Quando la corda si ruppe - Parte II

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Forse fu proprio quell'improvvisa presa di coscienza da parte di entrambi a farci subito allontanare l'uno dall'altra, a scrollare la testa e a catapultarci di nuovo nel mondo reale. Brian scappò nel backstage mentre io rimasi al centro del palco immobile, attonita, senza parole. Fu Mizzy a prendermi sotto il braccio e a trascinarmi, sì a trascinarmi letteralmente, all'estremità del palco dove Lisa e Allison s'erano già piazzate per bearsi degli applausi del pubblico. C'inchinammo tutte e quattro, com'è nostro solito alla fine di ogni nostro spettacolo, mandammo baci alla platea festante e lasciammo il posto ai nostri headliners. Non appena entrammo dietro le quinte corsi nel camerino dei Queen per cercare Brian, per ringraziarlo per ciò che aveva fatto, per aver salvato la nostra esibizione e la nostra carriera. Aprii la porta e mi trovai davanti una casacca bianca plissettata. Sorrisi felice, ma fu una breve gioia.

-Complimenti per lo show Lilibeth-

Mi dava le spalle, ma la flemmatica voce di Freddie l'avrei riconosciuta fra mille. Era lui, non era Brian. Indossava la sua stessa casacca bianca, ma mentre il riccio aveva dei pantaloni neri lui ne aveva un paio dello stesso colore della larga blusa a pipistrello. Freddie mi aveva scorta dal riflesso dello specchio in cui si stava truccando, il classico specchio dei camerini teatrali, quello circondato da tanti faretti al neon, tutti accesi in quel momento. Si voltò, posò sul tavolo il tubetto di mascara che aveva tra le mani e proseguì: -Avete suonato davvero bene e tu, Lilibeth, hai cantato magnificamente. Se non fosse stato per quell'incidente alla chitarra di Mizzy sarebbe stato uno show perfetto- si fermò e puntò i suoi occhi neri e maliziosi nei miei -Per fortuna che c'era Brian!- esclamò e tornò a voltarsi verso lo specchio.

-Beh...sì, per fortuna...ma...ma adesso sai dov'è? Vorrei ringraziarlo a nome...a nome della band, ecco...- balbettai, sperando di essere stata abbastanza credibile.
-Se non sbaglio l'ho visto correre nell'altro camerino, quello dove prima c'erano i Lynyrd Skynyrd- disse John, già pronto col suo basso a tracolla -Penso lo troverai ancora lì. I simpatici americani se ne sono andati-
-Grazie per l'info John- gli risposi e feci per andarmene, ma Roger mi fermò: -Lilibeth, sai mica dove posso trovare Mizzy?- mi domandò -Vorrei farle i complimenti prima di salire sul palco-

Il biondo s'allontanò dal tavolo da trucco e mi raggiunse alla porta.

-Mizzy credo sia nel nostro camerino insieme a Lisa e Allison- gli dissi.
-Bene, ti dispiace se...se facciamo la strada insieme?-
-No, assolutamente Rog. Andiamo-

Augurai buona fortuna a Freddie, che non so nemmeno se mi sentii impegnato com'era ad applicarsi il rimmel, e a John, dopodiché uscii con Roger nel corridoio del backstage. Cominciammo a camminare, dal palco provenivano le urla del pubblico in trepidante attesa dei suoi beniamini che, come tutte le star che si rispettino, volevano farsi aspettare ancora un po'.

-Il nostro camerino è quello in fondo, a sinistra- e gli indicai la porta chiusa del nostro stanzino per il cambio d'abito -Penso che Mizzy sia ancora lì, quando sono uscita dal palco l'ho vista seguire le altre e...-
-Lilibeth, lo sai che io e Mizzy...- m'interruppe il batterista e si fermò, costringendomi a fare lo stesso.

I biondi capelli gli cadevano morbidi sulle spalle minute, qualche ciuffo ribelle s'intrufolva nella camicia, sbottonata per più della metà e che lasciava intravedere il petto liscio, di un rosa chiarissimo. I suoi grandi occhi celesti mi fissarono per la prima volta intensamente, provocando in me un certo turbamento: il suo sguardo era davvero provocante, seducente, tentatore e fu in quel momento che capii perché Mizzy era così persa di lui.

-Lo so Rog, io so tutto di Mizzy così come lei sa tutto di me- continuai sottovoce per evitare che orecchie indiscrete avessero potuto sentirci -A volte non c'è nemmeno bisogno di parlarci che...che già ci capiamo solo guardandoci negli occhi-
-Appunto e anche tra me e Brian è così, io lo capisco solo guardandolo negli occhi, non c'è bisogno che me lo dica lui quando...quando una ragazza gli piace e tu gli piaci, Lilibeth-

Mi volta dall'altra parte: allora era vero che non aveva raccontato nulla ai suoi amici, erano loro che avevano capito tutto.

-Lo so a cosa stai pensando adesso- proseguì lui imperterrito -Adesso starai pensando: Ma questi ragazzi fidanzati che fanno il filo alle altre sono davvero degli stronzi! e in effetti hai ragione, ma...ma detto tra noi...- e s'avvicinò al mio orecchio per sussurrarmi: -Quella Amalia...secondo me non è adatta a lui-

Mi girai ancora e per un attimo fui così vicina a Roger da respirare il suo respiro. Mi turbai alquanto, soprattutto perché avevo timore che fosse potuto passare di lì Brian o che Mizzy fosse potuta uscire all'improvviso dal camerino e travisare tutto, così m'allontanai subito da lui.

-Beh...ma...ma dev'essere Brian a decidere con chi stare, mica tu- obiettai, anche se infondo mi faceva piacere sapere che nemmeno Roger aveva una buona opinione su Amalia.
-Sì, hai ragione, ma...ma Amalia è...è una ragazza insignificante e ordinaria, non è la tipa per lui. Tu invece lo sei-
-Ah...io...io lo sono?!- farfugliai confusa, puntandomi l'indice al petto.
-Sì, tu lo sei, quindi...va pure a prendere quello che è tuo- concluse sorridendomi e, senza dire altro, s'avviò verso il camerino della mia band lasciandomi sola in mezzo al corridoio.
-Quello che è mio?- ripetei attonita tra me e me -Ma come...è mio? Roger scusa, ma cosa volevi...-

Slam...

Il rumore di una porta che si chiudeva mi fece capire che Roger non avrebbe risposto alla mia domanda. Restai interdetta ancora qualche secondo, impalata al centro del dietro le quinte, ma poi mi feci coraggio, feci un respiro profondo e colmai la breve distanza che ancora mi separava dalla porta dell'ormai ex camerino dei Lynyrd Skynyrd. L'uscio era socchiuso, feci capolino e sbirciai all'interno: Brian era accasciato al tavolo da trucco, col capo chino e le ali della casacca che ricadevano morbide sulle sue spalle curve.

-Brian...posso?- domandai, ma lui non mi rispose, così entrai anche senza il suo permesso.

La Red Special era su un divanetto posto alla sinistra della stanza, ora che il cavaliere non indossava più il suo scudo sicuramente si sentiva nudo, spoglio, debole, completamente in balia della sua timidezza e della sua insicurezza.

-Brian...sono io, sono Lilibeth- m'annunciai ancora e lui finalmente si voltò.
-Lilibeth...scusami, io...- farfugliò confuso -...io non avevo capito fossi tu-
-Non preoccuparti, tranquillo. Io...- l'interruppi e lo raggiunsi prima di continuare -...io ero solo venuta per ringraziarti di ciò che hai fatto prima, per noi...-
-..per te, l'ho fatto per te Lilibeth-

Le luci al neon intorno al grande specchio da make-up donavano ai suoi occhi lucidi un bagliore che non avevo mai scorto prima d'allora e le verdi venature scintillavano cariche d'emozione.

-L'hai fatto per me?- gli chiesi sottovoce.
-Sì, l'ho fatto per te. Capisci quanto ci tengo a te adesso?-

Mi girai verso lo specchio e mi ritrovai dinanzi al mio viso turbato, al mio sguardo confuso. Brian ci teneva a me, non era solo sesso quello che voleva da me. Avevo sbagliato, avevo sbagliato tutto con lui, tutto. Era nato qualcosa tra noi che non potevamo più fermare, quella stessa cosa che aveva spinto Brian a prendere il posto di Mizzy ed evitare a me e alla mia band di fare una pessima figura davanti al pubblico, quella stessa cosa che mi aveva spronata a entrare in quel camerino e dirgli grazie, quella stessa cosa che ci aveva attratti come calamite durante la nostra improvvisata esibizione.

-Sì...ho capito- gli risposi e mi voltai di nuovo verso di lui -Adesso ho capito-

Brian mi sorrise e veloce, senza darmi il tempo di sorridergli a mia volta, m'abbracciò e le sue labbra si posarono sulle mie. Come fu dolce quel bacio, com'erano delicate le sue dita che scivolavano morbide sulle mie spalle nude. Affondai le mani nel mare dei suoi riccioli neri e mi lasciai andare a quella sensazione di appagante beatitudine che però durò poco, troppo poco.

-Ti voglio Lilibeth- mi sussurrò d'improvviso dolcemente.

Era tornato a essere il Brian di cui ero stata sempre innamorata.

-Brian, io...- tentennai.

Mi fissava intensamente e quando s'accorse della mia incertezza m'abbracciò forte. In un attimo mi tornarono in mente le parole di Mizzy: ...ha cercato te. Se non l'avesse voluto non l'avrebbe fatto. Aveva ragione lei. Ma io? Io volevo davvero lasciarmi andare completamente a lui? Era meglio il nostalgico rimpianto o l'amaro rimorso?

On a Trip to Fame - Brian May FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora