Capitolo 19.

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Louis non ha molti ricordi di suo padre. O comunque nessun ricordo degno di essere ricordato. Suo padre non c'è mai stato nella sua vita o meglio, c'era, sì, ma solo fisicamente. Se però qualcuno gli avesse chiesto: "Louis, racconta qualcosa che tuo padre ti ha insegnato".

Per prima cosa Louis direbbe: "Mi ha insegnato a fare di un bastoncino una freccia" e poi, forse perché come ricordo non è granché direbbe: "...e poi mi ha insegnato che per far almeno finta di essere una persona colta bisogna guardare un telegiornale al giorno". Non di più eh. Uno basta.

Louis era entrato in un tabaccaio per comprare un accendino. Avevano di comune accordo deciso, lui, Harry, Liam e Zayn, che continuare a fermare gente e chiedere: "Avete da accendere?", per dei fuggitivi non è granché.

Avevano anche un piano. Tornare a casa di Stan. Lì Zayn aveva lasciato la moto e bisognava portarla via di lì. Una volta riappropriatisi della moto Zayn avrebbe raggiunto un amico a non molta distanza e avrebbero chiesto ospitalità. Non avere un telefono in effetti non è gran cosa e non avere memoria per ricordarsi numeri di telefono nemmeno.

La tabaccheria della stazione era un posto strano, losco, quasi più losco della loro fuga. Il proprietario non alzava mai lo sguardo mentre consegnava sigarette o gratta e vinci. Sembrava un tipo con qualcosa da nascondere ma, del resto, pensò Louis poco prima di essere distratto dalla televisione in alto sulla parete, anche lui aveva qualcosa da nascondere. Stava scappando. Chi era lui per giudicare.

Erano le 11 del mattino e il telegiornale regionale trasmetteva un'edizione straordinaria.

Harry aveva aperto la porta della tabaccheria proprio in quel momento mentre la sigla di apertura del telegiornale sfumava per far entrare nell'inquadratura una giornalista ben vestita e con una voce irritante.

"Lou, muoviti che arriva il treno" aveva detto Harry prima di sorridere e sparire di nuovo.

E lo aveva detto. La giornalista ben vestita lo aveva detto mentre la porta del locale si chiudeva piano. Louis lo aveva sentito.

Aveva sentito quel nome, lo aveva udito chiaramente.

"Ragazzo?" aveva detto ma Louis stava guardando le immagini di un inviato fuori dall'ospedale di Doncaster.

"Ragazzo...? Lo vuoi o no questo accendino?".

 

"...la vittima è una ragazza di quasi vent'anni.  Il corpo della giovane è stato trovato questa mattina dalla polizia di Doncaster nella cantina di una villa poco fuori città. La segnalazione è stata fatta da un ragazzo di cui ancora non sono stati resi noti nome ed età. La ragazza è stata trovata senza vita alle prime luci dell'alba. Alcune indiscrezioni parlano di un colpo di pistola sparato da una distanza ..."

 

 

Ma Louis, ormai, non stava più ascoltando. Stava uscendo dal locale mentre il tabaccaio ancora lo chiamava perplesso.

Lo aveva sentito, lo aveva sentito. Aveva detto quel nome.

Ed era uscito, aveva guardato Harry che gli aveva sorriso e aveva provato ad abbracciarlo.

"Dai che perdiamo il treno" aveva detto Zayn incamminandosi.

Ma lui, Louis, aveva detto una frase che aveva fatto voltare contemporaneamente tutti e tre.

"Voglio parlare da solo con Liam".

"Con me?" aveva chiesto il ragazzo mentre Zayn e Harry si guardavano perplessi.

Un gettone e tredici minutiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora