Urashima Tarō, il giovane pescatore

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Molto, molto tempo fa, nella provincia di Tango, viveva sulle coste del Giappone, nel piccolo villaggio di Mizunoye, un giovane pescatore chiamato Urashima Taro. Suo padre era stato pescatore prima di lui e la sua abilità era più che raddoppiata una volta trasmessa al figlio. Urashima era il pescatore più abile in tutta quella parte del paese e poteva catturare più Bonito e Tai in un giorno di quanti ne potessero prendere i suoi compagni in una settimana.

Ma nel piccolo villaggio, più che per essere un abile pescatore, egli era conosciuto per il suo buon cuore. In vita sua non aveva mai fatto male a nessuno, grande o piccolo che fosse, e quando era ragazzo, i suoi compagni lo avevano sempre preso in giro perché non si univa mai a loro nel dar fastidio agli animali, ma tentava sempre di trattenerli dal dedicarsi a quel crudele sport.

Durante un mite crepuscolo estivo, se ne stava andando a casa dopo una giornata di pesca quando si imbatté in un gruppo di bambini. Stavano tutti gridando e parlando ad alta voce, e sembravano essere in stato di grande eccitazione per qualcosa, perciò andò da loro per vedere cosa fosse accaduto. Così vide che stavano tormentando una tartaruga. Prima un ragazzo la tirava da una parte, poi un altro la spingeva dall'altra, mentre un terzo bambino la batteva con un bastone e un quarto colpiva il suo carapace con una pietra.

 Prima un ragazzo la tirava da una parte, poi un altro la spingeva dall'altra, mentre un terzo bambino la batteva con un bastone e un quarto colpiva il suo carapace con una pietra

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Urashima si sentì dispiaciuto per quella povera tartaruga e decise di salvarla. Parlò ai ragazzi:

"Attenzione, ragazzi, state trattando quella povera tartaruga così male che presto morirà!"

I ragazzi, che erano tutti di un'età in cui i bambini sembrano deliziarsi nell'essere crudeli con gli animali, non diedero peso al gentile rimprovero di Urashima, ma continuarono a maltrattare la tartaruga come prima. Uno dei ragazzi più grandi rispose:

"A chi importa se vive o muore? Non a noi. Forza, ragazzi, continuiamo, continuiamo!"

E cominciarono a trattare la povera tartaruga più crudelmente che mai. Urashima attese un momento, pensando a quale sarebbe stato il modo migliore di accordarsi con i ragazzi. Avrebbe tentato di farsi consegnare la tartaruga, così sorrise loro e disse:

"Sono sicuro che siete tutti buoni e gentili ragazzi! Mi dareste la tartaruga? Mi piacerebbe averla così tanto!"

"No, non ti daremo la tartaruga" disse uno dei ragazzi. "Perché dovremmo? L'abbiamo catturata noi."

"Ciò che dici è vero" concordò Urashima. "Ma non vi chiedo di darmela in cambio di niente. Vi darò del denaro per averla. In altre parole l'Ojisan ve la comprerà. Va bene per voi, ragazzi miei?" Mostrò loro il denaro, legato a un pezzo di corda che attraversava il buco presente proprio al centro di ciascuna moneta. "Guardate, ragazzi, potrete comprare ciò che vorrete con questo denaro. Potrete comprare più cose con questo denaro che con quella povera tartaruga. Fatemi vedere quanto siete bravi e ascoltatemi."

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