25. Punti di sutura e lacrime amare.

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Afire Love, Ed sheeran.

Fools Gold, One Direction.

Harry's point of view.

Il mio bilocale sembrava ancora più opprimente.

Non potevo negare il dolore che provavo al braccio. I punti di sutura non erano bastati a cancellare le fitte di dolore. Non osavo guardare sotto la benda.

Avrei voluto tirare un pugno al muro se solo non avessi saputo che lo avrei rotto facilmente.

Mi sdraiai sul divano cercando di non sfregare il braccio contro la stoffa.
Chiusi gli occhi sperando di dormire, ma inutilmente.

Appeso alla porta del bagno, c'era ancora il mio smoking per il matrimonio. La parola matrimonio occupava insistentemente i miei pensieri. E soprattuto la persona a cui quella parola era collegata.

Stavo ancora aspettando che piombasse nel mio appartamento incazzata nera. L'idea di lasciarla era stata un'arma a doppio taglio. Aveva ferito entrambi. Forse da una parte l'aveva protetta, ma dall'altra aveva ucciso la ragazza che mi amava.

Se solo non avessi complicato le cose.
Un coglione, ecco cos'ero. Avevo la capacità di rovinare tutto ciò che di buono ottenevo nella vita.

Ero sempre stato avido. Avido di felicità e così buttavo anche la poca che avevo ottenuto. La cosa ridicola era che credevo che con il tempo sarei cambiato, che mi sarei accontentato.

Altro che disastro, ero un fottuto coglione.

Un dannato innamorato del suo angelo custode. Un predatore innamorato della sua preda. Figure antitetiche. Le mie preferite. Rappresentavano ciò che ero, una grandissima contraddizione.

Mentre cercavo di affogare nei miei dolori, bussarono alla porta. Era un bussare deciso e nervoso.

Mi alzai, ignorando il dolore alla zona addominale. Non era stata una rissa facile, ma ne era valsa la pena per proteggere Chris.

Aprii la porta e due mani mi spinsero indietro. Sgranai gli occhi per la sorpresa.

Prima che potesse colpirmi di nuovo, la bloccai tra le mie braccia, in una stretta forte.
Lei cercò di picchiare i pugni sul mio petto. Si divincolava, urlava, ma io restavo fermo.

Sentire il suo profumo mi rassicurava. Vedere i suoi capelli biondi e ricci come quelli di un leoncino, mi faceva sorridere.

La sua presenza mi faceva vivere. Il suo corpo era caldo, piccolo, contro il mio, robusto e martoriato.

-"Lasciami. Mi fai schifo."- urlò a denti stretti.

Con un riflesso involontario del mio corpo, la lasciai. Non l'avrei obbligata a restare in un posto dove non voleva rimanere.

Mi faceva male starle lontano. Chris era tutto ciò che di più importante avevo in questa vita.

Mi ero lasciato quasi ammazzare per lei, per proteggerla da un accordo che io stesso avevo preso, quindi tutto ciò sarebbe stato senza alcun valore.

-"Non ti posso fare schifo, se sei qua con me."- le suggerii con calma.

I suoi occhi erano gelidi, freddi e vuoti. Accesi da una rabbia innata.

Si allontanò da me mentre rideva in modo sarcastico. Aveva la pessima abitudine di ridere quando era sul punto di crollare.

La amavo più della mia vita. Anche in quello stato. Perché non potevo essere la persona che la salvava invece che quella che la lasciava cadere?

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