Conflittualità

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[Matt's p.o.v.]
<Credo possa essere questo.>
<Non ci sei per niente.>
<Hai qualche opzione migliore??>
<Mello, non cominciare...>
<No, ma tu non ci sei per niente.>
<Near, piantala anche tu...>
<Certo, perché tu sei l'unico che sa fare le cose per bene, giusto?!>
<Ma perché deve sempre andare a finire così con coi due??!>
Sbattei molto rumorosamente le mani sul tavolo dove io e miei due compagni stavamo controllando alcuni filmati lasciati da Ryuzaki, nel disperato ed azzardato tentativo di zittirli. Era già la terza volta, quel giorno, che iniziavano una discussione ignorando completamente i miei penosi tentativi di fermarli prima che superassero quelle semplici provocazioni.
Prima di partire, Light e Ryuzaki stavano lavorando a delle sparizioni ricollegate tra loro da elementi comuni. Le vittime, infatti, erano tutti ragazzi della stessa età frequentanti la stessa palestra e la stessa biblioteca e probabilmente rispettavano dei precisi criteri fisici: piuttosto alti, asciutti, occhi e capelli scuri.
La metà di loro era stata vista uscire dalla biblioteca, prima che venissero perse le loro tracce, e l'altra metà dalla palestra, ma in entrambi i casi era stato l'ultimo avvistamento delle vittime scomparse.
La polizia credeva si trattasse di due casi separati, ma Light e Ryuzaki sapevano quanto una casualità del genere, tra due casi con tanti elementi in comune, fosse impossibile. Erano riusciti a persuadere anche la polizia della loro versione, dunque gli era stato chiesto di indagare in autonomia sul caso, ma loro avevano già iniziato prima di ricevere la richiesta ufficiale.
Ovviamente, i loro primi sospetti andarono alle persone iscritte ad entrambi i luoghi, dunque chiesero agli agenti di fornire loro i due elenchi completi, proprietari e personale inclusi, con la sola esclusione di coloro che erano già stati dati per dispersi. Dopo relativamente poche ricerche, riuscirono ad identificare ogni nome di quegli elenchi, per poi chiedere agli agenti i filmati delle telecamere di sicurezza di ogni parte dei due edifici.
Misero subito gli occhi su due ragazzi: uno che sembrava avere dei trascorsi poco piacevoli con tutte le vittime scomparse e che avrebbe avuto un alibi nel desiderare che aprissero, un altro che sembrava sentirsi in costante competizione con loro e avrebbe sicuramente giovato della loro sparizione.
La loro prossima mossa sarebbe stata quelle di pedinarli attraverso le telecamere di sicurezza installate nella città e nei pressi delle loro abitazioni, ma io, Mello e Near ci ritrovammo a doverlo fare al loro posto, senza neanche sapere di preciso cos'avremmo fatto se entrambi si fossero rivelati innocenti.
<Perché devi contraddirmi a prescindere?!> Uno dei due era entrato in un locale affollato, e Mello era convinto di averlo già riconosciuto tra tutti i presenti.
<Perché hai torto.> Gli rispose prontamente lui. <Il nostro sospettato è già uscito dal locale, se tu non te ne fossi accorto.>
<E allora spiegami come tu abbia fatto a riconoscerlo, tu che hai tutta quest'esperienza da poter contraddire me quando neanche tu che dici tu è fondato.> Insistette Mello, con sarcasmo.
<Ma non è infondato.> Rispose secco Near. <Se lo noti bene, ha il borsone della palestra.>
<Di sicuro, se tu mi ascoltassi, una buona volta, non avremmo mai dubbi di questo tipo.>
<Tu vuoi andare a vedere di persona, Mello!>
<Sì! Sai, gli investigatori sono soliti interrogare i sospettati di persona.>
<Ma non possiamo essere certi della loro colpevolezza, e inoltre gli agenti non ci conoscono, come credi che potremmo sembrare convincenti, da soli?>
<Tu hai solo paura di portare le tue gambette fuori da qui per fare qualcosa di concreto.
<Questo non è del tutto sbagliato, ma credo di avere i miei buoni motivi visto che voi eravate in quattro quando Beyond, da solo, vi ha mandato in ospedale.>
Mello si alzò dalla sedia, andando dalla parte opposta del tavolo per sbattere i pugni davanti a Near, tentato a non fermarsi a quel povero tavolo di legno e vetro. <Tu non hai il diritto di tirare fuori queste storie, essendo stato l'unico a non essersi esposto.>
Io, intanto, stavo continuando a guardare la scena, rassegnato all'idea che presto sarebbero potuti arrivare a picchiarsi per una discussione tanto banale. Avevo ben deciso di smettere di intromettermi, capendo fosse decisamente inutile visto che, in un modo o nell'altro, si arrivava sempre a quella situazione, con quei due.
<Sentite...> Inizisi, alzandomi dalla sedia come se niente fosse. <...prima che possiate trasformare questa stanza in un ring da incontro di pugilato, io me ne andrei in camera mia.> Aggiunsi, prendendo ad allontanarmi dal tavolo su cui stavano lavorando. <Per oggi finiamola qui. O almeno io la finisco qui... voi fate pure quel che volete.>
<Aspetta, Matt...!> Mello spostò lo sguardo verso di me. <Non vorrai seriamente lasciarmi qui con questo moccioso?>
<Gestitevela da soli.>
Avevo ormai lasciato la stanza, spazientito, e tentavo di lanciare con forza il piede su ogni gradino, cosicché quei due si rendessero conto di doverla piantare.
Per fortuna, Mello decise subito di seguirmi. Non aveva nulla a trattenerlo al piano di sotto, e, inoltre, quel giorno c'era stata più tensione del solito tra lui e Near. Tuttavia, fortunatamente, per quanto non lo sopportasse, era abbastanza ragionevole da rendersi conto che fosse meglio cambiare aria, prima di esaurire la pazienza.
<Stronzo.> Mi disse, senza preavviso, entrando nella mia stessa stanza appena dopo di me. <So che tu l'abbia fatto per attirare la nostra attenzione e farci smettere.>
<E non mi ringrazi?> Mi sedette sul bordo del letto, cercando come meglio potevo di non dare troppa importanza alla conversazione. <Sai meglio di me sarebbe andata a finire come al solito.>
<"Come al solito"?> Mello si sedette accanto a me, cercando di impedirmi di liquidare l'argomento come io ero solito fare con la maggior parte dei discorsi che mi ritrovavo ad aprire, facendo i conti con la mia decisamente scarsa voglia di interagire con le altre persone. <Quale sarebbe questo solito? Non gli ho mai messo le mani addosso.>
<E tutte quelle volte alla Wammy's House non contano, vero?> Mi decisi a rispondergli, infondo avrei dovuto dirglielo, prima o poi.
<Tu arrivavi sempre dopo i fuochi...> Cercò di gistificarsi, per non ammettere che avessi ragione.
<Mello, andiamo, so che fosse lui a provocarti ma eri sempre tu quello che esagerava.>
<Ascolta, tra marmocchi azzuffarsi è normale, d'accordo? Anche io e te l'abbiamo fatto e non poche volte, se ricordi. Inoltre non gli ho mai fatto niente di grave, era sempre Roger ad ingigantire tutto.>
Non aveva tutti i torti, dopotutto, ma volevo comunque evitare che quella situazione si ripetesse anche ora che eravamo ben più maturi.
Sospirai, abbassando la testa e iniziando a passarmi le dita sulle palpebre.
<Mi sembra di essere tornati a quando eravamo poco più che bambini.> Ripresi, dopo qualche secondo. <Perfino il giorno in cui io e te ci siamo messi insieme ho dovuto fermare un tuo litigio con Near!>
<Ricordi quel giorno solo per quello, per caso?>
<Uh?> Tornai subito a guardarlo, non capendo perché avesse assunto di nuovo un tono leggermente più cupo.
<Beh, è la prima volta che tiri in ballo quel giorno...> Mello spostò lo sguardo sui suoi piedi, guardandoli dondolare avanti e indietro dal bordo del letto su cui erano seduti. <Ho dovuto rischiare di strangolare Near perché tu lo facessi...> Provò a spiegare.
<Ma no...> Tentai nuovamente di recuperare la situazione, poggiando un braccio sulle sue spalle per assicurarmi che fosse disposto ad ascoltarmi. <Ti stai sbagliando, d'accordo? È ovvio che ricordi tutto di quel giorno, non solo di te e Near!>
Probabilmente e fortunatamente, lui aveva deciso si non aver voglia di avere discussioni anche con me, quel giorno, e si convinse ad alzare la testa per tornare a guardarmi, quasi incitandomi con lo sguardo a continuare.

〖𝐀𝐟𝐭𝐞𝐫 𝐤𝐢𝐫𝐚〗 「ℒ𝒶𝓌ℒ𝒾𝓰𝒽𝓉 」(IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora