Capitolo 21

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[Questo capitolo contiene scene di violenza. Se siete sensibili all'argomento fate attenzione]

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"Dopo aver bevuto qualche birra ero più rilassato. Mi stavo divertendo con Lucas e Vic quando ad un certo punto sentì qualcuno picchiettarmi sulla spalla. Mi girai ed era Owen. 

"Ehi" 

"Ehi" 

"Mi chiamo Owen" 

"Io Scott" 

"Sei un compagno di Wes?" 

"No, andiamo solo nella stessa scuola" 

"Ah, capito. Ti va di bere qualcosa con me?" 

Guardai Lucas e Vic perchè non sapevo che fare e loro mi spinsero ad accettare, inconsapevoli di cosa mi sarebbe successo. 

Ci mettemmo in un angolino a parlare e la conversazione scorreva bene, era piacevole. Nel mentre mi face bere qualche altra birra. 

Ero un po' brillo e lui mi chiese di andare da qualche altra parte più tranquilla a parlare. 

Accettai. 

Finimmo in camera sua. E non ricordo nemmeno come finimmo per farlo. Quella fu la mia prima volta. 

Il giorno dopo mi alzai e sentivo dolore ovunque. Avrei preferito continuare a dormire ma dovevo tornare a casa. Lui si svegliò e mi diede un bacio. Disse che era stato molto bene e che avrebbe voluto il mio numero. In quel momento ne fui felice così glielo diedi. 

Iniziammo a parlare e scriverci e una cosa tira l'altra e ci mettemmo insieme. Per il primo periodo fu fantastico. Era super dolce. E io ero felice. Una sera eravamo a casa di alcuni amici suoi. Non conoscevo nessuno e lui si mise a parlare con dei ragazzi lasciandomi da solo sul divano. Un suo amico vedendomi solo, si avvicinò e si presentò e da lì iniziammo a parlare del futuro, dell'università, del lavoro. Cose così.. 

Tornammo a casa sua a fine serata e gli stavo raccontando che mi fossi divertito con i suoi amici, che era gente simpatica. Lui non aveva parlato per tutto il viaggio. Si limitava a lanciarmi sguardi rabbiosi. Non avevo fatto niente di male quindi non sapevo perchè fosse così arrabbiato. Iniziammo a litigare, lui pensava che io avessi flirtato con i suoi amici. Più gli dicevo che non era vero più si arrabbiava. Mi tirò uno schiaffo. Lo guardai e me ne andai. Il giorno dopo venne a prendermi a scuola, aveva gli occhi disperati, si scusò dicendo che non sarebbe più capitato. Che era ubriaco e arrabbiato, che non voleva perdermi, che poteva perdermi. 

Lo perdonai e come puoi già immaginare quella non fu l'ultima volta. 

Gli schiaffi si trasformarono in pugni, i pugni in calci e-" si fermò, aveva le lacrime agli occhi. Ne sfuggì una e la raccolsi con le labbra, lasciandogli un bacio. 

"Ogni occasione lo faceva scattare. Appena gli giravano mi scambiava per il suo sacco da boxe. All'inizio era attento a non lasciare lividi sul viso, poi però iniziò a fregarsene. Cercavo di nasconderli con i trucchi della mamma, con gli occhiali. Come meglio potevo. Il sesso era brutale. E mi riempiva di cattiverie. Diceva che io ero una puttanella che dava il suo culo in giro, che era disgustato da me. Che se anche lui lo era, allora chi mi avrebbe mai amato? Che solo lui poteva avermi. Che io facevo gli occhi dolci a tutti e flirtavo con tutti.
Non mi permetteva di fare più niente. Non potevo parlare al telefono con nessuno. Non potevo parlare con i miei amici. Mi sentivo chiuso in gabbia.
Ovviamente dopo avermi scopato brutalmente mi menava ancora, non so perchè. Ad un certo punto, non trovava nemmeno più scuse per picchiarmi. 

I miei iniziarono a notare i lividi ed ero spaventato che lo scoprissero. Così litigavamo tanto e sempre e io piano piano stavo crollando. Iniziavo a credere sempre di più alle sue parole. 
Mi vergognavo così tanto" 

Singhiozzava sulla mia spalla. 

"Andò avanti così per un po' di mesi. 

Un giorno mi stava aspettando fuori dalla scuola e vide me e Lucas che scherzavamo e lui che mi abbracciava. 

Puoi immaginare la sua furia. 

Arrivai alla macchina e mi diede uno schiaffo. Mi spinse in macchina e partimmo. Arrivammo a casa sua, mi prese per i capelli e mi sbatte al muro. Caddi e mi sollevò la testa tirandomi ancora per i capelli e iniziò a prendermi a pugni. Poi dato che si era stancato iniziò con i calci." 

Lo sentivo tremare così lo strinsi di più a me e gli asciugai le lacrime che scendevano dai suoi occhi.

"Mentre ero steso che prendevo calci, Lucas buttò giù la porta. Appena mi vide a terra in quello stato non capì più niente. Si scaraventò su Owen e iniziò a picchiarlo. Fui costretto a fermarlo altrimenti lo avrebbe ucciso. 

"Giuro che se ti avvicini di nuovo a lui o tenti anche solo di sfiorargli un capello, io ti ammazzo."

Non avevo mai visto Lucas così arrabbiato. Mi prese in braccio e mi portò con la sua macchina in ospedale. Avevo il naso rotto e anche qualche costola. Chiamò i miei e non ce la feci ad affrontarli. Ero a pezzi. Avevo paura di ogni singolo tocco, anche se a toccarmi era la mamma. Ero terrorizzato da tutto, da ogni rumore, da ogni ombra. Ogni notte mi svegliavo urlando e con  attacchi di panico. Da quel momento non l'ho più rivisto." 

Continuò a piangere tra le mie braccia e io inconsciamente portai una mano tra i suoi capelli e glieli accarezzai. Pianse ancora per un po' e poi riuscì a calmarsi, ma lo sentivo ancora tremare. Se solo il ricordo lo terrorizza così non voglio immaginare cosa abbia passato a quel tempo. 

"Posso farti una domanda?" 

Mi fece di si con la testa 

"Perchè non lo lasciavi?" 

"Perchè quando non mi picchiava era gentile. Era dolce. Mi faceva ridere. Era piacevole passare il tempo con lui anche se sapevo che dovevo stare attento a tutto ciò che facevo o dicevo perchè poteva scattare da un momento all'altro. Poi ogni volta prometteva che quella fosse l'ultima, che sarebbe cambiato. Che gli dispiaceva, che mi amava, che non poteva vivere senza di me e io come un cretino ci credevo e lo perdonavo sempre. Ero così disperato e bisognoso di una storia d'amore che pensai che quella fosse la mia punizione. Credevo davvero di amarlo." 

Riuscì a malapena a finire la frase se riprese a piangere. 

"Lo sai vero che sono tutte cretinate no? Tu meriti tutto ciò che di meglio questo mondo possa offrire. Tu meriti di essere felice perchè sei una persona straordinaria e io ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo e non ti farò mai soffrire come ha fatto quell'imbecille, che non ha nemmeno saputo apprezzare la persona migliore che potesse capitargli." 

Gli asciugai le lacrime con i pollici delle mani e lo baciai. Intensamente. Per fargli provare davvero cosa fosse l'amore. 

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