Red fox

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*OS ambientata nel presente*

Anna era come sempre seduta accanto a Diana, la amica del cuore. Da piccole avevano stretto un patto, un giuramento: mignoli incrociati, una promessa infrangibile e un soffione. Era tutto così romantico agli occhi della rossa.
Era l'ora di geometria. La fanciulla dalle lunghe trecce era un'amante della scuola e, insieme a Gilbert Blythe, era la più brava della classe. Ma geometria proprio non riusciva a capirla, e la riteneva così infinitamente noiosa.
"Di"
"si?"
"Mi annoio"
La corvina la guardò e scosse la testa come per dire anche io. Poi riprese a seguire.
Anna ci provò ma non ci riuscí. Per quanto si impegnasse proprio odiava la geometria.
Gilbert Blythe, seduto dalla parte opposta a lei la guardava di nascosto.
Anna lo notó ma evitó di incontrare il suo sguardo. Ogni volta che succedeva rimaneva come incantata. Ma lei odiava Gilbert, e in più le era stato vietato anche solo dargli il buon giorno.
Voltò la testa in direzione della finestra, che si trovava a circa 2 metri dalla testa dello spirito affine.
Guardava fuori il prato, i fiori, le nuvole.
Poi scorse dietro ad un cespuglio una piccola volpe dal manto rosso. Sarebbe voluta correre fuori ed accarezzarla. Amava le volpi, in più quella era rossa! Come si faceva a non adorarlra?!
Nonostante fosse incredibilmente intenerita dall'esserino rimase ferma. All'intervallo sarebbe andata. Doveva aspettare solo un'altro quarto d'ora.

Driinnn**

Finalmente.
"Diana vado fuori"
"Ma Anna sta p-"
Non fece in tempo a concludere che la rossa era già schizzata fuori.
Eccola, era ancora lì.
Si avvicinò cauta all'esserino e gli passò una mano sul dorso delicatamente.
Era tutto così magico. Per un attimo immaginó di essere la principessa Cordelia dai capelli neri, e che quella volpe era il suo piccolo animaletto da compagnia, nonché suo valoroso compagno di avventure.
Una goccia le cadde sul naso. Poi un'altra le bagnó la guancia. Guardò su: grandi nuvoloni neri stavano scoppiando in lacrime. Si, lei pensava che il cielo piangesse. Sapeva bene che non era chimicamente possibile, eppure sperava fosse così, che le stelle e le nuvole potessero provare delle emozioni.
Passarono pochi minuti, eppure Anna era già fradicia da testa a piedi.
Corse all'interno del grande edificio.
Camminó a passo svelto per i lunghi corridoi.
Ancora dei ragazzi sgranocchiavano panini, patatine e snack di tutti i tipi, segno che l'intervallo non era ancora terminato.
Sapeva dove andare.
Dai Anna, devi solo arrivare al-
Una figura possente e robusta interruppe i suoi pensieri.
"Oh scusami.. Gilbert?!"
Proprio lui? Doveva andare a sbattere proprio con lui?!
"Carotina sei zuppa. Se vuoi ti do la mia felpa"
Lei rifiutò l'offerta cercando di sembrare più distaccata possibile, fallendo miseramente a causa delle sue guance rosse. Capitava sempre. Ogni volta che aveva un minimo contatto con il ricciolo le succedeva. La migliore amica aveva collegato ciò ad una sola spiegazione plausibile ma Anna aveva sempre negato. Non mi piace Gilbert. Si ripeté in testa come per convincere se stessa delle sue parole.
Giunse bagnata nella sala degli oggetti smarriti.
Curiosó un po' per vedere se c'era qualcosa di carino magari. Un paio di jeans a vita alta. Non erano bellissimi ma potevano andare. Poi trovó una felpa molto larga blu e rossa, con un 28 segnato davanti. Era fantastica. Probabilmente era di almeno almeno due taglie più grande, nonostante ciò la indossó.
Infondo era autunno e il vento era forte ad Avonela. Le sarebbe tornata comoda anche in altre occasioni.
Attravrsó i corridoi. Tutti la gradavano. La ragazza giustificó tutte quelle attenzioni nei suoi confronti supponendo che era per i capelli bagnati.
Giunse in classe e si sedette affianco all'amica.
Tanti compagni sgignazzavano divertiti. Ma perché?
Poi la sentí, una risata troppo nota alle sue orecchie.
"Blythe perché ridi? Ah, e saresti così cortese da spiegarmi anche perché gli altri lo fanno?" disse con il tono un po' innervosito.
"Carotina, potevi anche accettare la mia felpa a questo punto.. Insomma che differenza faceva?" poi fece un ghigno.
"Che intendi? Blythe non fare lo stupido!"
"la felpa"
Anna guardò dietro essa per vedere se c'era qualche macchia o un buco, chissà. Peggio. Eccola lì una scritta, quella scritta.
"Gilbert" lesse.
"O mio dio! Perché capitano tutte a me!"
Esclamó.
Diana e Gilbert la guardarono divertiti.
Anna era rossa, più dei suoi capelli. Si sentì debole, impotente. Di lì a poco sarebbe scoppiata a piangere. Non poteva permetterselo, non davanti a tutti, non davanti a lui. Non poteva dargliela vinta.
Scappò correndo. Cercava un bagno, uno stanzino, una classe vuota; un posto dove stare da sola.
I due corvini non persero tempo e cominciarono seguirla. Diana era distante, non era abituata a correre. Gilbert invece le stava alle calcagna.
La rossa però aumentò il passo all'improvviso, lasciando il riccio spiazzato.
Ora erano molto lontani.
Anna si chiuse a chiave in un bagno e esplose in singhiozzi e lacrime.
"Stupido Gilbert Blythe! Perché devi prenderti gioco di me?! Non ti basta confondermi ogni volta che mi guardi? Non ti basta spogliarmi di tutte le mie sicurezze? Non ti basta farmi a pezzi ogni giorno?!" urlò.
Il giovane varcó la porta del bagno proprio in quel momento e si sentì sprofondare.
"C-c-c'è qua-qualcuno? " chiese la fanciulla.
"H-hei?" poi riprese a piangere pensando di essersi solo immaginata quel rumore.
Gilbert era distrutto. Come poteva lei pensare questo?
"Anna!" la chiamò Diana andando incontro alla porta superando il ragazzo.
"D-diana.. S-sei sola?" domandó intimorita.
"A-Anna" sussurrò il corvino.
Anna sospiró affranta. Perché era lì? Voleva davvero torturarla allora!
"Vai via Blythe"
"No Anna. Apri quella porta ti prego"
"No" ribatté.
"Anna dai aprì" la imploró la migliore amica.
"Non se lui non esce"
"Io non me ne vado Anna." la informò con tono fermo.
"Bene allora resto qui" disse cercando di soffocare dei singhiozzi.
Dopo pochi secondi non riuscendo a contendersi rinizió a piangere piu forte e insistente di prima.
Ad ogni lacrima di lei Gilbert si sentiva peggio.
"Anna fammi entrare"
"N-no, non puoi prenderti anche questo"
"Anna tu non hai capit-"
"Zitto" lo interruppe.
"Anna aprimi"
Silenzio.
"Anna ti prego" insistette l'amica.
"Solo Diana"
Il ricciolo continuava a perdere battiti.
La porta blu e grigia si aprí leggermente, lasciando vedere una Anna affranta e piccola.
Gilbert a quella visone non resistette e entró dentro urtando Diana che provava a passare.
"No Gilbert!" urlò la giovane dai capelli umidi.
Poi si portó le mani sul volto per nascondersi e infiló la testa fra le gambe.
"Vai via, ti prego" questa volta nella sua voce si poteva percepire un implorazione.
Fu tentato ad alzarsi ma doveva chiarire.
"Anna io non voglio vederti così"
"e allora perché mi torturi in questo modo?! Perché fai sempre in modo che io sia in difficoltà?"
"non è il mio scopo Anna" le riveló.
Poi le cinse un braccio intorno alla spalla e la strinse a sé.
"Perché lo fai? Perché ora mi tratti bene?"
"Io non ti tratto mai male Anna"
Le accarezzó I lunghi capelli rossi.
"Sono ancora bagnati.. Ti ammalerai"
"Non sono la tua paziente 'Buon Dottore'"
"Sei sempre la mia paziente" disse, poi continuò
"Anna guardami ti prego".
"No. Non mi vedrai con gli occhi gonfi e le guance bagnate! Non mi vedrai debole. Ora uscirai e io mi sistemeró. E poi non ci parleremo più così tornerai a trattarmi male ok?"
"Anna io non voglio... Non ho mai voluto... Ora guardami"
Le accarezzó una guancia e poi le girò il volto verso di lui.
"Anna lui sta cercando di dirti che ti vuole bene... Perché non lo capisci? Non è vero Gilbert?"
Lui rimase in silenzio. Non acconsentí né negó.
"Visto!" disse Anna delusa continuando a fissarlo negli occhi. Per un momento ci aveva creduto, o almeno ci aveva sperato.
Gilbert tornò in sé.
"Diana puoi uscire per favore?"
"Ma An-"
"Per favore."
La corvina ubbidí e tornò in classe per avvisare il professore che nessuno dei due ragazzi si sarebbe fatto vivo per un po'.
"Anna perché te la sei presa così tanto per una felpa?"
"I-io non lo so"
Gilbert se la portó più vicina e le lasciò un bacio sulla guancia.
"Anna sei fantastica. Sei unica, speciale. Non avrei motivo per maltrattarti"
Anna arrossí sentendo le labbra del giovane sulla sua pelle. Si sentí strana, ma in modo positivo.
In qualche modo bizzarro sentiva di volerne ancora.
"rifallo"
"cosa?"
"Rifallo"
"Anna sei fant-"
"No"
Gilbert allora si sporse verso di lei e le stampó un'altro bacio.
"Perché sei bagnata?"
"c'era una volpe"
"Ti va di cercarla insieme?"
"Tu la cercheresti con me?"
"mi pare ovvio"
"Gilbert..?"
"Si carotina?"
"Tu quindi non mi vuoi bene. .."
"Oh.. No carotina non è quello c-"
"Non hai risposto a Diana.."
"Si, hai ragione Anna, non ti voglio bene.. Non credo potrò mai volerti bene"
Anna sentí un vuoto dentro. Una voragine si era creata all'interno del suo petto. Una lacrima le sgorgó dall'occhio sinistro.
"No non piangere Anna" le asciugò la goccia d'acqua salata.
"Per un momento l'ho creduto.. Ma hai ragione, tu non puoi.. Tu non-"
"Anna io ti amo.. E-e vederti piangere mi distrugge... Mi fa male.. E io non dovevo, non dovevo dirtelo perché.. Perché tu non ricambi ma ho sentito il bisogno.. Io-io dovevo, dovevo dirtelo"
"Shh" lo zittí lei pressandole un dito sulla bocca.
"Ann-"
"Cosa vorresti fare ora?"
"Non dovevamo cercare la volpe?"
"Dio Blythe! Allora è vero che sei un santarellino"
Solo a quelle parole comprese che ciò che gli chiedeva era ciò che desiderava veramente.
"Anna io non so se poss-"
"OK. Non farlo" disse lei girandosi offesa.
Si era illusa un'altra volta. La stava prendendo in giro ovviamente.
"No Anna non fraintendere! Dai carotina non te la prendere, non fare così!"
"Heey!" la chiamò prendendola per una spalla.
"Anna io non posso.. Io non so se tu me lo permetterai.. O se scapperai.. O se mi rifiuterai.. O ti farai del male.. E io non posso permettermi di farti stare male... Anna io ti giuro, io vorrei ma.. Io non ti piaccio, e per quanto faccia male io non posso.. " ora la sua faccia era cupa, non più rassicurante. Anna, appiccicata al suo petto ascoltava il battito del ricciolo diventare sempre più veloce mano a mano che proncunciava ogni parola. Riusciva a percepire il dolore e il rammarico del corvino.
"G-gilbert in questo momento non mi interessa affatto la volpe" il suo sguardo cadde sulle labbra di lui.
"Anna s-sei sicura?"
Lei annuì flebile.
Il riccio la guardò. Desiderava con tutto se stesso baciarla, assaporarla.. Ma non era sicuro che ciò non avrebbe potuto allontanarlo dalla donna che tanto amava.
"Gilbert.. Tu non vuoi vero?"
Se non voleva? Assolutamente si che voleva baciarla.
Okay Gilbert ci stai pensando troppo e la stai confondendo. Fai l'uomo! Pensò.
Le si avvicinò e fece collidere le loro labbra.
Finalmente quelle dolci e morbide labbra, adesso un po' salate, erano sulle sue.
Fu un bacio lungo e pieno di passione e desiderio.
Quando finirono il fiato si staccarono e risero, ciascuno fra le labbra dell'altro.
Dopo essersi guardati all'ungo negli occhi Gilbert la prese per i fianchi e riposó la sua bocca su quella della bella rossa.
Anna era al settimo cielo. Separó poco le due labbra per prendere aria ma in quel preciso istante la lingua del ricciolo si insinuó nella sua delicata bocca.
Anna non sapeva bene cosa fare. Non c'erano libri da poter consultare, non c'era nessuno che potesse insegnarglielo.
Anna si staccò, presa dal panico.
Gilbert la guardò confuso.
"Scusami, ho esagerato" si guardò le ginocchia.
"No no Gilbert"
Lui parve ancora più perplesso, non riuscendo a capire cosa aveva sbagliato.
Lei sembrò leggerlo nel pensiero, infatti continuò.
"I-io non so come si fa" confessò imbarazzata.
Gilbert Blythe sorrise divertito.
Poi le sfioró la guancia e le loro labbra si rincontrarono desiderose di amore.
Come prima la lingua di Gilbert inizió a vagare sul suo palato e sui suoi denti in cerca della sua.
Anna rimase un'attimo immobile, poi le loro lingue si allacciarono, iniziando a danzare sulle note dei loro cuori, che battevano all'unisono.
"Ti amo" sussurrò lui fra le sue labbra.
"Ti amo" rispose lei.
Si staccarono e uscirono dal bagno. C'erano stati anche troppo.
Non si preocuparono di tornare in classe, né pensarono a quando Diana potesse essere in pensiero.
Uscirono, insieme.

"Anna! Vieni, l'ho trovata!"
Esclamò il giovane indicano una volpe dal pelo rosso.
"È meravigliosa!" rispose lei correndo incontro al ragazzo.
Peccato che picchió il piede contro un masso cadendo sopra lui.
Scopoiarono a ridere. Si sentirono bene, felici, liberi.
"Shirley-Cuthbert! Blythe! Che ci fate la fuori? Entrate subito!" li rimproveró il professore.
Anna diventó un peperone e si sollevò subito dal busto del ricciolo.
Entrarono in classe a capo basso. Erano pentiti? Assolutamente no.

Alla fine della lezione**

"Hey Carotina.. Pensi di restituirmela quella felpa?"
"mm fammici pensare Blythe.. Credo proprio di no!" rise.
Lui la prese per un fianco e iniziarono a camminare verso Green Gables.
"Dio quanto amo la geometria!"
"davvero?" le chiese ridendo Gilbert.
"No.. Però amo te"
Il ricciolo si girò e prese a baciarla sul naso e sulla fronte per poi darle un casto bacio sulle labbra.
"Anche io ti amo Carotina"
Poi ripresero il loro tragitto scambiandosi sguardi fugaci e parlando del più e del meno.
"Addio mio bel principe azzurro!"
"Addio mia magnifica principessa Cordelia!"
Così si salutarono i due giovani innamorati, promettendo di rivedersi il prima possibile.







Space me
Hey ragazzi. Si questa OS era un po' smielata, ma spero vi sia piaciuta ugualmente. Fatemi sapere.
Sciauuu🌞

𝓈𝑒𝓂𝓅𝓇𝑒 𝓃𝑒𝒾 𝓂𝒾𝑒𝒾 𝓅𝑒𝓃𝓈𝒾𝓇𝑒𝒾-Shirbert🌼🌊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora