SOPHIE
Aprii l'armadietto e mi caddero addosso tipo cinque libri, un modo fantastico per iniziare la settimana. In tutto il corridoio aleggiava quell'aria di "lunedì mattina": le luci che ancora sfarfallavano dopo essere state spente per tutta la domenica, nessuna cartina che rotolava per terra e ancora nulla puzzava di sudore e di persone. Tutti quanti camminavano con sguardo assente, chi era ancora mentalmente nel letto e chi invece aveva già iniziato a raccontare le novità al proprio gruppetto di amici. Quella scuola non era molto grande, ormai tutti i visi erano conosciuti e li vedevi sempre nello stesso posto. Una di quelle facce era Jackson e il suo posto era proprio dietro di me, infastidirmi sin dai primi minuti era il suo hobby preferito.
-Non ho voglia di parlare stamattina, puoi andartene?-.
-Penso proprio di no- replicò lui appoggiandosi agli armadietti affianco per guardarmi negli occhi.
Sentivo il suo sguardo pungente puntato su di me mentre mi chinavo per raccogliere i libri caduti e rimetterli al loro posto. Uno di questi si era anche piegato, cosa che urtava molto il mio senso dell'ordine.
-Dovresti stare più attenta, ultimamente non sei con la testa a posto-.
-Fatti gli affari tuoi, sicuramente non ho voglia di parlare con te dei miei problemi-.
-Cosa c'è ti manca il fidanzatino?-.
-No, e comunque non stiamo più insieme-. In realtà mi mancava eccome e lo sapevano tutti, ma ammettere le cose è sempre difficile perché in un certo senso significa accettare che siano vere. Non c'è giorno in cui io non mi svegli e non speri che sia stato tutto un sogno, anzi un incubo, e che ad attendermi ci sia un suo messaggio del buongiorno. Purtroppo non era così, quindi negare l'evidenza mi faceva sentire ancor più stupida di quanto già non sembrassi per essermi fidata di un ragazzo del genere. Ovviamente la notizia del mio video si era diffusa pure in Florida, fortunatamente era stato cancellato prima che potesse girare altrimenti non avrei saputo cosa fare.
-Hai ancora bisogno di me?- chiesi a Jackson che non accennava a levarsi di torno.
-A dire il vero sì, per l'inizio delle vacanze di Natale Michael dà una festa, se a te e ai tuoi amici va di venire sareste i benvenuti-.
Scossi la testa e risi.
-Perché pensi che dovremmo venire-.
-Così magari la smetti di pensare a lui e ti godi una serata divertente finalmente-.
-Credi che Mel venga a casa di Michael, sul serio?-.
-Tanto sta con Cameron che problema c'è?-.
-Loro due non stanno insieme- replicai scuotendo leggermente la testa.
-Se lo dici tu- continuò lui avvicinandosi a me -Comunque pensaci-. Mi fece l'occhiolino e se ne andò, mischiandosi con il resto dei ragazzi che si dirigevano nelle loro classi. Mi resi conto che la campanella era appena suonata così presi i libri che mi servivano, chiusi l'armadietto e mi avviai anche io.
Quel giorno avevo tutti i corsi da sola quindi uscire fu un sollievo, cercai Tommy dato che quel pomeriggio sarei dovuta andare a casa sua, lo trovai insieme a Jess, Mel e Cam appoggiato alla ringhiera della scalinata d'entrata.
-Pensavamo non arrivassi più- disse Jess.
-Scusate, ero nel laboratorio di biologia-.
Le lezioni non erano così divertenti come quando il mio compagno era Noah; con quello di adesso praticamente non parlavo nemmeno, puzzava, guardava tutti dall'alto in basso ed era irritante anche solo parlando, praticamente una versione trasandata e nerd di Iris.
-In ogni caso devo scappare, mia mamma ha deciso di portare il cane dal veterinario e pretende che la accompagni-.
-D'accordo Jess, ci vediamo domani- le rispose Tommy che poi continuò:- Andiamo anche noi?-.
-Sì- conclusi prima di salutare gli altri e di seguirlo alla fermata dell'autobus.
Nessuno dei due fiatò durante il viaggio, probabilmente entrambi stavamo pensando a come costruire il discorso da fare all'altro.
Scendemmo e entrammo in casa che così come quella di Jess era praticamente la mia seconda dimora. Tommy prese una sedia dal tavolo, si sedette, incrociò le gambe e mi fece segno di accomodarmi sul divano di fronte a lui.
Lo vedevo preoccupato, continuava a muoversi e aveva iniziato anche a sudare leggermente dalla fronte.
-Allora da dove inizio-.
Lo guardai e gli sorrisi per cercare di metterlo più a suo agio, sembrava aver funzionato perché si sistemò più comodamente e dopo essersi asciugato una gocciolina che gli scivolava sulla tempia cominciò a parlare.
-Io e te siamo cresciuti insieme no?-.
-Certo-.
-Ti ricordi tutte quelle cene fatte a casa mia e tua e i discorsi assurdi che facevano i nostri genitori?-.
-Me li ricordo bene- e risi. Rise anche lui ma più istericamente, accarezzandosi l'avambraccio destro.
-Allora avrai sicuramente presente quanto ci dava fastidio che continuassero a dire che io e te ci saremmo sposati e cose del genere no?-.
Sospirai.
-Sì, ho presente-.
Io e lui abbiamo sempre odiato che la gente pensasse che per un maschio e una femmina fosse impossibile essere solo amici.
-Tuo babbo non faceva altro che ricordarci quanto stessimo bene insieme e quanto io fossi il ragazzo perfetto della tua vita-.
Annuii.
-Bene, l'unica cosa è che tu non sei il ragazzo della mia-. Detto questo tacque e abbassò lo sguardo.
Cercai bene le parole da dire, ma in questa situazioni l'unica cosa che mi importava era fargli capire che per me sarebbe stato sempre il mio migliore amico, e avrei continuato a volergli bene indipendente dal resto. Così mi alzai e lo abbracciai. Lui non è un tipo molto affettivo ma ricambiò l'abbraccio. Dopo essere ritornata a sedere aspettai un secondo e poi dissi:
-Complimenti amico, gran bel coming out-.
-Lo so ne vado molto fiero- e ridemmo entrambi.
-Ora è il tuo turno, di cosa mi dovevi parlare? Anche se penso di sapere già la risposta-. Lo vedevo molto più sereno, non si poteva dire lo stesso di me. Era arrivato il momento di togliermi un peso dal cuore.
Feci un respiro profondo e iniziai:- Di Finn. Non so cosa sia giusto fare-.
-Devi fare quello che ti senti-.
-É più facile a dirsi che a farsi-.
-No è facile anche a farsi, ti manca?-.
-Moltissimo, ma non posso soffrire di nuovo-.
-Lo vuoi sentire? Vuoi ascoltare le sue spiegazioni? Cosa che secondo me doveva essere già stata fatta...-.
-Sì, ma...-.
-E allora chiamalo cazzo! Senti cosa ha da dire-.
Esitai.
-Jess mi ha detto che se lui non mi ha cercata è perché non tiene a me-.
-E come avrebbe potuto fare se lo hai bloccato ovunque?-.
Non aveva tutti i torti...
-Ascoltami Soph, le persone meritano di essere ascoltate, dopo sei libera di fare ciò che vuoi ma prima cerca di capire se stai facendo la scelta giusta-.
Alzai lo sguardo dalle mie mani ai suoi occhi e annuii. Per la prima volta dopo mesi avrei finalmente messo a tacere tutti i miei dubbi. Ci sarei stata male? Forse. Ma sicuramente non avrei continuato a scappare da una situazione che avrei già dovuto affrontare.
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Unexpected lover 2 || Finn Wolfhard
Fanfiction|| Seguito di "Unexpected lover" || Il brutto è quando ti accorgi che il tuo cuore è in frantumi e l'unica persona in grado di aggiustarlo é la stessa che lo ha distrutto.