Capitolo 8: Liberati

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Capitolo 8: Liberati

Quella sera Fiamma aveva organizzato una cena sulla spiaggia. Per questo, in quel momento, i tre si trovavano ognuno nella propria stanza, intenti a prepararsi.

Eleonora, stranamente, quella sera era già pronta. Infatti aveva indossato l'unico vestito che aveva in valigia, ovvero un abito lungo a fiori con due spacchi laterali, e prima di uscire avrebbe messo un giacchetto di jeans. I capelli li aveva acconciati in uno chignon alto un po' spettinato, per non rendere il tutto troppo formale.

Visto che mancava ancora più di mezzora alla cena, prese un taccuino e si recò nel cortiletto di fronte all'appartamento per scrivere qualche appunto, così si sedette al tavolino lì fuori ed iniziò ad annotare alcuni pensieri su quella giornata.

D'un tratto Fiamma uscì dalla porta d'ingresso, per fumare una sigaretta, e vide Eleonora intenta a scrivere; così le domandò se potesse sedersi al tavolo con lei, la ragazza le fece cenno di accomodarsi, ma mise subito via il suo quadernino.

L'artista stette qualche attimo in silenzio, quando ad un certo punto scrutò la ragazza:" E così ti piace scrivere?!"

La modella arrossì un poco, la scrittura era una cosa molto intima per lei e non la condivideva con chiunque; quella donna però, nonostante a volte fosse leggermente troppo curiosa, la faceva sentire a suo agio, quindi decise di risponderle:" Sì mi piace molto, da quando sono piccola!"

"Ma è bellissima questa cosa!" ribatté Fiamma e continuò," immagino però che essendo tu così timida non potrai leggermi qualche cosa..."

Eleonora inizialmente fece segno di no con la testa, poi quando vide che Fiamma ci era rimasta un po' male, sfogliò mentalmente il suo taccuino degli appunti e le venne in mente un passaggio del diario del giorno, che aveva appena scritto, che avrebbe potuto leggerle senza entrare in argomenti troppo riservati.

Così prese il quadernino, si schiarì la voce e, di fronte a quegli occhi chiari che la scrutavano stupiti, iniziò a leggere:"

Portovenere, 15 Maggio 2021

Caro diario...oggi camminando su quella lingua di pietra, misteriosa come un passaggio segreto, ho chiuso per un attimo gli occhi e ho avvertito la sensazione di poter spiccare il volo solamente aprendo le braccia. Forse, in realtà, stavo già volando e non me ne rendevo conto."

Fiamma continuò a creare piccole nubi di fumo, con le gambe accavallate e lo sguardo fisso su di lei. Poi ad un certo punto, dopo un attimo di contemplazione, spense la sigaretta nel posacenere lì di fronte e disse:" Capisco ciò che intendi, forse perché anche io in quella sorta di balcone sul mare provo le stesse emozioni! Se ti va...potresti trasformare quelle sensazioni in un paio di versi da usare come descrizione per il dipinto!"

Eleonora la guardò un po' perplessa:" Fiamma... sei molto gentile con me, ma sono delle mie semplici riflessioni sulla giornata di oggi, non penso che possano essere adatte per descrivere un dipinto che verrà esposto ad una mostra!"

"Eh, cara mia, a te è l'insicurezza che ti frega e alcune volte la voglia di strafare! Io amo le cose semplici, voglio qualcosa che rispecchi la mia arte, non voglio un componimento ridondante che faccia a pugni con la mia opera. Le nostre due forme d'arte devono essere complementari, non devono sovrastarsi, né sottomettersi l'una all'altra, devono fondersi fino a divenire un tutt'uno...sempre che tu lo voglia ovviamente!" le disse la donna.

"Mi hai convinta, lo voglio!" rispose Eleonora sorridendo imbarazzata.

"Brava, ragazza! Sei troppo incatenata nei tuoi costrutti mentali, ti devi liberare! Se avessimo avuto più tempo ti avrei portata a visitare anche Monterosso, lì su un muro si trovano dei versi che farebbero proprio al caso tuo, potrebbero esserti d'insegnamento!" disse la pittrice.

"E quali? Se posso sapere?" domandò la ragazza curiosa.

Così Fiamma recitò questi versi di Eugenio Montale:

"Cerca una maglia rotta nella rete

che ci stringe, tu balza fuori, fuggi!

Va, per te l'ho pregato, - ora la sete

mi sarà lieve, meno acre la ruggine..."

(Cit. "In limine", E. Montale)

Eleonora con un accenno di commozione negli occhi guardò la sua interlocutrice:" Ossi di seppia..."

Un grande sorriso illuminò il volto di Fiamma, prima che potesse dire qualunque altra cosa però, una voce allegra irruppe in quell'atmosfera ovattata :" Eccomi sono pronto, possiamo andare!"

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