I stay with you.

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Mi sento rotta, mi sento a pezzi, mi sento inutile.
Non so cosa è successo, non riesco a mettere insieme i pezzi. Il tempo si muove sempre così velocemente. È sempre così impaziente di correre ed andare avanti.
Il sorriso che poco fa avevo, mentre percorrevo un lungo vialetto interrato, mi è stato strappato violentemente dalla bocca.
Perché mi fai questo, perché?
Perché mi fai soffrire? cosa, cosa diavolo ti ho fatto?
Mi sfrego nervosamente gli occhi facendoli diventare più rossi di quanto già non lo fossero a causa delle lacrime.
Inizo a mordermi le unghie.
La mia vista è appannata e le mie mani tremano, così il rituale continua.
Strorfino le palpebre e mi infilo le dita in bocca. In quella mia bocca che mai più potrà sorridere.
La testa mi fa male. Me la sento pulsare. Mi disfo le trecce, aumentando l'indecenza della mia figura. Ma non mi importa, non mi importa ormai.
Tento di alzarmi.
Distnedo le gambe ma una forza debole mi tira il vestito dal basso. È una forza debole ma immediatamente perdo l'equilibrio, barcollo e cado clamorosamente a terra.
Cado clamorosamente a terra come sempre ho fatto.
Ritento.
Sembra un umiliante teatrino.
Cerco di sollevarmi, traballo come una bottiglia di vetro e mi ritrovo dinuovo fra le erbacce.
Un cigolio della porta echeggia nell'aria.
Inizó a gattonare via ma le lacrime, il dolore, la testa, mi fermano.
"Anna?" mi chiama una voce molto familiare.
Appoggio una mano per terra per continuare a strisciare fuori da quell'imbarazzante situazione ma un dolore lancinante mi trafigge facendomi urlare.
Un urlo sottile, strozzato sul nascere dai singhiozzi.
Mi guardo il palmo. Una grande spina vi si è conficcata. La punto con lo sguardo per qualche altro secondo poi la voce di prima si fa sentire per la seconda volta. Adesso non si rivolge a me, purtroppi aggiungerei.
"Gilbert! Blythe vieni, ora!" gridò preoccupato.
No, lui no.
Devo agire ora, ora devo scappare. Ho pochi minuti.
Lentamente, una lentezza snervante, mi alzò in piedi.
Allargo le braccia per stabilizzarmi e mantenere la posizione eretta.
"Anna!" urla una voce che ho avuto la possibilità di udire troppe volte. È carica di tensione e terrore.
Ma perché lo è? È davvero un ipocrita quel ragazzo.
Ormai sono ferma. Ora posso iniziare a camminare.
Faccio un passo, poi un'altro.
"Anna che s-stai facendo?" balbetta venendomi incontro.
Mi posa una mano sulla spalla ma mi scosto istintivamente.
Perché sono rimasta? Perché ho dovuto crogiolarmi nel dolore invece di fuggire?
Lui non ci fa molto caso, dato che si limita a ritrarre il braccio.
Mi guarda. È immobile e mi guarda.
Solo la testa, muove solo la testa, in cerca dei miei occhi.
Ecco che riesce nel suo intento.
Entra attraverso le mie maledette pozze blu.
La testa riprende a pulsare facendomi stringere le palpebre.
Mi passo una mano sulla fronte. Lui la scansa e avvicina la sua bocca al punto in cui prima mi toccavo per controllare la mia temperatura corporea.
Bash è corso verso il paese per chiamare aiuto.
Si, così me ne andrò presto.
Mi tolgo facendolo rimanere in sospeso.
Cerca dinuovo il mio sguardo.
Stavolta no. Mi giro di scatto e inizio a camminare insicura.
"Anna dove stai andando?"
"Addio" rispondo solo per poi proseguire.
Mi prende il polso.
"Tu stai male" constata
"Lasciami andare" sbraito mentre mi libero dalla sua presa.
"Addio" ripeto.
Mi avvolge la vita da dietro con le sue braccia e mi stringe forte.
Che gli prende?
"Ti prego fatti curare, f-fatti curare e poi t-ti lascio andare"
"Non c'è n'è bisogno, ho passato di peggio" dico apatica.
Se è vero? Si. Sono stata picchiata, molti uomini mi hanno picchiata, ma mai nessuno mi ha fatto male come lui.
Mentre procedo a passo lento e cerco di raggiungere il bosco elaboro la situazione.
Anna è il mio passato.. Anna è il mio passato e Winnie è il mio futuro.
Io sono il suo passato. Io sono solo qualcosa che è successo, un errore probabilmente.
Come ho potuto farmi ridurre così da lui.
Da quell'essere meschino e crudele.
"Anna perché mi stai dicendo a-addio?"
"Sei stato tu il primo a farlo" spiego con un filo di voce. Ho fatto uscire quell'orrenda verità dalla mia bocca talmente a bassa voce che non sono sicura che mi abbia sentito.
"c-cosa?"
"Tu mi hai detto addio per primo"
Ora sono lontana, troppo lontana per parlare. Per fortuna.
Lui non si muove, o almeno credo.
Oh no.
Corre, sta correndo. Corre e viene verso di me.
"Qua-quando è successo?" chide fra gli affanni.
"Hai detto addio a me.. Hai detto ben trovata a qualcun'altro" confesso.
Non so perché, perché lo sto facendo. Sono semplicemente consumata dal dolore.
"Anna sanguini"
"Lasciami sanguinare. Devi controllare anche le mie ferite? Devi aggiungerle alla lista di cose da controllare nella vita di Anna?" lo rimprovero zittendolo.
"Hai origliato.. Non avresti dovuto farlo"
"Ah si certo, sarebbe stato meglio. Così mi avresti illusa per poi abbandonarmi per sempre."
"illusa?"
"Cosa pensavi di fare eh Blythe? Far finta che non esistessi? Far finta di non avermi conosciuta? Dimenticarmi? Scordarti di me dopo avermi confusa.. Ma certo, dovevo saperlo. È così che fai, confondi le persone toccandole, dicendo frasi dolci e poi te ne vai"
"Di che stai parlando?"
"I-io pensavo che fra noi avesse potuto funzionare.. Ero venuta per p-parlarne.. Ma evidentemente non c'è n'è bisogno"
"F-fra noi.. Tu davvero lo pensavi?"
"Si.. Lo so sono una stupida, non c'è bisogno che tu lo dica"
"F-fra noi può funzionare?"
"Poteva.. Non più"
"Ho-ho rovinato tutto"
Adesso i suoi occhi sono grandi, i suoi occhi sono grandi e la bocca è socchiusa.
Sta per scoppiare.. A piangere?
"Sono un cretino.. Anna non volevo dirlo, non volevo. Sono stato così stupido anche solo a pensarlo.. Scusami ti preg-"
"Non me ne faccio niente delle tue scuse"
Lo interrompo.

𝓈𝑒𝓂𝓅𝓇𝑒 𝓃𝑒𝒾 𝓂𝒾𝑒𝒾 𝓅𝑒𝓃𝓈𝒾𝓇𝑒𝒾-Shirbert🌼🌊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora