Ed era, per Harry, ormai, una questione di principio. Non aveva mai avuto possesso di nulla nella sua vita. Sua madre gli aveva scelto le scuole, i vestiti addirittura, nemmeno gli chiedeva cosa volesse mangiare, gli preparava qualcosa e quello doveva andargli bene. Prendeva appuntamenti da medici, dentisti senza domandargli: "Harry, tesoro, hai da fare domani pomeriggio?". Harry non aveva mai avuto nulla di veramente suo nella vita ma, ad onor del vero, non aveva mai nemmeno avuto qualcosa da desiderare tanto intensamente da star male. Non aveva mai voluto qualcosa con così tanta convinzione da farsi venire il mal di pancia e gli occhi lucidi. Ed era così che voleva Louis. Harry desiderava Louis in maniera viscerale, senza alternativa alcuna. Voleva Louis tanto da piangere, tanto da stringere i pugni fino a conficcarsi le unghie nei palmi. Lo voleva e lo avrebbe avuto. Zayn non avrebbe vinto per nessuna ragione al mondo. Louis era suo.
"Ed ecco camera mia" disse Louis chiudendosi la porta alle spalle. Harry avanzava guardandosi intorno.
"Non ti rispecchia" constatò "... è molto ordinata".
Louis sorrise: "Beh sì... lo è".
Harry si tolse lo zaino dalle spalle e lo lasciò accanto alla scrivania. Si sfilò la giacca di jeans e l'appoggiò con cura sullo schienale della sedia. Si stiracchiò poi, lentamente, quasi snervante. La felpa si sollevò lasciandogli scoperta la striscia di pelle appena sopra i jeans e il bordo chiaro di un paio di boxer.
Louis si leccò le labbra prima di considerare ad alta voce: "Sei la peggior specie di ragazzino".
"Io?" domandò Harry con aria innocente "Perché?".
"Oh perché sei pienamente consapevole di ogni cosa che fai, anche se fai finta di niente. Sei consapevole del concetto di azione reazione, ecco".
Harry si sedette sul letto ancora guardandosi attorno: "Non so di quali azioni reazioni parli" aggiunse anche mentre si lasciava cadere sul letto. La felpa alzata ora gli lasciava scoperta la pancia fin sopra l'ombelico.
"L'azione sei tu che ti denudi sul mio letto. La reazione è nei miei pantaloni. E tu lo sai bene".
Harry rise divertito: "Ma non sto facendo nulla" disse poi mettendosi seduto: "Fa caldo, posso togliere la felpa?" domandò sbattendo gli occhi.
Louis acconsentì alzando un sopracciglio: "So giocare anche io a questo gioco Harry..." sorrise levandosi la felpa a sua volta "Ma, vedi?" domandò indicando le braccia scoperte oltre la maglietta a mezze maniche "Vedi? Io ho i muscoli almeno, faccio più effetto. Tu hai ancora il fisico da bimbo... non vincerai a questo gioco. Sarai tu il primo ad impazzire".
Harry sorrise di nuovo prima di mettersi in piedi e avvicinarsi a Louis: "Posso togliere anche le scarpe?" chiese.
Louis alzò le spalle. Harry, a meno di una manciata di centimetri dall'altro si mise prima su un ginocchio e poi sull'altro per slacciarsi le scarpe. Appoggiò le sue All Stars accanto al comodino e poi, sempre in ginocchio, guardò verso Louis immobile.
"Ho imparato a fare le bolle di saliva, guarda" proseguì Harry lasciando che la saliva gli inumidisse le labbra. Fece una bolla che scoppiò nemmeno un istante dopo in un silenzioso pop. Restò un attimo così, bocca aperta e luccicante di saliva.
Louis deglutì: "Ok... sei abbastanza bravo in questo gioco, lo ammetto" constatò appoggiandosi con la schiena al muro e guardando in alto.
Socchiuse gli occhi mentre sentiva Harry rimettersi in piedi.
"E pensa che è la prima volta che ci gioco" scherzò il più piccolo aderendo con tutto il corpo a quello dell'altro "... il resto del gioco me lo devi insegnare tu".
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Un gettone e tredici minuti
FanfictionNT: La storia non è mia, ma di Pandacoffee che gentilmente ha acconsentito a farmela pubblicare anche qui. Link Autrice: http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=456381 Larry - Ziam "Sono stato io" dissi sedendomi sul prato accanto a lui. "A far...