Capitolo ventuno

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Come aveva potuto essere così cieco? Non aveva avvertito che gli abitanti erano mutaforma, quei mostri schifosi riuscivano a ingannare persino draghi con le sue capacità.

Aspetto, odore, ricordi, prendevano tutto delle loro prede. Doveva immediatamente trovare Saewynn prima che fosse troppo tardi.

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Saewynn aveva trovato una locanda accogliente dove aveva cenato e fatto un bagno, si sentiva rinata. Le ferite alla schiena erano guarite ed erano rimaste solo piccole strisce rosa pallido, anche se non se ne curò.

Non le importava delle cicatrici, erano un segno che era riuscita a sopravvivere a tutto ciò che aveva passato.

Il proprietario della locanda era stato davvero gentile nel trovarle una stanza in cambio di una moneta d'oro e le venne da sorridere un poco.

Chissà se Brogos l'ammazzadraghi era riuscito a trovare un villaggio nonostante fosse senza cavallo. Gli aveva lasciato alcune monete in caso di necessità, non aveva avuto il coraggio di prendergliele tutte.

Si stese sul letto e respirò il profumo del bucato fresco, appena lavato, sarebbe iniziata una nuova vita per lei. Allora perché non si sentiva propriamente felice?

Era triste perché Zadkiel era andato via? Sospirò affondando la testa nel cuscino, ormai era volato via e sicuramente si trovava molto lontano da questo villaggio. Eppure nei suoi occhi aveva notato qualcosa, tristezza probabilmente.

Era arrogante, certe volte superbo e altezzoso, ma aveva visto la sua generosità anche nei piccoli gesti. Che fosse del cibo procurato o il calore del suo corpo durante quella sera fredda poco importava, nel ricordare quello si ritrovò ad arrossire.

Dei, che braccia, che spalle e che viso. Possibile che ad Avalon avesse fatto davvero cose atroci? Questo forse spiegava quella luce triste nei suoi occhi.

Era notte fonda ma non riusciva a dormire, così si alzò e aprì la finestra per bearsi dell'aria fresca quando notò subito qualcosa.

Da lontano vide l'esile figura di una ragazza che correva, inseguita da qualcosa di curvo e deforme. Il cuore di Saewynn iniziò a battere in modo furioso mentre quella spiacevole sensazione di paura le attanagliava le viscere.

Doveva rivivere un altro assalto? Possibile? No, doveva aiutare quella ragazza e mettere in allerta il villaggio.

Dal suo stivale tirò fuori il pugnale elfico che le aveva dato Aeglos, dal manico in avorio e lama talmente affilata che bastava un non nulla per ferirsi, sembrava scintillare alla luce della luna.

Ricordava ancora quando Eiron le insegnò ad usare correttamente un'arma di questo tipo, credeva non sarebbe servito a nulla ma si sbagliava.

Uscì dalla camera notando che la locanda era vuota e buia, deglutì e aprì la porta.

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Nonostante avesse le mani legate a causa delle corde e la bocca imbavagliata, correva senza sosta per sfuggire a quella cosa orribile. Le vennero le lacrime agli occhi, cercava solo ospitalità e invece aveva trovato dei mostri che avevano divorato il suo compagno. Se solo fosse riuscita ad uscire da lì.

Si fermò alla vista di altre due creature e imboccò una stradina stretta, pregando gli Dei non essere vista. Si rannicchiò cercando di liberarsi ma fu inutile.

Un verso gutturale, come un lamento di agonia, le fece spalancare gli occhi color nocciola e guardare in alto, se non avesse avuto il fazzoletto attorno alla bocca avrebbe urlato.

The chronicles of the dragon : The redemption of Zadkiel [ Parte 2 ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora