13: Dusk till dawn

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Una presa salda, il calore di un paio di braccia strette intorno al petto, la luce dell'alba che rischiarava l'inizio di un nuovo giorno.
"A cosa stai pensando?" La voce di King era chiara e serena come non la sentiva da tempo.
"Niente, questo posto mi fa venire la pelle d'oca."
"Ed é una cosa buona?"
"Cazzo sí! Non ho mai visto niente del genere!"
Ban sentí distintamente le labbra poggiate sulla sua spalla curvarsi in un sorriso, o forse ho visto qualcosa di ancora piú bello.
Le braccia dell'immortale si strinsero piú forte intorno alla vita sottile del re delle fate, la notte appena trascorsa perfettamente integra nei ricordi di entrambi, la brezza fresca di quella mattina li cullava nel torpore in cui erano crollati. Ban sentí King sbadigliare forte, poggiandosi completamente su di lui, tirò un ghigno soddisfatto all'idea di averlo ridotto cosí.
Avevano passato l'intera notte a farlo, certo si erano fermati qualche volta, per prendersi in giro e insultarsi, ma solo per poi tornare a guardarsi piú affamati di prima. Il non morto non si era mai sentito piú vivo di cosí.
Con King a cavalcioni sulle sue gambe e stretto tra le sue braccia, si sentiva completo, felice come non lo era da tanto, troppo tempo.
"Già stanco Pumpking?"
"Vorrai scherzare?"
"E dire che volevo tormentarti ancora un po'." Disse con tono fintamente offeso.
"Ma sei una bestia!" Rise forte, Ban, sentendo la voce acuta di Harlequin e contagiandolo con la sua ilarità. Stettero cosí ancora per un bel po', finché le risate non scemarono completamente.
"King..." L'immortale lasciò la frase in sospeso, aspettando un segno di risposta da quest'ultimo che non tardò ad arrivare.
"Perché non mi hai detto la verità? Perché mi hai cancellato la memoria?"
Il sole stava sorgendo lentamente, presto avrebbero dovuto fare ritorno al Boar hat e di certo Ban non avrebbe demorso fino all'ultimo.
"Perché non potevo farti questo, non da quando ho visto quanto erano forti i sentimenti tuoi e di mia sorella."
La voce di King era decisa, ma l'immortale riuscí comunque a percepire una punta di amarezza nel suo tono, allora senza pensarci troppo posò un bacio al centro della sua testa.
"Non tagliarmi mai piú fuori idiota, la prossima volta non ti perdonerò."
Forse il suo tono si era un po' indurito nel pronunciare quell'ultima frase, ma come sempre King riuscí a stupirlo, prendendo il suo volto tra le sue piccole mani e guardandolo con un grosso sorriso.
"Non farò mai niente per farti soffrire."
Ban ingoiò il groppo di saliva che gli si era formato in gola, il cuore che batteva talmente forte, che aveva paura sarebbe potuto schizzare in faccia alla fata.
"Ah sì? In tal caso..." Lasciò la frase in sospeso, espandendo un sorriso poco rassicurante, prima di buttarsi sulle labbra del peccato di accidia per divorarle.
Lo riportò disteso a terra, continuando a tenerlo stretto per la vita.
"Oi Ban non dirmi che..."
"Non farmi soffrire di astinenza mio re."
Le guance di Harlequin diventarono di un rosso intenso sentendo quell'ultima frase, lanciò un urletto quando la volpe d'accidia gli si piazzo in mezzo alle gambe.
"SEI UN VERO IDIOTA!"

Diane tirò un sospiro di sollievo quando vide Ban e King ritornare dal bosco, aveva avuto davvero paura per il re delle fate, non lo aveva mai visto in quello stato.
Quando quella mattina lo vide rientrare alla locanda, un sorriso stanco sul volto e le guance rosse, pensò che quella versione di King le era davvero mancata tanto.
Si erano allontanati, senza che ci fosse un apparente motivo. La presenza del piccolo re delle fate era sempre stata quasi scontata per la gigantessa, sapeva che per lei Harlequin c'era sempre.
Harlequin...
Quel nome che profumava tanto di nostalgia e giorni perduti, Diane lo vedeva passare davanti ai suoi occhi ogni giorno, sempre piú lontano, con lo sguardo vacuo di chi si é perso completamente e non sa come ritrovare la strada.
Nonostante tutto non aveva trovato nessun modo per aiutarlo, aveva solo potuto restare ferma a guardare, infondo lei non c'entrava niente in quella storia, il responsabile era Ban.
E tutti si erano resi conto di quanto la situazione fosse tesa tra quei due, anche se all'inizio avevano lasciato correre perché avevano sempre risolto i loro problemi con qualche scontro.
Quando poi quella mattina King, dopo intere settimane di lontananza le era passato di fianco sorridendole e promettendole che dopo essersi riposato le avrebbe spiegato tutto, Diane avrebbe voluto piangere. Chi era la causa di quella gioia? Per chi era davvero quel sorriso?
La serpe d'invidia, logora del suo stesso peccato e dire che non si sarebbe mai aspettata di essere gelosa di Ban. Aveva resistito fino al tramonto, mantenendo il suo sorriso come meglio poteva, poi aveva sentito l'immortale salire le scale per svegliare la fata (che aveva dormito tutto il giorno) per la cena, le risate e le urla erano riecheggiate fino al piano di sotto e lei non aveva resistito.
Aveva preso Elizabeth per mano, supplicandola con lo sguardo e trascinandola fuori con se, dopo ciò era scoppiata in lacrime tra le braccia dell'amica, che aveva lasciato si sfogasse per lunghi minuti.
"Non ce la faccio Elizabeth non lo sopporto."
"Diane sei davvero convinta dei tuoi sentimenti?"
"I-io, non lo so, ho paura della loro amicizia, se King si scordasse di me cosa farei? Siamo stati insieme per una vita, ho paura di vivere senza di lui e lo so che Ban non c'entra niente, ma perché sono così uniti ora?"
Tirò fuori tanti pensieri sconnessi prima di sentire ancora una volta la voce rotta dal pianto e le sue guance rigarsi di lacrime. Elizabeth, -conoscendo quel poco che Diane aveva ricordato di quando era piccolina- la strinse forte.
"Harlequin ti ha amata tanto."

I singhiozzi si disperdevano nell'aria, come i denti di leone al soffio del vento, Ban sbatté le nocche contro lo stipite della porta semiaperta, era andato a chiamare le ragazze per la cena ed era rimasto ad ascoltare il pianto della gigantessa.
Insieme per una vita eh? Ma non fatemi ridere!

Until you fall for me |[BanxKing]|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora