1: I don't wanna know

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Quella mattina Ban si svegliò con l'impressione che facesse davvero caldo, cosa decisamente strana visto che era inverno e l'aria era gelida.
Con ancora gli occhi chiusi si strinse al petto il cuscino morbidissimo che gli stava trasmettendo quella sensazione di torpore.
Rimase ancora per un po' a crogiolarsi in quel morbido calore, tastando ancora il cuscino che contro ogni sua aspettativa cominciò a mugugnare leggermente.

Gli ci vollero un paio di secondi per realizzare la situazione: era a letto, nudo, con qualcuno accanto altrettanto privo di indumenti e a cui stava oscenamente e inconsapevolmente palpando il culo.
Preso dal panico si buttò giù dal letto, sbattendo contro il pavimento freddo.
Cosa cazzo aveva fatto da ubriaco la sera prima?
Generalmente Ban tendeva ad alzare il gomito molto spesso, ma non gli era mai successo di portarsi a letto qualcuno, per giunta non ricordandosi assolutamente niente di cosa fosse successo.

Mentre cercava di mettere in ordine i suoi pensieri sconnessi sulla notte precedente, si rese conto che l'altra figura sul suo letto aveva iniziato a muoversi leggermente.
Ah giusto, chi cazzo era?
Sollevò leggermente lo sguardo osservando la sagoma piccola e dalla pelle chiara che si muoveva sotto le coperte senza riuscire davvero a metterla a fuoco.
Elaine?
Realizzò subito quanto quel pensiero fosse stato stupido; la sua amata era morta. Si sforzò di mettere a fuoco quella sagoma cosí piccina.
Un magone incredibile iniziò a risalirgli lungo la schiena quando si rese conto che li nel suo letto c'era nientemeno che King.
Cosa cazzo ho bevuto per portarmi a letto il fottutissimo fratello di Elaine?
Pensò, mentre la sua testa iniziava a girare ancora di piú al solo pensiero di quel vecchietto che dimostrava si e no quattordici anni, che dormiva beato.
Generalmente non l'avrebbe considerato un problema cosí grande, infondo era ubriaco e molto probabilmente inconsapevole delle sue azioni, però quello nel suo letto restava sempre King.
Si sbatté con forza una mano in faccia, ancora sperando potesse svegliarsi da quel brutto sogno.
Ma perché tra tante persone proprio lui?
Lui e il re delle fate non erano mai andati particolarmente d'accordo, anzi, se pensava a quanto rancore gli serbasse inizialmente il vecchietto, gli sembrava assurdo che anche se ubriaco, gli avesse permesso di fargli quello.

Per qualche secondo lo fissò dormire con il viso rilassato e leggermente rosso, i capelli spettinati e il petto senza nemmeno un accenno di muscoli che se fosse stato cosciente non avrebbe mai lasciato cosí in mostra, perché se ne vergognava troppo.
Frenò un accenno di sorriso che stava per nascergli sul volto e rendendosi conto dei propri pensieri scosse la testa.

"Oi brutto vecchio svegliati, abbiamo piantato un bel casino!"
Ban alzò la voce mentre raccattava i vestiti sparsi per la stanza, la consapevolezza di quello che dovevano aver fatto gli fece girare ancora di piú la testa.
Trovò i pantaloni per terra, dal lato del letto su cui King si ostinava ancora a dormire, li indossò e poi gli sfilò il cuscino da dietro alla testa.
Questa volta il re delle fate si svegliò, iniziando a mugugnare infastidito e strofinarsi gli occhi stordito.
"Buongiorno" disse soltanto. La voce ancora impastata dal sonno, mentre si stiracchiava leggermente.
"É l'unica cosa che hai da dire? Hai capito cosa abbiamo fatto?"

King si guardò intorno per qualche secondo, sospirando provò a sollevarsi e irrimediabilmente una fitta dritta alla colonna vertebrale gli fece sgranare gli occhi, se non era una consapevolezza quella...
Ban interpretò perfettamente l'espressione che passò sul volto dell' altro e si sentí ancora piú incasinato di prima. Una cosa era certa, King continuava ostinatamente a non dire niente e lui aveva bisogno di un po' di aria prima di impazzire.
Afferrò anche la camicia rossa che era finita sotto il letto insieme ai vestiti del compagno. Gleli buttò addosso per poi finire di vestirsi velocemente e altrettanto velocemente cercare di correre fuori da quella stanza.
L'espressione dolorante di King non faceva che farlo sentire in colpa.
Stava aprendo la porta quando finalmente il peccato dell'accidia si decise a parlare, richiamando la sua attenzione.
"Ban?" Si voltò verso di lui, puntando i suoi occhi cremisi in quelli aranciati dell'amico.
"Non ricordi niente della scorsa notte?"
Ban rimase interdetto da quella domanda, il suo cervello che ancora si sforzava per cercare di rimettere insieme i pezzi della notte precedente, nemmeno troppo sicuro di volerlo fare. Alla fine sospirò e scosse soltanto la testa, distogliendo lo sguardo dall'espressione sofferente di King. Per qualche secondo gli sembrò quasi triste per la sua risposta.
Alla fine decise semplicemente di andare via, sbattendosi la porta alle spalle in segno di stizza per il vuoto che aveva in testa per colpa dell'alcool.
Una cosa era sicura, quel giorno non poteva iniziare peggio.

Until you fall for me |[BanxKing]|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora