CAPITOLO VI - PARTE III

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CAPITOLO VI - LO SMISTAMENTO
TERZA PUNTATA

Severus era triste. Era da anni che sognava di andare in Serpeverde, ma senza Lily non era la stessa cosa. Era da solo e Lily era migliore di lui, si sarebbe trovata benissimo in Grifondoro, sarebbe diventata la ragazza più popolare e brillante della Scuola. Gli si avvicinò un ragazzo. Era più grande di lui e portava la spilla da prefetto di Hogwarts. Aveva lunghi capelli biondo platino, lisci e ben pettinati e gli occhi grigi. Aveva un'aria un po' snob.
«Ciao, mi chiamo Lucius Malfoy sono un prefetto del sesto anno. A te piace il Quidditch? A me molto. Sono il cercatore della squadra, ma tra due anni mi dovranno sostituire. Tu che lavoro vuoi fare da grande? Forse sei ancora un po’ piccolo per pensarci. Io credo che sarei un buon Ministro della Magia. Tu che ne dici? Ma ovviamente non puoi saperlo, mi hai appena conosciuto» e si allontanò. Severus fece spallucce. 
Una ragazza si avvicinò a lui. Era bionda, molto magra, e con un un'espressione simile a quella di Lucius Malfoy sul viso. Sembrava avesse la puzza sotto il naso. 
«Ciao, Luccy ti ha già spiegato tutto? Sì lo so che anche tu pensi che sia un genio! Ma adesso sono venuta qui per dirti che sono appena stata nominata prefetto: non che non me lo aspettassi, ovvio, ma è sempre emozionante! Invece quella scema di Pockye Waye non è prefetto!! Quest’anno vinceremo di sicuro la coppa di Quidditch, con Luccy come cercatore! Non guardare sempre al tavolo di Grifondoro; fidati, quelli lì sono tutti degli squilibrati. Sai che Luccy diventerà presto Ministro della Magia! Non vedo l’ora!» 
Come Lucius, quella ragazza se ne andò senza aspettare risposta. Severus si chiese se nella Casa di Serpeverde fossero tutti così. Si girò verso il tavolo dei Grifondoro. Lily stava stringendo la mano a un ragazzo del primo anno. Severus avvertì una stretta allo stomaco. 
«Ciao»
 Severus si girò. Un ragazzetto moro si era seduto di fianco a lui. 
«Sono Gilbert, primo anno. Piacere»
«Piacere, Severus» 
Si strinsero la mano. Gilbert accennò un sorriso. Severus non sorrise.
«Qualcosa non va?» chiese Gilbert.
«No… cioè… sì… Lily, la mia unica amica è finita in Grifondoro e…»
«Che schifo» lo interruppe Gilbert «Cioè, mi dispiace per lei. Beh, sarà il destino. I Grifondoro fanno proprio schifo. Non le devi più parlare, a quella traditrice».
«Non parlare così della mia amica! Lei non è una traditrice!»
«Non sei d'accordo con me? Beh cambierai presto idea. I Grifondoro sono feccia, te ne accorgerai. Ora zitto, il Preside sta per parlare».
Severus si girò. Il Preside, Albus Silente si era alzato. Nella Sala Grande calò il silenzio.
«Spero che abbiate mangiato bene. A mio parere, la torta di mele era eccezionale. Ma andiamo al dunque. Come tutti gli anni anche oggi ci sono dei nuovi arrivati, ebbene come sempre sono costretto a spiegare loro le regole in questo castello e a rammentarle agli alunni più anziani: la prima regola è quella di non entrare nella foresta proibita. Lì dentro ci sono animali che potrebbero non essere tanto garbati. Ovviamente è richiesto di obbedire agli insegnanti. Non fate nessun incantesimo se non nelle aule con la presenza dei vostri professori. In più quest’anno è stato piantato un nuovo albero di una specie molto rara: un Platano Picchiatore». Nella Sala Grande si diffusero mormorii concitati. 
«Molti di voi sapranno già di cosa si tratta: ma io credo che sia sempre meglio assicurarsi che nessuno si faccia del male. Perciò vi spiego cos’è: è una specie di albero proveniente dall'Australia i cui rami si muovono; ma muovono molto. E a questo albero non piace essere avvicinato. Quindi è meglio che non lo facciate perché l’albero potrebbe indispettirsi e, diciamo, frustarvi e afferrarvi con un ramo. Ho finito, mi scuso se sono stato noioso. I prefetti delle vostre Case vi accompagneranno nella vostra Sala Comune. Buonanotte e a domani.»
Mormorii. Esclamazioni. Ragazzi che si alzavano. Rumori di stoviglie e piatti. Urla dei prefetti «I Corvonero mi seguano!». Severus rimase lì, impalato.
«Tu rimani qui? chiese Gilbert
«Io... no... no... Era... che... adesso arrivo»
Non era sicuro che Gilbert fosse l'amico perfetto per lui, però era l'unico che si era interessato. Uno del primo anno come lui. E forse anche lui, Severus, avrebbe dovuto pensare male dei Grifondoro. No, ma come poteva! C'era Lily... Però... alla fine...
«Ma quindi vieni o no?» gli chiese impaziente Gilbert.
Severus si alzò di scatto e seguì i Serpeverde che andavano nella loro Sala Comune.

«I Grifondoro mi seguano! Per di qua! Più veloci! Seguitemi! State uniti!»
Lily, Allison, e tutti i Grifondoro del primo anno uscirono dalla Sala Grande per poi imboccare porte e scale di diverse dimensioni. 
«Io mi sono già persa…» sussurrò Lily all'amica.
«Pure io… Mio padre mi ha anche spiegato che le scale si muovono. Cioè, si spostano mentre ci sei sopra. È per quello che il nostro prefetto ci dice che dobbiamo andare veloci e stare uniti, per evitare che il gruppo si divida»
«Ho paura di perdermi, Ally… Ti posso chiamare Ally?»
«Certo. Mi chiamano tutti così»
Nel frattempo erano arrivati davanti a un grande quadro. La particolarità dei quadri di Hogwarts è che si muovono. I personaggi vagano nelle cornici e sanno portare messaggi da casa in casa, da quadro a quadro. Quel ritratto raffigurava una signora molto grassa con un bicchiere di vino in mano e una corona di foglie sulla testa.
«Parola d'ordine, caro?» tuonò la signora.
«Torta alla melassa» rispose prontamente il prefetto.
A quanto pareva, il quadro parlava anche. 
Appena pronunciata la parola d'ordine, il quadro della signora grassa si spostò di lato, rivelando una porticina. Il prefetto la aprì e invitò i ragazzi a entrare.
Dietro a quella porta Lily ci trovò il posto più bello del mondo. Una sala rivestita di rosso, con poltroncine scarlatte, quadri alla parete e tavolini sparsi sul pavimento di parquet. In fondo alla stanza, un fuoco ardeva allegramente nel caminetto, creando una magica atmosfera… e un po' di calore. Era un ambiente… rassicurante. Si sentiva a casa sua. 
«A destra i dormitori dei ragazzi, a sinistra i dormitori delle ragazze. Troverete i vostri effetti personali già pronti nelle stanze. Buonanotte» disse il prefetto. 
Nessuno salì ai dormitori per un po'. Si misero tutti sulle poltroncine, o seduti sul tavolo, chi a leggere, chi ha chiacchierare. Lily fece del suo meglio per ricordarsi i nomi dei ragazzi del primo anno. In un angolo c'era l'unica fonte di rumore: Sirius, che, sulla groppa di James, urlava con tutto il fiato che aveva in corpo:  «Siamo in Grifondoro! Siamo in Grifondoro! Non capisci James? Siamo in Grifondoro! Io! In Grifondoro! Non è fantastico?»
Chino su un tavolo, c'era Remus, il ragazzino pallido e timido con il volto coperto di cicatrici, che leggeva un libro, il naso immerso nelle pagine. A fianco a lui c'era Peter Pettigrew, il biondino grassottello, che guardava divertito James e Sirius. Seduta comodamente su una poltroncina, con il suo gatto in grembo, c'era un'altra ragazza. Emily Twist, si chiamava. E poi c'erano loro due, Lily e Allison, che osservavano la scena. Sirius e James si sussurrano qualcosa, Sirius indicò Lily e James arrossì e scosse la testa, Sirius indicò Peter e Remus e insieme si avviarono verso di loro. 
«Ehilà, gente!» salutò Sirius.
Remus alzò gli occhi dal libro. «Ehm… ciao».
«Noi siamo Sirius e James, piacere. Siamo purosangue» concluse, come se servisse questo particolare per farsi apprezzare. 
«Io sono Remus e questo è Peter. Io sono mezzosangue e lui è nato Babbano»
«Vi va una partita a scacchi?» propose James.
«Va bene!» Remus sorrise.
E così, i quattro si misero a giocare agli scacchi magici, uguali in tutto e per tutto agli scacchi babbani, ma gli scacchi magici, quando dici le coordinate, si spostano da soli. Lily assistette alla partita per un po', poi lei e Allison decisero di andare a dormire. 
I dormitori delle ragazze erano puliti, ordinati e rossi. Coperte rosse, lenzuola rosse e cuscini rossi, armadi rossi, tappezzeria rossa e letti rossi. Lily trovò tutti i suoi effetti personali in ordine negli armadi o sulle sedie e non le rimase che stendersi a letto e dormire. Si sentiva stanca, entusiasta ma allo stesso tempo afflitta. Pensava a Severus, a come si sarebbe sentito in quel momento. 
«Secondo te si sentirà solo?» chiese Lily all'amica mentre si preparavano per dormire. 
«Chi?»
«Severus»
«Ancora a lui pensi! Non so, probabile. Ma non te ne interessare!» 
«Non riesco a farci a meno. Lui sarà così solo…»
«Senti Lily, sono sicura che Severus si troverà degli amici, starà bene. E poi vi potrete vedere nelle pause, ai pasti, durante le lezioni e nei corridoi!» 
Lily si sentì un poco rassicurata. Strinse il suo ciondolo nero, l'unico simbolo dell'amicizia tra di loro, e si addormentò. 

Severus strinse il suo ciondolo bianco. Pensava a Lily, a come stava e a cosa stava pensando. Ma sicuramente sarebbe stata bene in Grifondoro, si disse. Con il suo carattere diventerà amica di tutti. Ebbe di nuovo quella stretta dolorosa allo stomaco. Severus riusciva a sentirlo, cosa diceva il suo stomaco. "Lily è solo tua, quel James non te la porterà via. Lui e nessun altro. Lily mi vuole più bene, sono il suo migliore amico". 
Scacciò subito quei pensieri. 
«A cosa pensi? Ti vedo preoccupato»  gli disse Gilbert.
Erano sdraiati a letto nel dormitorio maschile. 
«A…» cominciò Severus, ma poi si arrestò e scosse la testa. 
«A Lily, immagino. Non pensarci, a quest'ora lei ti avrà già dimenticato! Le avranno riempito la testa di insulti contro di noi e ora ci odierà e non ti vorrà più parlare e…»
«Smettila!» lo interruppe Severus. «Lily non crederà a queste superstizioni, è intelligente e saggia! Non mi odia e a quest'ora sarà tristissima di essersi separata da me!»
Se lo disse più a sé stesso. 
«Con il tempo capirai Sev. A proposito, hai visto com'è carina Clarice?» 
Severus inarcò un sopracciglio.

La Grotta di CristalloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora