Capitolo 1

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Come ogni mattina mi alzo presto con nessuna forza in corpo per prepararmi e andare a cercare qualcosa da mettere sotto i denti per me e per i miei fratelli.

Ogni mattina c'é sempre un carro che trasporta un pó di pane per i soldati della gendarmeria, quel carro è sempre sorvegliato da almeno cinque uomini per evitare furti, "cinque di voi non bastano per fermarmi" dico sottovoce avvicinandomi lentamente al carro, aspetto un pó prima di fare il mio colpo, voglio prima essere sicura di non fare un passo falso... Se mi prendessero nessuno si prenderebbe cura dei miei fratelli.
I cinque ingenui vengono attirati da un altro uomo con un coltello in mano "LASCIATEMI PRENDERE QUALCOSA!" dice lui,  con questa frase i cinque cominciano a scaldarsi così uno di loro lo prende per il colletto della maglia e comincia a dargli pugni in faccia fino a farlo sanguinare mentre gli altri ridono pensando alla fine che presto farà.

Ormai sono abituata a questo genere di scene, ne ho visto talmente tante che ormai non provo più pena.

Io ci sono nata qui, come maggior parte delle persone presenti, a differenza di altri io ho capito subito come soppravvivere, sono sorpresa nel vedere ancora gente che passa prima alle parole che alle azioni. Ormai con le parole non si puó più fare niente. Questa discarica non accetta le parole, preferisce vedere il sangue sparso per le strade, bambini abbandonati, violenze di ogni tipo... Questo posto è un caos e spero di abbandonarlo presto.

I cinque uomini sono più scemi di quanto pensassi, basta poco per distrarli. Mi avvicino ancora di più al carro silenziosamente, prendo quello trovo: due panini, delle patate e delle bende che tornano sempre utili... "Facile" bisbiglio mentre vado dietro un muretto.

Appena giro la testa per vedere se alla fine quell'uomo è ancora vivo vedo tre figure in aria con strani apparecchi. Si dirigono verso il carro e prendono un paio di sacchi facendo cadere qualche scatola. Sento le risatine della ragazzina con un sacco in mano 'cavolo come vorrei svolazzare anche io con quegli attrezzi!' penso, incrocio lo sguardo di uno dei 3, ha i capelli scuri e occhi blu opaco, deve essere sicuramente il leader... Ha uno sguardo minaccioso ma allo stesso tempo rassicurante... Mi passa un brivido lungo la schiena "ma che ha da guardare?!" penso a voce alta con un pizzico di rosso sulle guance. Giro velocemete lo sguardo, per poco non perdevo di vista l'obbiettivo: portare del cibo ai miei fratelli.

Corro subito verso casa e appena aperta la porta "T/N! Sei riuscita a prendere qualcosa?" mi chiede Peter "si certo ecco" gli rispondo dandogli un pezzo di pane in mano. Lui mi sorride in segno di gratitudine, io ricambio arruffandogli i capelli. Era un gesto che gli faccio sin da quando era più piccolo, penso di averlo ereditato dalla nostra defunta madre.
Poi sento qualcuno arrivare alle mie spalle, prende l'altro pezzo di pane sul tavolo e se lo mette in bocca, era Noah.
"Buongiorno Noah" gli dico io, nessuna risposta "Dormito bene?" gli chiedo, ancora nessuna risposta...
"Potresti almeno ringraziare la sorellona per aver portato del cibo per noi Noah!" gli dice Peter "Taci zoppo." gli risponde brusco Noah.
"Noah per l'ennesima volta! Non insultare tuo fratello e rispondi quando ti parlo!" lo sgrido subito. Lui mi guarda male ed esce  sbattendo dietro di sè la porta di casa.

Odio quando fa così... Dovrebbe comportasi meglio, non gli chiedo di ringraziarmi per portargli del cibo ma almeno di avere rispetto per suo fratello. Anche lui potrebbe essere nella sua stessa situazione, ma non penso proprio che Peter lo insulterebbe. Non ho ancora capito per quale motivo continua ad essere così maleducato... Forse é successo qualcosa di qui io non ne sono a conoscienza, ma non giustifica sempre tutte le sue azioni.

Spero che dopo si scusi con Peter.

"T/N"
"Si Peter?"
"Guariró mai dalla mia malattia?" mi chiede con un tono preoccupato.
"Ovviamente" gli rispondo abbraccinadolo e facendogli appoggiare la testa sulle mie coscie. Rimaniamo così per alcune ore finché lui non si addormenta

"Ti prometto che la tua sorellona riuscirà a pagarti la cura e tu potrai ricominciare a correre e a saltare come un matto, non ti preoccupare Peter... Abbi solo un pó di pazienza" gli dico dolcemente.
Appoggio la sua testa sul cuscino e lo accarezzo per l'ultima volta, mi alzo e vado a vedere dove si è andato a cacciare quella peste di Noah.

Appena varcata la soglia di casa sento un urlo provenire da un vicoletto buio e stretto, vado subito a vedere cosa sta succedendo.
Noah era appoggiato ad un muro con il naso sanguinante, molto probabilmente gli hanno dato un bel pugno in faccia. "Noah che ci fai qui?!" dico correndo verso di lui.
Vicino a lui c'erano altri due ragazzi, i suoi aggressori, probabilmete della mia età (16 anni) e uno di loro dice " hei è arrivata la sorrellona, un altro giochetto per noi... " "Oggi abbiamo fatto bingo amico!" gli dice l'altro.
"Noah vai casa." dico infuriata io. Non voglio che Noah mi veda pestare a sangue questi due idioti, tanto meno che questi due continuino a prendere in giro mio fratello.
"No" mi risponde lui. "Vattene tu, non te ne frega niente. Torna dal tuo amato zoppo che ha bisogno di te." aggiunge.
"Non era una richiesta. Vai. Via. Ora." gli ordino io.
Nessuna risposta da parte sua, peró mi accorgo che se ne sta andando via.

Non mi ha mai vista così infuriata penso che questo lo abbia leggermete spaventato e convinto ad andarsene.
"Ora che siamo soli possiamo iniziare la festa" dice uno dei ragazzi avvicando la sua mano sporca verso di me.
"Nei tuoi sogni scemo" gli rispondo io afferandogli la mano per spingerla verso di me e dargli un pungo in faccia. L'altro si mette a ridere
"Amico ti stai facendo sottomettere da una mocciosa" poi il tizio che ho colpito indietreggia e mi guarda con uno sguardo di sfida "Ora ti faccio vedere io", cerca di colpirmi con un pugno ma io lo schivo facilmente "troppo lento" gli dico dandogli un colpo alla nuca "cavolo sei proprio caduto in basso mio caro" dico ridacchiando, poi giro lo sguardo verso l'altro ragazzo.

Inutile dire che appena ha incrociato il mio sguardo si è messo a correre nella direzione più lontana dalla mia. Il ragazzo a terra si rialza lentamente e si mette a correre nella stessa direzione del tipo di prima. "Che gente poco intelligente, e io che speravo di avere uno scontro alla pari..." dico leggermente delusa. All'improvviso sento che qualcuno mi sta osservando, mi giro attorno e noto che c'è una figura nell'ombra con il cappuccio.

Non l'avevo sentita arrivare e non mi ero accorta di lui 'ma chi è questo, da dove e sbucato e perchè mi guarda così?! Mi fa quasi paura' penso 'se mi avvicino cosa farà?' faccio un passo in avanti quando quella sagoma si mettere a correre velocissima 'wow è velocissimo!' allora mi metto a correre anche io, la curiosità mi sta uccidendo.

Giro veloce in un vicoletto ma quella persona ormai era sparita "ma dov'è finito?! E poi come corre veloce!" penso a voce alta. Mi rendo conto di non avere speranze nel rintracciarlo di nuovo... Allora decido di tornare a casa 'chissà se lo inconteró di nuovo... Nel caso lo ritrovi davvero gli chiederó come fa ad essere così veloce e silenzioso, i suoi passi non si sentivano neanche metre correva, deve essere stato allenato da qualcuno di veramente forte'.

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Da Sempre / Levi x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora