10: I hate everything about you

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Le gocce si riversano lentamente nell'acqua, producono un rumore leggero, quasi rilassante.
Ban si perde ad ascoltarne il suono, immerso in quella stessa acqua, disteso.
Non vuole piú alzarsi, le membra gli pesano terribilmente e quindi resta fermo, con gli occhi chiusi.
Vuole scoprire cosa sia a produrre le gocce, riapre gli occhi lentamente, si guarda intorno curioso e poi...
Lo stomaco gli duole osservando la piccola sagoma di Eleine, il volto chinato verso il basso, dai suoi occhi non gocciola acqua, ma sangue.
L'immortale prova a protendere una mano verso di lei, ma immediatamente la guardiana della fontana scompare.
Il panico sale negli occhi di Ban e ancora una volta vorrebbe muoversi, ma il suo corpo é bloccato, rivolge la testa verso l'alto e quasi vorrebbe saltare dello spavento.
A gattoni sopra di lui qualcuno lo osserva, ma non é questo a spaventarlo. King piange, le sue lacrime cadono sul volto dell'immortale, sulle guance, sulle palpebre, sulle labbra. Ban le lecca via e ne sente il sapore salato, sono davvero amare.
Gli occhi del peccato d'avarizia si sbarrarono d'improvviso, tirò su la schiena respirando pesantemente, un altro incubo.
Sospirò rassegnato prima di guardare la luce lunare che filtrava dalla finestra, adagiandosi sul suo letto e sull'amaca del re delle fate. É vuota, di nuovo.
"Se avessi continuato ad odiarmi... sarebbe stato piú facile."

"Cerca di stare calmo, altrimenti ti farò solo piú male."
"Me ne faresti lo stesso, ti hanno mai detto che sei una pessima infermiera?"
"Ma scherzi? Mi servirebbero delle belle tette, devo assolutamente chiedere ad Elizabeth di indossare un completino da infermiera."
"Capitano dacci un taglio."
Meliodas ridacchiò osservando l'espressione carica di disappunto di King.
"Oh andiamo, sappiamo perfettamente che sei pervertito quanto me, solo non lo ammetti!"
"Non voglio sentirmi dire da un maniaco come te che gli somiglio, stammi lontano!"
Esclamò il peccato d'accidia, cercando di allontanare il capitano, un leggero sorriso sulle sue labbra che confortó appena il biondino. Meliodas era consapevole che King si fosse cacciato in un guaio piú grande di lui, ma quando aveva trovato il suo compagno al lago, aveva avuto sul serio paura.
Il re delle fate era disteso nell'acqua completamente nudo, gli occhi vitrei e come se non bastasse, una macchia rossa aveva iniziato ad espandersi intorno a lui.
"Fammi almeno finire con questa benda e poi ti lascerò andare."
Sospirò un'ultima volta il drago d'ira, cercando di fare un buon lavoro per non fare male all'amico, anche se sapeva che piú ferito di quanto fosse in quel momento, non poteva esserlo.
"Grazie mille capitano." Disse l'orso d'accidia, quando il maggiore finí di stringere la benda, fece per andarsene, ma Meliodas lo trattenne ancora, lo sguardo gli era divenuto improvvisamente serio.
"Vuoi spiegarmi perché gli permetti di farti del male?"
Gli occhi smeraldini del capitano, si puntarono nei quarzi della fata, trasmettono solo dolore, pensò il drago d'ira nell'osservarli.
"Conosci già la risposta."
"King l'amore vero non é cosí, non ti ferisce." Una risata isterica uscì dalla gola della fata.
"Probabilmente hai ragione, io l'amore non so davvero cosa sia. Ho sofferto dieci lunghi anni di solitudine ripromettendomi che non mi sarei piú innamorato e invece... ho fallito."
Al termine di quella confessione, gli occhi di King erano ancora una volta pieni di lacrime, era una persona troppo buona per sopportare quello.
Il drago d'ira lo guardò ancora una volta, poi poggiò la manica della sua camicia sui suoi occhi.
"Cosa ti spinge a continuare?"
"Quella notte mi ero ripromesso una cosa: non avrei trascinato Ban nel mio peccato, eppure non posso stargli lontano, non posso evitare di perdonarlo anche se mi fa incazzare da morire. Ho iniziato a pensare da egoista, lo so."
King allontanò la manica del capitano dal suo viso, tirando su col naso , il biondo sospirò rassegnato.
"Ban é il mio migliore amico, ma sono consapevole di quanto sia sconsiderato, se non stai attento ti farà male."
"Lo so anche io questo, ma sento come se qualcosa stia cambiando."

Il re delle fate si aggirava silenziosamente per il corridoio, aveva promesso a Meliodas di andare a dormire, ma era perfettamente consapevole che non ci sarebbe riuscito senza bere.
Dovrei prendere qualcuno di quei funghi suporiferi, pensò grattandosi il collo da sopra alle bende e quel gesto gli fece involontariamente ricordare gli avvenimenti di qualche ora prima.

King si era sentito strano tutto d'un colpo, aveva notato subito la presenza di Ban nascosto dietro all'albero. Inizialmente era cosí triste che non aveva avuto nemmeno la forza di arrabbiarsi, lo aveva solo ignorato. Per tutta la durata del bagno poi, si era sentito gli occhi dell'immortale addosso, senza capire se la cosa lo metteva piú a disagio o lo rendeva felice.
Non aveva resistito a fargli un dispetto, anche se non poteva sapere che la situazione si sarebbe evoluta in quel modo.
Il fiato gli era mancato nei polmoni quando si era ritrovato il fisico possente del peccato d'avarizia, sul suo esile e spoglio, aveva provato una sensazione di calore familiare.
Non gli pulsava quasi piú il cuore per tutti i battiti che aveva perso, i loro volti erano cosí vicini, le sue guance stavano per esplodere nonostante l'acqua fredda li circondasse. E poi c'era stata quella sensazione cosí simile all'essere strangolato, allora aveva ripreso contatto della realtà, rendendosi conto di cosa era successo.
La volpe d'avarizia aveva cambiato direzione all'ultimo, puntando al collo e non piú alle sue labbra. Aveva sentito le fauci acuminate dell'azzurro trapassargli la pelle, un dolore acuto e l'odore del sangue, non si rese nemmeno conto di non aver respirato per cosí tanto tempo. Con la pressione della bocca di Ban sui vasi sanguigni e la vista offuscata, King rilasciò un gemito strozzato, flebile, ma che ebbe lo stesso il potere di fare mollare la presa all'immortale. Sentí la lingua dell'azzurro leccare la pelle che prima aveva morso, quasi a farsi perdonare e il re delle fate gli aveva poggiato delicatamente una mano sulla testa, carezzandogli i capelli.
Probabilmente quel gesto ebbe il potere di risvegliare l'immortale, poiché si allontanò da lui velocemente, rivolgendogli uno sguardo pieno di rimorsi e uno scusa appena accennato.

Ci tenevo a dirvi che ogni capitolo di questa storia é ispirato ad una canzone, testi, ritmo e video musicali possono dare tanti spunti di riflessione. In questo caso, vi chiedo davvero di ascoltare anche la canzone perché credo possa dare un forte impatto al capitolo. Grazie mille (◍•ᴗ•◍)

Until you fall for me |[BanxKing]|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora