CAPITOLO V - HOGWARTS EXPRESS
PRIMA PUNTATALa stazione di Londra era affollatissima, ma nessuno sembrava accorgersi del gruppetto che alle dieci e quaranta si faceva strada tra la gente, e perlomeno nessuno si era reso conto di Erebus, il piccolo gufo di Severus.
«Emozionata?» chiese Severus a Lily, sorridendo.
«Sì» ammise Lily, «E felice» aggiunse. Era proprio vero, si sentiva felice, così come non lo era mai stata in tutta la sua vita. Stava per andare a Hogwarts, il luogo che compariva continuamente nei suoi sogni, l’argomento di conversazione di lei e Severus negli ultimi due anni, la casa a cui si sentiva di appartenere.
Camminarono per un po’ tra la folla, fino a raggiungere il binario dieci, e, dall’altra parte, il nove.
«E ora? Come facciamo a raggiungere il binario nove e tre quarti?» chiese Lily. L’aveva chiesto a Severus tantissime volte prima, ma Severus le aveva sempre risposto «Lo vedrai», e questo non la convinceva per niente.
«Non l’hai ancora capito, testona che non sei altro, che vi hanno presi in giro? Non esiste nessuno binario nove e tre quarti!» disse sprezzante Tunia.
Severus parve non sentirla, e si rivolse a Lily.
«Là. Ci dobbiamo passare dentro» rispose, indicando la colonna che separava il binario nove e il binario dieci.
«Dentro?» chiese Lily, incredula, sicura di non aver sentito bene.
«Dentro. Esatto. Non l’ho mai fatto in realtà» aggiunse, facendo spallucce, come se passare attraverso una colonna fosse normale.
Lily era sbalordita: non si aspettava certo un passaggio normale per arrivare al binario per una scuola di maghi, ma passare dentro una colonna… no questo non se lo aspettava.
«Non ci credi?» chiese Severus
«No… io…» borbottò Lily
Severus indicò improvvisamente un gruppetto vicino a loro. Lily vide due ragazzi, ma uno solo trainava un carrello simile a quello di Lily. Aveva una folta chioma di capelli ricci molto scuri e stava salutando un altro ragazzo con due occhiali tondi dalla montatura sottile e nera, che trainava anche lui un carrello. Il ragazzo dai capelli ricci afferrò la mano della madre, e insieme corsero attraverso la colonna. O meglio, ci si tuffarono dentro. L’altro ragazzo, che sembrava più piccolo, afferrò la giacca del padre e insieme raggiunsero il resto della famiglia, attraversando la colonna. Il ragazzo castano con gli occhiali, evidentemente più sicuro di sé dell’amico, attraversò la colonna da solo, seguito dal padre e dalla madre.
«Visto» sussurrò Severus all’amica. Lily annuì. Non era così sicura di quello che aveva appena visto.
«Fa male?» chiese.
«No!» rispose Severus, «Per niente. Però i Babbani non posso passare. Possono provare, ma si farebbero molto male… »
«Ho capito. Dobbiamo affrettarci, sono le dieci e cinquanta. Manca poco»
«Sì, dobbiamo andare» disse Severus.
«Ciao, mamma» fece Lily alla madre.
La madre scoppiò in lacrime e la abbracciò.
«Starò bene, non vi preoccupate. Vi manderò una lettera attraverso il gufo di Severus. Mi ha detto che si può fare quando si vuole» la consolò lei, mollandole un grosso bacio sulla guancia, «Non strapazzare troppo quel povero gufo…» aggiunse, sorridendo. Si tuffò tra le braccia del padre, che la strinse a sé goffamente.
«Tornerò per Natale» gli disse. Il padre annuì. «Buona fortuna. Sta’ attenta»
«Promesso papà».
Lily andò davanti alla sorella, che distolse lo sguardo.
«Ciao, Tunia» tentò, impacciata.
La sorella non rispose, ma Lily notò una lacrima scivolarle per la guancia, che Tunia asciugò velocemente.
«Mi dispiace, Tunia… so che volevi venire anche tu… le prese la mano. Forse quando sarò là… ascolta Tunia… quando sarò lì proverò a convincere il professor Silente a cambiare idea…»
Lily si lasciò scappare quelle parole. Si era tradita, non avrebbe dovuto far capire alla sorella che aveva letto la sua lettera. Tunia, però parve non capirlo, ma prese a singhiozzare.
«Non… io… non… voglio… venire! Non… non so chi… chi te l’abbia detto… ma non farti strane idee… io… io non voglio andare a Ho… alla Scuola per Maghi… io… io non voglio essere un mostro!»
Gli occhi di Lily si colmarono di lacrime.
«Questo… questo… questo non dovevi dirlo!» pianse, «La pensavi diversamente, quando hai scritto al Preside per supplicarlo di ammetterti» Lily non riuscì a trattenersi.
La tristezza di Petunia mutò in rabbia, e diventò paonazza.
«Supplicare? Io? cosa stai dicendo, Lily…» ma la sua voce era insicura.
«È stato molto gentile a risponderti, davvero» rispose Lily, oramai convinta a raccontare alla sorella la verità.
«Cosa… tu… non dovevi… come ti sei permessa…» balbettò la sorella atterrita, «Sei un mostro… tu, e quel Piton… per fortuna non sono come te…» e si precipitò dalla madre.
«Non volevo, leggerla… mi spiace Tunia…» urlò Lily in lacrime. Si asciugò in fretta gli occhi e, con un cenno della mano, raggiunse Severus davanti alla colonna.
«Pronta?» le chiese.
«Pronta» mentì Lily.
«Bene, ragazzi, adesso non dovete fare altro che correre verso la colonna, fidandovi del fatto che non sbatterete» incoraggiò la signora Piton dietro di loro.
«Vado prima io» si propose Severus, poi afferrò il carrello e, senza timore, si tuffò nella colonna e scomparve, proprio come i due ragazzi che Lily aveva visto. La ragazza si girò a salutare i genitori con un cenno della mano, fece un mezzo sorriso riconciliante a Tunia e guardò la signora Piton.
«Corri, non aver paura, io vado dietro di te» le sussurrò la signora Piton. Lily annuì e corse verso la colonna, trainando il pesante carrello. La colonna si avvicinava, ecco, sempre più vicina… ci sarebbe andata a sbattere sicuramente… lo sapeva… come poteva aver fatto una cosa così stupida… correre in una colonna… eccola… proprio davanti al suo naso, il carrello non aveva sbattuto… ma la colonna era lì… era lì. Ora non c’era più. Ora c’era un treno fermo davanti a lei, e decine e decine di ragazzini con carrelli come il suo, e i loro genitori… Il treno era rosso, lucente, e emise un fischio acuto: l’Hogwarts Express. Trascinò il carrello tra la folla, cercando di identificare Severus.
«Lily! Lily! Qui!» le gridò la voce di Severus.
Severus era immerso nella folla e stava agitando una mano. Dietro di Lily comparve la signora Piton.
«Affrettatevi, non c’è tempo da perdere, caricate i bagagli sul treno»
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La Grotta di Cristallo
Fantasi«Vedi Lily, ti ho osservato in questi giorni. Ti ho osservato perché ero sicuro di quello che sei. Una strega». «Non è una cosa carina da dire» osservò Lily. «In senso buono... una maga, se preferisci. So che probabilmente ti sembrerà impossibile...