Capitolo 3: Paesaggi immaginari

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Capitolo 3: Paesaggi immaginari

Il giorno seguente, una volta finito il tirocinio, Eleonora si diresse un po' titubante verso l'atelier di Fiamma, si specchiò in qualche vetrina per constatare di avere i capelli a posto e il trucco abbastanza in ordine, un tempo era molto più meticolosa in tema di immagine, adesso preferiva un look più naturale.

Suonò al citofono dell'atelier e Walter venne ad aprirle:" Oh ciao, Eleonora! Puoi accomodarti nella stanza al piano di sopra, la prima a destra una volta salita la rampa di scale, lei è lì che ti sta aspettando!"

Una volta salutato l'assistente, si recò di sopra e trovò una porta con scritto sopra a caratteri cubitali:" Fiamma all'opera, non disturbare". Alla ragazza sfuggì un sorriso, che donna particolare! pensò.

Bussò un paio di volte e poco dopo l'ingresso si aprì di fronte a sé, offrendole uno scorcio della meravigliosa stanza luminosa, con una finestra affacciata direttamente sul quartiere fiorentino, la quale donava abbastanza luce da illuminare un paesaggio mozzafiato di dipinti di ogni sorta appesi alle pareti e al centro della stanza Fiamma, la quale si era già posizionata al posto di lavoro.

"Benvenuta nel mio piccolo mondo, cara Eleonora! Spero che questo ambiente possa esserti d'ispirazione quanto lo è per me!" disse l'artista.

"La ringrazio, signora, ma penso che l'ispirazione in questo ambito sia una sua prerogativa, io devo solo posare!" rispose la ragazza ingenuamente.

La pittrice si scurì un po' in volto:" Non dire cose simili. L'ispirazione, l'immaginazione e la fantasia servono a tutti, sempre! Specialmente a chi deve essere ritratta in un dipinto che deve suscitare emozioni!"

Eleonora fece un'espressione contrita, aveva il dubbio di aver già offeso, dopo nemmeno un giorno di lavoro, la sua datrice, così fece cenno con la testa di aver capito e chiese scusa.

Ma di livore sul volto di Fiamma non ve ne era traccia, anzi rispose:" Non preoccuparti, Eleonora, anzi scusami tu, se qualche volta ti sembrerò brusca, ho dei modi un po' diretti, ma è per insegnarti al meglio. Comunque, sarai curiosa di sapere la conversazione che ho avuto ieri con l'Avvocato Miradi!" disse la donna.

Ma Eleonora strabuzzò gli occhi:" In realtà, neanche troppo, però se vuole dirmelo lo stesso, ascolterò..."

Fiamma iniziò a ridere:" Che bel rapporto professionale che avete eh? Ti fa alterare così tanto?!"

"È un po' troppo rigoroso per i miei gusti, ma pare che sia così con tutti e che sia un modo per prepararci al meglio!" rispose la ragazza pacata, con un tono che a tratti denotava un pizzico di rassegnazione.

"Beh, quando gli ho detto cosa è capitato ieri e la mia intenzione di affidarti questo lavoro, lui mi ha detto che sei una brava ragazza e che sei diligente, solo che ogni tanto hai un pochino la testa tra le nuvole e ti perdi nei tuoi pensieri, è vero?!" domandò l'artista.

"Direi di sì, è una mia caratteristica, non so se può essere un problema per questo lavoro!" rispose Eleonora, sentendosi messa un attimo sotto accusa; in realtà scoprì subito dopo di essersi sbagliata, infatti Fiamma la guardò con un gran sorriso:" Perfetto proprio quello che cercavo!"

"Che cosa?" domandò Eleonora sbalordita. "A quello che ho capito ogni tanto vivi in un tuo mondo e vorrei che nei miei dipinti risultasse quell'immagine, tu nei tuoi paesaggi immaginari!" rispose Fiamma.

La ragazza si soffermò un po' a pensare:" Beh non so se ho capito esattamente che cosa desidera, però posso provarci, lei però dovrà indirizzarmi!" rispose Eleonora.

"Non ci sono problemi, ti spronerò io a tirar fuori il tuo mondo interiore, è ora che tu lo esprima!" disse l'artista raggiante e incrociò lo sguardo della ragazza che già si era riempito di una luce diversa.

Una volta fatta sedere sullo sgabello e aver sciolto il ghiaccio, inducendo anche Eleonora a darle del "tu", Fiamma iniziò a tracciare una bozza dei tratti della ragazza, poi cominciò a farle delle domande abbastanza astratte, come che cosa immaginasse in quel momento, dove le sarebbe piaciuto trovarsi e così via.

La cosa andò avanti per ore, si alternavano momenti in cui concentrava tutta la sua attenzione sull'opera ed altri in cui interloquiva con la ragazza, poi la sessione giunse al termine. Fiamma doveva ancora completare la bozza del suo disegno, quindi le scattò qualche foto per sistemare dei dettagli una volta a casa e poi avrebbe continuato il giorno seguente.

Eleonora salutò l'artista e il suo assistente e si diresse verso casa, quel giorno di primavera del duemilaventuno si rivelò più piacevole del solito, un'aria di novità la circondava e lei si sentiva stranamente elettrizzata da quel nuovo lavoro.

Una volta arrivata al suo bilocale, situato praticamente nel centro di Firenze, telefonò alla sua amica Sandra, per invitarla a mangiare qualcosa da lei quella sera.

La sua abitazione era molto accogliente, aveva una camera da letto tutta per sé, decorata in stile giapponese, con dipinti di ciliegi in fiore ovunque, un piccolo salotto con un divano per rilassarsi la sera e una televisione di dimensioni modeste, un bagnetto dignitoso e una cucina molto carina.

Come sempre, per prima cosa si tolse le scarpe e si adagiò sul divano e si mise a pensare a quella giornata, era molto soddisfatta, così soddisfatta che cadde subito in un corroborante sonno profondo.

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