CAPITOLO VI - LO SMISTAMENTO
PRIMA PUNTATAI cinque ragazzi entrarono. Si ritrovarono in un ingresso di marmo bianco, splendidamente illuminato da torce appese alle pareti. Era lucida e scintillante alla luce, e, in fondo alla sala, i ragazzi intravidero un gruppetto di persone.
«Professoressa McGonagall! I cinque ragazzi smarriti, sono qua!» urlò Hagrid in direzione del gruppo. I ragazzi e Hagrid si incamminarono. Lily riuscì a identificare le sagome: erano studenti, come loro, del Primo anno. In testa al gruppo, però, c’era una strega giovane dai capelli corvini, i lineamenti rigidi e severi, ed era deliziosa nel suo vestito color smeraldo. Indossava un lungo cappello nero a punta e squadrò i nuovi arrivati con un’esigenza che fece immaginare a Lily che fosse davanti a una donna rigorosa.
«Avete appena trasgredito un paio di regole, e siete arrivati a Hogwarts da qualche minuto» disse, con un tono d’accusa, ai cinque ragazzi. Gilderoy aveva smesso di cantare, e guardava la professoressa McGonagall come se fosse un mostro e lui un eroe avido di combatterlo. «Bene, Hagrid, puoi andare. «Darò qualche informazione ai ragazzi prima di andare nella Sala Grande» disse poi, con un sorriso incoraggiante rivolto ai ragazzi.
Hagrid fece un cenno della testa e se ne andò, la sua enorme sagome stagliata contro il cielo terso della notte. La professoressa McGonagall si schiarì la voce.
«Bene, ragazzi. Tra poco entrerete nella Sala Grande dove, grazie al Cappello Parlante, verrete smistati nelle quattro case: Corvonero, Serpeverde, Grifondoro, Tassorosso. Io ve lo metterò sulla testa affinché lui possa decidere in quale casa farvi andare. Tutte le case sono speciali: Grifondoro è quella dei più coraggiosi, Corvonero dei più intelligenti, Tassorosso dei più onesti e Serpeverde quella dei più ambiziosi. Ma non avrete possibilità di scelta. Il Cappello Parlante vi metterà nella casa più adatta a voi.
«Ora aspettatemi un attimo qui. Vado ad avvertire il Preside che siete arrivati» disse poi, scomparendo dietro una porta laterale.
I ragazzi iniziarono a bisbigliare concitati, alcuni mormoravano imprecazione, altri erano nel panico, altri ancora iniziano a stringere amicizie con chi avevano più vicino. Ma l’altera figura della professoressa McGonagall ricomparì dopo poco.
«Potete seguirmi. Dietro di me» ordinò agli studenti. La sua esile forma spinse il portone di quercia che separava l’Ingresso dalla Sala Grande. Mormorii si diffusero tra gli studenti. Lily spalancò la bocca, meravigliata. Davanti a loro c’era una sala immensa, illuminata da centinaia di candele che producevano un'atmosfera magica. Le candele erano sospese su quattro tavoli lunghissimi, dove erano seduti tantissimi studenti in uniforme, impeccabili, che li guardavano con tanto d’occhi. La professoressa McGonagall avanzò lentamente. In fondo alla Sala c’era un altro tavolo, dove erano seduti, Lily si immaginò, i professori di Hogwarts. Lily scorse un vecchio dalla barba e capelli lunghi e bianchi, seduto in mezzo agli altri insegnanti. Lily guardò in alto. Il soffitto era altissimo, Lily a malapena ne vedeva la fine.
«È proprio come mi avevi detto tu, Sev!» sussurrò all’amico, accanto a lei, che stava contemplando il soffitto incantato.
«Tutto è come ti ho detto io, te ne accorgerai con il tempo. Mi ero fatto un’idea di Hogwarts, ma mai avevo immaginato che fosse così spettacolare» rispose bisbigliando Severus. Lily annuì. La pensava esattamente come lui.
Arrivarono in fondo alla Sala, davanti al tavolo degli insegnanti. La professoressa McGonagall agitò la sua bacchetta e evocò dal nulla uno sgabello di legno. Poi tirò fuori dal suo vestito, Lily non capì mai da dove, un cappello a punta nero, simile a quello che la strega aveva sulla testa e che Lily aveva comprato mesi prima a Diagon Alley, ma questo era molto più brutto e rattoppato. Posò il cappello sullo sgabello e questo, i ragazzi si strofinarono gli occhi più volte, iniziò a cantare.
Poi la professoressa tirò fuori dal nulla una pergamena, la srotolò e si rivolse ai ragazzi.
«Quando chiamerò i vostri nomi voi verrete qui, vi siederete su questo sgabello e aspetterete che il Cappello Parlante vi esamini. Vi dirà poi la vostra Casata. Solo allora potrete andarvi a sedere insieme al tavolo della vostra nuova famiglia. Bene, iniziamo con la prima» spostò lo sguardo alla pergamena e lesse il primo nome: «Baron, Nelisa!»
Una ragazzina da una folta chioma di capelli castani si fece avanti tra gli studenti. Barcollò timida verso lo sgabello, ci si sedette, la Professoressa McGonagall le posò delicatamente il Cappello Parlante sulla testa, che tuonò: «Corvonero!»
Il secondo tavolo da sinistra si alzò in piedi battendo le mani e gridando, mentre Nelisa Baron trotterellava verso il suo tavolo, con un grosso sorriso stampato sulla faccia.
«Black, Sirius!» lesse ancora la professoressa McGonagall. Sirius sorrise a James, gli diede una pacca sulla spalla e si andò a sedere sullo sgabello.
«Grifondoro!» urlò il cappello. James sovrastò gli urli del tavolo di Grifondoro. Sirius, felicissimo, si sedette al tavolo della sua Casa, tra gli studenti che festeggiavano.
“Bunny Verity” finì in Corvonero, “Camden Drew” anche, “Desplat Alexandre” fu il primo e festeggiatissimo Tassorosso.
«Evans, Lily!» chiamò poi la professoressa McGonagall.
Lily si voltò a guardare Severus, impaurita. Severus le rispose con un sorriso incoraggiante. Lily si fece largo tra gli studenti e si sedette sullo sgabello, tremante. Poi chiuse gli occhi, cercando di non pensare a niente, e sentì la voce del Cappello Parlante bisbigliare: «Cervello arguto… sei una ragazza intelligente… Tra i Corvonero staresti proprio bene, sai? Però… forse… GRIFONDORO!»
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La Grotta di Cristallo
Fantasy«Vedi Lily, ti ho osservato in questi giorni. Ti ho osservato perché ero sicuro di quello che sei. Una strega». «Non è una cosa carina da dire» osservò Lily. «In senso buono... una maga, se preferisci. So che probabilmente ti sembrerà impossibile...