Happy moments.

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Hear you falling and lonely, cry out
Will you fix me up?
Will you show me hope?
The end of the day, I'm helpless
Can you keep me close? Can you love me?

(Someone To Stay - Vancouver Sleep Clinic)


7. Happy moments.

I due ragazzi stavano freneticamente giocando alla PlayStation appartenente a Keigo, che la usava giusto per passare un po' il tempo, soprattutto in compagnia della bionda. Erano entrambi molto competitivi, e quando uno dei due avanzava di un minimo punto, colui che veniva tralasciato indietro, era propenso a tendere uno scherzetto al rispettivo avversario per ripicca. D'un tratto, ad interrompere quella partita su cui si stavano a dir poco applicando, fu il campanello.

«Vado io.» il ventunenne si affrettò ad andare a vedere chi fosse, per poi poter subito tornare in camera sua assieme a Kitsune. La ragazza era stata lì poche volte, ultimamente erano più numerose, ma inizialmente teneva una discreta distanza da quel pennuto.

«Oh, H-Hawks, ciao! Kitsune è in casa?» inaspettatamente il ragazzo si trovò davanti a lui, Shinsou Hitoshi, che si portò come sempre una mano dietro al collo. Questo minimo dettaglio, era un suo vizio, o una sua abitudine, che manifestava quando si sentiva leggermente a disagio o in imbarazzo.

«Purtroppo non si sente molto bene, mi spiace.» l'eroe gli rispose con tutta tranquillità, nonostante quella che avesse raccontato fosse una menzogna. Stava sorridendo come faceva sempre, tenendosi sullo stipite della porta aperta appena, giusto per rivelare la sua figura.

«Oh, va bene, grazie comunque.» si chinò in segno di ringraziamento e riconoscimento, per poi congedarsi, arrendendosi probabilmente una volta per tutte.

Ritornando in camera sua, stava riflettendo più approfonditamente sull'azione che aveva appena commesso. Aveva completamente agito d'istinto, ma non ne capiva il perché: Che fosse geloso?
Non poteva innamorarsi della ragazza di cui si stava prendendo cura, dopotutto era ancora al liceo, e a parer suo avrebbe dovuto dar retta prettamente ai ragazzi della sua età.

«Chi era alla porta?» senza accorgersene, era già arrivato in stanza, e si era inoltre anche seduto accanto alla ragazza, proprio come prima. Era come se il suo corpo stesse agendo automaticamente, tuttavia pure perché era completamente sopraffatto dai suoi pensieri e dilemmi, infatti la ragazza lo riportò alla realtà con una semplice e banalissima domanda.

«O-oh, era il vicino di casa.» poteva essere una scusa plausibile? Yoko ci sarebbe cascata? Dopotutto non era stupida, ma comunque Keigo cercò di essere il più convincente possibile.

«Okay.» era tentata dal domandare cosa volesse il presunto vicino di casa, ma la competizione e la voglia di tornare a giocare alla PlayStation, sovrastarono la sua piccola curiosità.

Passarono l'intera serata a mangiare schifezze, a chiacchierare, e a continuare costantemente a giocare ai videogiochi, principalmente però per rivincita.

«Sai, sto benissimo con te. Non ero così felice da secoli.» la giovane aveva un sorriso in volto davvero genuino e smagliante, mentre stava ammettendo con tutta sincerità come si sentiva in quel momento. Il pennuto arrossì di colpo, finendo inoltre per balbettare qualcosa di insensato, che avrebbe sicuramente fatto ridere per l'ennesima volta Kitsune.

«Sei diventato tutto rosso, sei imbarazzato?» fece per prenderlo in giro, ma fu una mossa azzardata, che portò automaticamente il ventunenne a vendicarsi.

«Hey, non prendermi in giro, non sono in imbarazzo!» Yoko tuttavia, continuò a prendersi gioco di lui, divertendosi come non mai. Spesso era lui a prenderla in giro, e stavolta finalmente per lei, i ruoli si ribaltarono.

Takami stanco di quella scenata, prese a farle il solletico ovunque, finendo però per non accorgersi come si stesse muovendo il resto del suo intero corpo. La ragazza si stava dimenando, pregando di smettere, con le lacrime agli occhi date le troppe risate. Lui continuava ed insisteva, quando però si soffermó sull'espressione imbarazzata e stupita della ragazza, istintivamente si fermò.

«K-Keigo.» erano entrambi in una posizione abbastanza ambigua e fraintendibile: Keigo stava sopra Kitsune, tenendosi però il busto leggermente distanziato con le braccia.

«Oh, scusami.» si ricompose in men che non si dica, buttandosi di peso sul lato opposto del letto.

«Comunque sono felice anche io con te.» aggiunse con della leggera esitazione, dato l'imbarazzo, rompendo il silenzio e l'atmosfera che si erano ormai creati. La bionda si sentì avvampare, aveva il viso ormai tutto rosso, e proprio per questo fece di tutto per nasconderlo.

«Sai, ora che ci penso non abbiamo effettivamente cenato, chiamo una pizzeria.» ella scosse la testa contrariata, facendogli capire di conseguenza che non ce ne fosse stato bisogno essendo che si erano ingozzati fino a qualche minuto prima. Però, egli insistette e si diresse in un'altra stanza per chiamare.

Provò diverse pizzerie, ristoranti, pub o fast-food,ma assolutamente nulla. Si era fatta una certa ora dopotutto, non poteva biasimarli, ma comunque secondo lui qualche pacchetto di patatine e qualche bevanda, non erano abbastanza per Yoko.

«Piccola, purtroppo sono tutti chiusi quindi-» si rassegnó al proprio destino, ma comunque gli sarebbe bastato tornare a chiacchierare con la ragazza, ma a quanto pare non sarebbe stato possibile: Si era addormentata.

Ai suoi occhi le parve tenera ed adorabile, mentre se ne stava rannicchiata nella sua stessa figura, sognando chissà cosa. Erano passati circa 15 minuti, e le bastarono solo quelli per lasciarsi andare tra le braccia di Morfeo, ma Hawks decise che stanotte si sarebbe lasciata andare anche tra le sue, di forti e calorose braccia. Le circondó la vita sia con le ali, e sia con le braccia, rimboccandole pure le coperte in modo che non sentisse freddo.
Le accarezzó delicatamente il viso, per poi passare ai capelli, scostandoglieli leggermente dagli occhi, per scrutarla con più facilità.

Secondo il suo giudizio, e anche quello di molte altre persone, lei era davvero molto bella. Si sentiva onorato al solo pensiero di poterla veder dormire, in un momento della sua vita completamente debole e vulnerabile, e non gli dispiaceva affatto quel contatto fisico che aveva ormai instaurato senza che lei ne sapesse nulla. Probabilmente la mattina dopo, risvegliandosi, si sarebbe solo imbarazzata e sarebbe arrostita come suo solito; infatti, anche a lei non sembrava dispiacesse il suo tocco.

«Buonanotte, piccola.» pian piano però, anche l'eroe si lasciò cullare, assicurandosi prima di spegnere la luce e di augurare la buonanotte alla sua piccola.


Angolo autrice.

Siamo quasi a 50 voti skjkahj vi amo🥺♡

Fatto sta, che ho fatto un "rinnovo" del mio profilo wattpad, e boh sono ancora leggermente perplessa. Vedrò più in la però ok

Mi raccomando, se il capitolo in questione vi piace, non esitate a lasciare una stellina e a sostenermi, vi ringrazio!♡

𝐌𝐲 𝐒𝐚𝐯𝐢𝐨𝐫. ᴴᵃʷᵏˢ ˣ ᴼᶜDove le storie prendono vita. Scoprilo ora