Capitolo 11

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17:00

<<Jimin, puoi venire qui? Taehyung non sta bene>>

<<Sì Kookie, arrivo tra qualche minuto.>>

Dopo aver ringraziato l'amico, Jungkook lanciò il telefono sul letto e corse a controllare le condizioni dell'altro.

Pochi minuti prima, infatti, il più grande aveva iniziato a piangere senza motivo. Si era rannicchiato a terra, urlando, e le lacrime avevano iniziato a scendere velocemente dai suoi occhi, quasi in modo irreale.

<<Taehyung, riesci a parlare?>>

<<Sì...>> Jungkook tirò un sospiro di sollievo e si mise seduto accanto al letto, per avere il viso alla stessa altezza di Taehyung. <<Che ti prende? Poco fa eri tranquillo...>>

<<Pensi che io non mi renda conto del mio problema, Jungkook? So di avere gravi disturbi mentali. So di essere un peso per te>>

<<Sì, lo sei, ma poteva essere tutto più semplice di così. Un anno fa, potevi presentarti alla mia porta, bussare e spiegarmi la situazione. Non ti avrei negato il mio aiuto.>> Taehyung sospirò e chiuse gli occhi, sobbalzando subito dopo per il suono del campanello.

<<È Jimin>>

<<Non voglio parlare con lui. Hai paura di restare da solo con me?>>

<<Io? No...>> Jungkook sapeva di mentire. Era terrorizzato all'idea che potesse accadere ciò che aveva letto online.

Frequenti cambi d'umore, alta aggressività, perdita di lucidità ed istinti suicidi possono essere una conseguenza di un periodo lucido di una persona affetta da infantilisimo. In questo periodo, il paziente si rende conto delle anomalie del proprio comportamento.

<<Va bene, dico a Jimin di non entrare>>

<<Grazie.>>  Dopo essersi scusato con il ragazzo dai capelli rosa, Jungkook tornò in camera.

Si stese delicatamente accanto a Taehyung, e lo avvolse in un abbraccio stretto, nonostante la paura. Stava iniziando a rendersi conto di cosa comportava convivere con una malattia mentale che ti impedisce di vivere normalmente, di trovare un lavoro, avere amici, fidanzarti e di non essere guardato come un folle quando parli.

In quel momento, la scelta che gli sembrava più giusta era quella di lasciarlo vivere in casa. In fondo, è ciò che aveva fatto per un anno e due mesi, e si sentiva in colpa all'idea di lasciare un ragazzo così fragile solo con se stesso, in strada.

<<Taehyung, puoi restare da me. Ma devi impegnarti a trovare un lavoro, perché i miei genitori non possono mantenere entrambi.>>

<<Mi impegnerò, te lo prometto, Kookie-ssi~>> Taehyung sorrise e strofinò il proprio naso su quello di Jungkook, facendolo arrossire violentemente.

<<Cosa fai!?>>

<<Una promessa! Si fa così>>

<<Non si fa con il mignolino?>>

<<Quello è da bambini, hyung!>> Jungkook rise e guardò l'altro negli occhi, stupendosi nel vedere il solito sguardo innocente e curioso, che fino a pochi secondi fa era scomparso.

<<Ti senti meglio?>>

<<Bhe, se il mio hyung mi facesse una cioccolata calda...>>

<<Cosa sei tu? Te l'ho insegnato prima, ti ricordi?>>

<<Un parassita fastidioso>>

<<Esatto. Impari in fretta.>> Kook si alzò dal letto, dirigendosi verso la cucina. <<E, comunque, sono più piccolo di te>> Urlò, ormai lontano dalla camera da letto.

<<Se ti chiamo hyung sei più disposto a fare ciò che voglio>> Gli gridò Taehyung, in risposta al commento di pochi secondi prima.

<<Parassita fastidioso!>>

Skool Luv Affair (Taekook/Namjin/Sope)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora