CAPITOLO V - HOGWARTS EXPRESS
SECONDA PUNTATAGli scompartimenti erano già tutti occupati, e Lily e Severus si sistemarono in uno dove c’erano già due ragazzi, che Lily riconobbe come i due amici: quello riccio e quello castano con gli occhiali neri e tondi. I due ragazzi stavano leggendo insieme silenziosamente una copia de La Gazzetta del Profeta. Lily e Severus si sedettero. Severus aveva preso dal suo baule il suo libro preferito “Vero e falso sui lupi mannari dal ‵900 ad oggi”, e sprofondò tra le sue pagine Il treno si mosse, poi partì. Lily non era del tutto felice, eppure era sull’Hogwarts Express, finalmente in viaggio per Hogwarts… Si toccò gli occhi. Erano gonfi di pianto e, si immaginò, arrossati. Incollò il naso al vetro.
«Che hai?» le chiese infatti Severus.
«Io… ho litigato con mia sorella. Mi odia perché abbiamo letto la lettera» mormorò Lily.
«Ma non ti interessare! È gelosa e lo sappiamo entrambi. E poi, è solo una Bab…» Severus riuscì a trattenersi.
«E’ mia sorella!» sbottò Lily, stufa.
«Lo so, ma…» tentò Severus.
«No! Tu non sai niente! Non dovevamo leggerla, era roba sua!»
«Non è stata colpa nostra… »
«E invece sì! Smettila, Severus!»
«Ma non puoi essere triste! Stiamo andando a Hogwarts! Finalmente stiamo andando a Hogwarts!»
Lily parve convincersi. Non aveva senso litigare con l’unico amico che aveva. Stavano andando a Hogwarts, e questo la rinfrancò.
«Speriamo che tu sia una Serpeverde» aggiunse Severus, con un sorriso.
«Serpeverde? E chi vuole essere Serpeverde?»
Era stato il ragazzo castano con gli occhiali tondi e neri a parlare. «Io penso che lascerei la scuola, e tu, Sirius?» continuò il ragazzo castano, rivolto all’amico. Sirius, l’altro ragazzo, alzò gli occhi dal giornale.
«Tutta la mia famiglia è stata Serpeverde» osservò Sirius, divertito.
«Oh… accidenti… eppure mi sembravi un tipo a posto…» commentò il ragazzo castano. Sirius ghignò.
«E tu, James? Dove vorresti andare? Io spero di andare contro la tradizione…» disse Sirius.
«Io Grifondoro. Coraggio, nobiltà di cuore… come mio padre» rispose James.
«Grifondoro?» replicò Piton, freddo e disgustato.
«Sì. Grifondoro… e tu Serpeverde, da quello che ho capito… la peggiore» ribatté sprezzante James, rivolto a Piton.
«Ma è ovvio che le persone peggiori finiscono nelle Case peggiori… no, James?» intervenne, ridendo, Sirius. James e Sirius risero.
«Qualcosa dal carrello, cari?» domandò una voce. Lily si girò a guardare. Una strega molto anziana, dai capelli brizzolati, trainava un carrello carico di dolci avvolti in carte colorate.
La Strega del Carrello! pensò subito Lily. Quanti anni aveva compiuto? Ah, sì… 190…
Severus si rivoltò le tasche facendo capire che non aveva soldi.
«Prendo tutto. Tranne i topoghiacci, quelli non mi fanno impazzire» disse James, prendendo una manciata di galeoni tintinnanti dalla tasca.
La Strega del Carrello riversò la maggior parte del contenuto del Carrello su un sedile vuoto dello scompartimento. James la pagò, il Carrello si riempì di nuovo, magicamente.
«Gelatine Tutti i gusti +1, cioccorane, zuccotti di zucca, api frizzole, rospi alla menta, mou mollelingua, bonbon esplosive, calderotti, bacchette magiche alla liquirizia, piperille, penne d’aquila, fildimenta, scarafaggi al grappolo… Sirius, vuoi?» chiese James, guardando avidamente i dolci sul sedile.
«Sì, grazie. Prendo una gelatina Tutti i gusti +1, una cioccorana e un rospo alla menta» rispose Sirius. «Inizierò dalla gelatina» continuò Sirius.
«L’ultima volta che ho mangiato una gelatina Tutti i gusti +1» disse James, mentre sgranocchiava un dolce, «Sapeva di olio. Mi poteva capitare peggio».
«Bleah… sa di vomito. Beh, olio non è così male in confronto al vomito, James. Ma sono sicuro che al nostro amico piacerebbe una bella gelatina al sapore di olio» disse Sirius, ridacchiando, guardando Severus, che cercò di far finta di nulla.
«Sicuro» affermò James, ridendo a sua volta. «Dai, apri la cioccorana, vediamo che figurina trovi» incitò.
Sirius aprì un involucro di carta marrone, e ne saltò fuori una… rana di cioccolata. Lily trattenne un urlo. Sirius bloccò la rana e se la infilò in bocca. La sgranocchiò con gusto, poi estrasse dall’involucro un rettangolo di carta.
«Lord Voldemort. Di nuovo» sospirò, deluso. «Mi mancano Glenda Chittock, Bowman Wright e Tosca Tassorosso» Agitò una figurina che raffigurava l’uomo dalla pelle glabra e gli occhi rossi, che Lily aveva visto sul giornale tempo prima: Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.
«Leggi, su!» esclamò James, impaziente.
«Lord Voldemort, il cui vero nome è Tom Orvoloson Riddle, è il Mago Oscuro più potente mai esistito, nonché il più temuto di sempre. Nasce da padre babbano e madre strega, e, scomparsi entrambi in circostanze misteriose, viene accudito in un orfanotrofio Babbano. A Hogwarts viene smistato nella Casa di Serpeverde, è uno studente capace e brillante in tutte le materie. Dopo la scuola, Tom, lavora al negozio di Borgin & Burke. Dopo aver capito di essere sprecato nel lavoro di commesso, decide di diventare Insegnante alla cattedra di Difesa Contro le Arti, ma l’attuale Preside Albus Silente, non glielo concesse, per paura che le sue doti magiche estreme ebbero conseguenze sugli studenti della scuola. Tom, liberatosi del nome del padre babbano, si fa chiamare Lord Voldemort, un nome che quasi nessuno osa pronunciare. Delle attuali attività del Mago Oscuro non si sa molto: da quello che sappiamo, ora sta facendo esperimenti a noi ignoti. Non dimentichiamo che un suo grande obiettivo è impossessarsi del Ministero della Magia, e infatti nel 1970 è scoppiata la Prima Guerra dei Maghi. Lord Voldemort non si fa scrupoli nell’uccidere babbani e maghi innocenti. I suoi seguaci vengono chiamati Mangiamorte, alcuni di questi sono rinchiusi in una cella di massima sicurezza nella prigione di Azkaban. Secondo te che tipo di esperimenti fa, James?»
«Non saprei… corrono vari voci in giro» rispose James.
«Che tipo di voci?» chiese subito Sirius.
«Si dice che stia imprigionando dei babbani per farli combattere al suo fianco, ma non credo sia vero. Altri dicono che stia facendo degli esperimenti per diventare un Animagus, ma non so cosa sia»
Calò il silenzio. James e Sirius ripiombarono nella lettura della Gazzetta del Profeta e Severus iniziò a leggere il suo libro “Vero e falso sui lupi mannari dal ‵900 ad oggi”. Lily guardò fuori dal finestrino: il sole era ancora alto e grandi praterie filavano sotto la sua visuale.
«Secondo me quel tipo è un barbone» sussurrò James a Sirius, il più piano possibile. Lily lo sentì e li guardò infastidita. Sirius ridacchiò, ma nessuno dei due amici fece caso a Lily.
«Senti… tu» chiamò Sirius guardando Severus. Severus si voltò a guardarli.
«Tu hai i genitori maghi?» gli chiese Sirius.
«Io? No. Mia madre è maga, mio padre è babbano» rispose Severus riluttante, «E voi?»
«Entrambi purosangue» rispose James. Sirius fece una smorfia.
«I miei sono un po’ fissati con sta cosa delle famiglie purosangue» disse Sirius, alzando le spalle.
«Dimmi, amico. Tu hai un po’ di soldi per comprarti vestiti decenti?» chiese James, indicando i soldi nella tasca e poi i vestiti malmessi di Severus, come se stesse parlando ad un bambino di due anni.
Severus non rispose.
«Fossi in te mi metterei l’uniforme di Hogwarts, amico. Almeno quella è decente»
Lily era stata ad ascoltare, gettando occhiate disgustate ai due spavaldi amici. Si alzò, seccata.
«Dai, Severus, andiamo a cercare un altro scompartimento»
«Ohhhhhhhh» fece Sirius. James gli diede una gomitata nelle costole e la fissò.
«Smettila!» ribatté Lily, facendo cenno a Severus di seguirla. James si limitò a fissarla, come se non l’avesse mai notata prima.
«Sirius… stavamo solo scherzando, non è vero?» intervenne. Aveva cambiato tono. Sirius lo guardò a bocca aperta. Annuì silenziosamente, poi ritrovò la voce: «Sì… certo…»
Lily li squadrò. Aprì la bocca per parlare ma James la precedette.
«Hey, ti chiami Severus tu, no?» fece a Severus, che annuì. «Bene… Severus. Mi potresti, gentilmente prestare il tuo libro?» continuò, indicando “Vero e falso sui lupi mannari dal ‵900 ad oggi”. Severus pensò un momento, poi glielo passò di malavoglia. Lily, che era stata tutto il tempo in piedi, spostando lo sguardo dall’uno all’altro, si sedette. James prese a sfogliare il libro con fare annoiato, poi qualcosa lo attirò e il suo sguardo si illuminò.
«Sirius, senti qua, Sirius!» strillò, rivolto all’amico, «1963,accusato un senzatetto Babbano chiamato Fenrir Greyback di essere un lupo mannaro... scagionato con voto unanime tranne quello di un partecipante… che ha definito i lupi mannari come senza cuore e capaci solamente di ferire. Poco tempo dopo, egli stesso dichiara che Greyback ha attaccato suo figlio, di soli 3 anni e mezzo...» Ma Sirius non lo lasciò finire.
«1963, hai detto? E il figlio nel 1963 aveva 3 anni e mezzo?»
James annuì. «Cosa c’è che non va?»
«James» cominciò Sirius, con il tono di chi stesse spiegando a un bambino quanto facesse 2+2, «Ora quel bambino ha undici anni. Dovrebbe venire a Hogwarts! Spero che non lo ammettano, non mi piacerebbe scoprire che nelle notti di luna piena ci sia il mio compagno di stanza che si trasforma in un lupo mannaro…»
«Mi auguro che Silente non l’abbia ammesso… » ammise James, «Ma forse adesso è meglio restituire il libro al nostro fantastico amico…» concluse, sghignazzando.
«Sai una cosa, James? Questo è probabilmente il libro più unto che abbia mai toccato. Spero che sia l’apparenza, amico, ma hai davvero bisogno di una doccia. Fattelo dire» disse Sirius, rivolgendosi a Severus. I due amici risero a crepapelle. Severus strappò il libro dalle mani di Sirius e si alzò in piedi, furente.
«Come ti permetti?» ringhiò.
«Severus, ti prego… cambiamo scompartimento…» intervenne Lily, bloccando l’amico, che stava per buttarsi contro Sirius.
Severus si convinse e, con il libro stretto tra le mani, uscì dallo scompartimento, seguito da Lily, che lanciò un’occhiataccia a Sirius e a James prima di sbattere la porta con forza
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La Grotta di Cristallo
Fantasía«Vedi Lily, ti ho osservato in questi giorni. Ti ho osservato perché ero sicuro di quello che sei. Una strega». «Non è una cosa carina da dire» osservò Lily. «In senso buono... una maga, se preferisci. So che probabilmente ti sembrerà impossibile...