Capitolo 15: Messaggi

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Capitolo 15: Messaggi

Quella notte fu densa di riflessioni per Eleonora:" Perché aveva agito in quel modo?" si chiedeva, era da molto tempo che non reagiva d'istinto in quella maniera, da quando era ragazzina forse.

I dubbi però si riversavano sia sul rapporto che la legava a Fiamma, sia su quello che la legava a Simone, entrambi non meritavano di essere vittima dei suoi capricci, doveva capire in quale misura tenesse a loro, per compiere passi più decisi e consapevoli.

Una cosa che le era chiara però, è che non poteva lasciare il ragazzo all'oscuro di tutto, doveva parlargli, sapeva già che si sarebbe arrabbiato moltissimo, ma era la cosa giusta da fare.

Allo stesso tempo doveva scusarsi con Fiamma, non si era comportata bene nemmeno nei suoi confronti, l'indomani mattina sarebbe passata subito dall'atelier per parlare con lei, anche in quel caso era l'unica via esperibile.

Così l'indomani si svegliò prestissimo, questa volta senza nemmeno aspettare il suono della sveglia, l'agitazione era tale da averla fatta scattare fuori dal letto coi primi raggi del sole.

Si preparò e si recò all'atelier, aveva una vaga idea di ciò che doveva dirle, ci aveva pensato prima di addormentarsi, ma non si era preparata un discorso preciso.

"Devi dirle semplicemente che sei confusa e che ieri sera hai agito d'impulso" continuava a ripetersi, una volta giunta all'atelier però il suo coraggio scemò di fronte all'espressione rabbuiata di Walter che le apriva la porta.

"Buongiorno, Walter! Avrei bisogno di parlare con Fiamma, è già arrivata?" domandò, nonostante ricordasse perfettamente che quest'ultima la sera precedente le aveva detto che si sarebbe recata in atelier presto l'indomani.

"Buongiorno...immagino! Forse è meglio che tu vada a dare un'occhiata nella sua stanza, c'è qualcosa per te!" rispose lui mesto.

La ragazza iniziò a fare le scale in fretta e furia e una volta arrivata nella stanza di Fiamma, con quel buffo cartello:" Fiamma all'opera", la spalancò e di fronte a sé trovò alcuni dei dipinti, dei disegni e delle fotografie che avevano realizzato durante la loro collaborazione lavorativa.

Eleonora poté ammirare per la prima volta, tutte le bozze e i disegni che l'artista aveva eseguito per poter arrivare al lavoro finale, c'erano anche alcune delle fotografie che le aveva scattato Walter e via dicendo.

I dipinti di Fiamma riuscivano però a catturare in modo incredibile la sua essenza, al pari se non meglio delle fotografie e infatti la ragazza percepì subito che quella sorta di esposizione privata, puntasse a comunicarle qualcosa.

Al centro della stanza infatti c'era un biglietto o meglio una lettera, ancora integra, Walter era troppo gentiluomo per farsi gli affari degli altri e sulla busta c'era scritto a caratteri cubitali: "Per Eleonora".

La ragazza la aprì subito, senza esitazioni e una volta estratto il foglio, iniziò a leggere.

"Cara Eleonora, mi dispiace essermene andata così su due piedi, ma ho ritenuto che fosse la cosa migliore da fare. I tuoi sentimenti sono estremamente confusi, l'avevo intuito già da un po', ma ieri sera ne ho avuto la conferma. Non ti biasimo per quello che hai fatto, ci sono tanti motivi che possono averti spinto a darmi quel bacio, purtroppo però ho il sospetto che nessuno di quei motivi abbia a che fare con me o almeno non solo. Questo comunque sta a te capirlo, io adesso ho bisogno di staccare un po', in questo modo saremo entrambe più libere di prendere una decisione ponderata al mio ritorno.

Per quanto riguarda appunto il mio ritorno, non so se avverrà a breve o meno, quindi ti chiedo la gentilezza di aiutare Walter a mandare avanti il mio lavoro durante questo tempo, ovvero avrei bisogno che vi occupaste delle future esposizioni, rapporti con i galleristi, contabilità, tenere in ordine l'atelier e così via.

Ah, e in tutto questo...prenditi cura di mio nipote e prenditi cura anche di te stessa, quindi mi raccomando...continua a scrivere e fai conoscere ciò che scrivi!

Con affetto Fiamma."

Eleonora prese la lettera e la richiuse delicatamente, poi si adagiò su una sedia e si disse che il minimo che avrebbe potuto fare da lì in poi, fosse tener fede a ciò che le aveva chiesto di fare Fiamma, ovvero badare all'atelier, a Walter e continuare a scrivere, ma soprattutto riflettere su ciò che le univa.


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