Capitolo 5: In partenza

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Capitolo 5: In partenza

I restanti giorni della settimana passarono velocemente, era già giunto il venerdì e il giorno seguente Eleonora si sarebbe recata in trasferta con Fiamma e Walter.

In quei giorni lei e Simone avevano continuato a sentirsi, ma in amicizia, la ragazza infatti continuava imperterrita a non volergli dare un'altra chance, anche se in realtà sarebbe stata una chance per entrambi, visto che come ragazzo non era affatto male.

Qualche giorno prima, i due si erano accordati per andare a prendere un aperitivo dopo il lavoro e lui era passato dall'atelier per accompagnare Eleonora in centro. Fiamma uscì pochi attimi dopo che loro si erano avviati verso il bar, notò che essi camminavano distanti, ridendo e scherzando, ma sempre con un certo distacco. L'artista si accorse subito che tra quei due c'era una scintilla, che non accennava a divampare solo perché Eleonora cercava di tenerla sotto controllo. Quest'ultima, dal canto suo, non aveva voglia di avventurarsi in altre storie complicate, almeno non in quel periodo.

In quel venerdì sera solitario, Eleonora prese il suo trolley e iniziò a fare i bagagli per la trasferta di lavoro; sarebbero stati fuori solo due giorni, ma non aveva idea di dove fosse questo posto, quindi portò indumenti versatili che si prestassero bene ad ogni evenienza.

In base alle cose che aveva raccontato a Fiamma, immaginava che potesse essere un posto bucolico, ma non aveva idea se si trattasse di un luogo in campagna, al mare o sui monti.

Una volta chiusa, con non poca fatica, la valigia; si mise a guardare qualcosa in tv. D'improvviso dopo aver fatto un po' di zapping, anche troppo per i suoi standard, si rese conto di essere nervosa.

Qualcosa la agitava, ma non sapeva bene che cosa fosse e perché. Forse aveva paura di sfigurare, cercò di non pensarci, non voleva farsi sopraffare dall'ansia; negli anni fortunatamente aveva imparato a controllarla, ma alcune volte qualche accenno tornava a farsi vivo in lei.

Respirò a fondo e subito si tranquillizzò, col tempo era diventata molto più sicura di sé rispetto a quando era una ragazzina e ad aiutarla era stata soprattutto la scrittura, infatti teneva un diario in cui annotava i suoi pensieri più profondi e qualche poesia.

Inoltre scriveva testi dagli argomenti più disparati e da un po' di tempo partecipava anche ad alcuni concorsi di scrittura, tutto ciò le piaceva molto.

Tra una riflessione e l'altra si era fatto tardi ed era il momento di mettersi sotto le coperte e iniziare a vagare in un mondo fatto di stelle e sogni.

Il tepore della sua casetta la abbracciò, finché un fastidioso rumore non la fece svegliare di soprassalto:" Dannata sveglia!", da molto tempo utilizzava delle suonerie standard del telefono per svegliarsi, le quali alla lunga divenivano per le sue orecchie delle vere e proprie litanie.

Non si era più azzardata a mettere canzoni che le piacessero come suono della sveglia, perché col tempo arrivava a non sopportarle più e così le pareva di sciupare delle melodie che in altre occasioni invece avrebbero potuto rallegrarla o tenerle compagnia.

Così, una volta premuto con particolare veemenza il tasto "spegni", si mise in piedi parecchio assonnata. Erano le sei del mattino, quel giorno l'appuntamento all'atelier era alle otto, sarebbero partiti per la loro meta segreta con la macchina di Walter.

Una volta giunta di fronte all'atelier, trovò Walter alle prese con tutti i bagagli della pittrice. Il problema non era tanto il trolley, che era uno ed era piccolo quanto quello di Eleonora, ma tutta l'attrezzatura per poter dipingere e il povero nipote non aveva più idea di dover poter sistemare le cose.

Così andò verso di loro per salutarli e per tentare di dare una mano a Walter, ma quest'ultimo prima ancora di guardare lei, puntò i suoi occhi sul bagaglio:" Ti scongiuro dimmi che riuscirai a tenerlo vicino alle gambe, sto giocando a Tetris da più di venti minuti per tentare di incastrare alla perfezione tutte le cose di Fiamma, non ho la minima idea di dove poter mettere anche quello!"

La ragazza si sentì un po' in colpa, non tanto per il bagaglio, avrebbe potuto tenerlo tranquillamente lì dietro con lei, insieme ad altra attrezzatura già maniacalmente predisposta dalla stessa Fiamma, ma per il fatto che Walter era così buffo con quell'espressione affranta e la faccia paonazza che riuscì a stento a trattenersi dal ridere.

Fortunatamente riuscì a contenersi e gli rispose che per il bagaglio non c'era alcun problema, lo avrebbe tenuto lì con lei, anzi forse era anche meglio perché dentro aveva predisposto, in maniera del tutto casuale, dei piccoli spuntini; durante i viaggi infatti le capitava spesso di avere fame e per non essere di disturbo a Fiamma e Walter, si era portata qualcosa da sgranocchiare.

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