle labbra di quest'ultima ai due goal di Riccardo. Stéphane, intanto, aspettava il suo cavaliere poggiata al muretto fuori lo stadio. Vestita di tutto punto, non riusciva a stare ferma: l'attesa la stava logorando, e purtroppo, quella mattina si era alzata con uno strano presentimento. Come se il suo sesto senso, la stesse avvertendo di un pericolo nelle vicinanze.
<<Scusa l'attesa piccola, mi hanno trattenuto più del previsto.>> L'arrivo di Evans l'aveva subito rassicurata; purtroppo c'erano delle conseguenze per chi non seguiva le regole del Quinto Settore. La salutò con due baci sulla guancia e senza neanche chiedere il permesso, prese la sua mano iniziando a camminare verso l'auto nel parcheggio. Non comprese a pieno il perché, ma questa nuova sicurezza dell'uomo, le piacque più di quanto volle ammettere.
<<Posso solo immaginare, allora allenatore, dove mi porta?>> Con tono ironico, aprì la porta del passeggero accomodandosi nel veicolo.
<<Fa anche dell'ironia signorina? Va bene come risposta se le dico: "su una stella?">> Le rispose con uno dei suoi soliti e teneri sorrisi, ed ella, si stava abituando velocemente a riceverli.

La compagnia della donna era una ventata d'aria fresca; stare con lei lo aiutava a dimenticarsi dei mille problemi che avrebbe dovuto risolvere al più presto

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La compagnia della donna era una ventata d'aria fresca; stare con lei lo aiutava a dimenticarsi dei mille problemi che avrebbe dovuto risolvere al più presto.
<<Troppo scontato, dammi una vera risposta.>> Alzò di rimando gli occhi al cielo.
<<Ho prenotato nel miglior ristorante del paese, conosco il proprietario. È lì che ho vissuto alcuni dei più bei momenti della mia vita.>> Inserì la prima dopo aver messo in moto e senza alcun indugio, partirono verso la meta indicata.
<<Raccontami qualcosa, sono davvero curiosa.>> Continuò e così, i due iniziarono un lungo viaggio nei ricordi. Molto spesso venne fatto il nome del rasta, ed anche quello del suo adorato fratello. Stranamente, non si rattristì più di tanto. Venire a conoscenza di alcuni dettagli sulla sua vita da un'altra persona, fu abbastanza soddisfacente. Perché la verità era questa, non sapeva nulla di Sharp, egli continuava ad essere a tutti gli effetti uno sconosciuto.

Vennero accolti come qualcuno di famiglia e si accomodarono in un angolo più appartato per poter continuare i loro discorsi. Non si era mai aperta così tanto e per la prima volta, sentiva di potersi fidare.
<<Posso farti una domanda indiscreta?>> Le disse all'improvviso, facendole alzare di scatto un sopracciglio.
<<Sì, dimmi tutto.>> Alzò le spalle tranquilla, pronta a rivelare qualche suo infausto segreto.
<<Come mai ti sei trasferita dopo nemmeno due settimane?>> Era evidente che l'ex giocatore della Raimon, sapesse dei suoi veloci spostamenti.
<<Semplice...>> Stava per rivelare la verità, quando un tintinnio del campanello la fece girare di scatto verso l'entrata. Jude era lì insieme ad un'altra. Quest'ultimo, parve non accorgersi di loro ma in realtà, era solo apparenza. Sia da una parte che dall'altra, crebbe a dismisura la gelosia.
<<È per lui vero?>> La voce del suo accompagnatore la ridestò dai suoi pensieri.
<<Non riuscivo ad andarci d'accordo.>> Abbassò lo sguardo imbarazzata.
<<Allora sarà meglio che non ci facciamo notare, si vede che ti senti a disagio. Non preoccuparti, ha ordinato d'asporto, tra pochi minuti se ne andrà.>> E così accadde. La serata proseguì tranquilla, non ci fu più nessun intoppo a dividere il loro feeling.
Quando la accompagnò a casa e si ritrovò da sola in salone, rifletté su quanto era successo: che quella bellissima donna al suo fianco, fosse la sua ragazza?

/Spazio Autrice/
Cosa stanno combinando i nostri due protagonisti? Jude in compagnia di una donna misteriosa; Stéphane, alle prese con il nostro Mark. Come si evolveranno le cose,
riusciranno a ritrovarsi?
Mille domande e nessuna risposta, almeno per il momento. Aggiornerò presto anche l'altra storia, mi serve solo una bella idea per il prossimo capitolo.
Alla prossima, S.❤️

Innamorarsi per caso - Jude Sharp - IN PAUSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora