16- In un istante

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La luna era ormai alta nel cielo e illuminava la stanzetta in cui era steso il ragazzo coperto dal lenzuolo bianco dell'infermeria. Non aveva emesso neanche un suono da quando Bright ce lo aveva portato e adesso il lupo iniziava a preoccuparsi.

«Tesoro, sta tranquillo, ha solo la febbre. Dormirà tutta la notte.» L’infermiera che avevano incontrato solo pochi giorni prima, si avvicinò e gli diede una pacca sulla spalla, aggiustandosi il camice. Fu come se gli avesse letto nella mente.

Il lupo scosse la testa continuando a fissarlo. «Stava bene fino a qualche ora fa. E se non fosse solo febbre?» Alzò allora il volto, fissandola.

Quest'ultima alzò un sopracciglio quasi meravigliata. «Pff, in tutti questi anni che ti ho visto entrare da quella porta, non ho mai avuto il piacere di assistere a questo tuo sguardo. Sei davvero cotto a puntino.» Ridacchio sotto i baffi mentre l'altro sbuffava alzando gli occhi al cielo.

La donna però smise dopo un po' e iniziò ad accarezzargli la testa. Fu un gesto così dolce che anche Bright si meravigliò. Di solito non ci pensava due volte ad usare le maniere forti. Quella dolce carezza che gli dedicò, quasi gli ricordò il lieve tocco di sua madre. Le mancava terribilmente e aveva così tanta voglia di vederla che gli si stringeva il cuore a pensarci. «Tranquillo, il tuo ragazzo era solo molto stressato e questo tempaccio non l'ha aiutato per niente.» L'infermiera si infilò le mani nelle tasche del camice rosa e si voltò per andarsene dopo averlo rassicurato. «Ah, quando si sveglia, fagli mangiare qualcosa di caldo o non si reggerà in piedi.»

Furono le ultime cose che il lupo sentì prima che la donna si chiudesse la porta del suo studio alle spalle. Bright sospirò e si sistemò sulla sedia accanto al letto di Win che, steso lì immobile, era bianco quanto le coperte. Allungò una mano e gli spostò una ciocca di capelli dal volto.

Sul comodino c'era una bacinella piena d'acqua fredda che aveva portato l'infermiera poco prima, così il ragazzo più grande ci immerse un asciugamano per poi poggiarlo sulla fronte dell'altro, sperando lo aiutasse a far scendere la febbre.

Da quando era iniziata la scuola, non si stupiva che Win fosse pieno di stress ed era incredibile come avesse affrontato tutto da solo. Dal fatto che Bright potesse controllarlo con il suo tono da lupo, alla ricerca di un incantesimo per aprire il libro fino a quando non gli era sto rubato e poi alla strana voce del bosco di fronte al lago.

Che poi, si chiedeva il lupo, perché poco prima ci era tornato quando gli aveva detto chiaramente di starci lontano?

Era logico che Win non lo avrebbe ascoltato, ma da persona intelligente qual era la strega, non doveva pensarci da solo a non avvicinarsi più a quel luogo? O era semplicemente lui che ci rimuginava sopra troppo a lungo? Scosse la testa per scacciare via quei pensieri e tornò a guardare il ragazzo steso di fronte a lui. A quell'ora, se fosse stato solo, chissà quanto tempo ci sarebbe voluto prima che qualcuno lo avesse trovato.

Non si accorse nemmeno di essersi addormentato con la testa appoggiata al materasso, accanto alla mano di Win. Era così stanco che, nonostante la posizione scomoda, il sonno prevalse su di lui e si abbandonò ai suoi sogni.

Non capì esattamente cosa stesse succedendo, tutto era buio, ma si trovava ancora in infermeria. Gli sembrò di sentire un rumore e si voltò verso la porta chiusa, ma nessuno entrò. Win era ancora addormentato, le guance rosse così come le labbra, ma sembrava quasi surreale, come se non fosse davvero lì. Era come se stesse fluttuando davanti ai suoi occhi e una leggera nebbia gli impediva di avere una visuale chiara.

Poi all'improvviso una mano sulla spalla lo prese alla sprovvista. Il freddo contatto si insinuò attraverso la camicia, sulla sua pelle e lo fece rabbrividire. La presa si fece più forte, ma lui sembrava non potersi muovere. Win davanti a lui sparì e il panico lo pervase. Ma proprio quando stava per girarsi di scatto per vedere a chi appartenesse quella mano, si svegliò.

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